Dopo aver presentato l’atto di recesso presso il tribunale di Milano, l’ArcelorMittal ha reso nota la tabella di marcia relativa allo stop totale delle attività dell’impianto dell’ex Ilva. Una situazione che va di male in peggio, con la società franco-indiana che dimostra chiaramente di non avere alcuna intenzione di tornare sui propri passi.
Nella giornata di oggi ArcelorMittal ha comunicato ai sindacati le date relative ai vari passaggi previsti per procedere con l’interruzione totale dell’attività dell’acciaieria. L’altoforno 2 verrà fermato il 13 dicembre, poi toccherà agli altri due, uno sarà fermato il 30 dicembre e l’altro il 15 gennaio, dopodiché procederanno con la fermata delle cokerie e delle centrali elettriche.
Nel corso della mattinata è anche pervenuta la smentita da parte della società in merito all’intenzione di gestire l’impianto ben oltre il mese di gennaio 2020. Si era infatti diffusa la notizia che il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano avrebbe riferito al presidente di Confindustria Antonio Marinaro che ArcelorMittal avrebbe continuato a gestire la fabbrica fino a maggio, ma di fatto non sarà così.
Sempre in mattinata, nel corso dell’incontro con le organizzazioni dei lavoratori, riferiscono i sindacati, l’ad di ArcelorMittal Italia Lucia Morselli ha assicurato che “l’azienda rispetterà tutti gli impegni, a partire dal pagamento delle spettanze previste dal contratto di appalto”.
Palpabile la preoccupazione delle forze sindacali alla vigilia del tavolo con la società franco-indiana in programma domani al Ministero dello Sviluppo Economico, al quale prenderà parte lo stesso titolare del dicastero Stefano Patuanelli. Intanto il segretario generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli, parlando di ArcelorMittal ha dichiarato con una nota: “se ancora non fosse chiaro la situazione sta precipitando in un quadro sempre più drammatico che non consente ulteriori tatticismi della politica”.
Preoccupato anche il leader della Cgil Maurizio Landini, che nel corso della trasmissione Tagadà su La7 ha commentato gli ultimi sviluppi della vicenda dell’ex Ilva. “La situazione è difficile e i tempi delle decisioni devono essere rapidi. Per noi non ci sono le condizioni per recedere dal contratto, per noi ArcelorMittal deve applicare tutte le parti del contratto” ha chiarito Landini e ha poi aggiunto: “non voglio perdere neanche un posto di lavoro. Non è una discussione accettabile quella sugli esuberi. Lì si deve continuare a produrre acciaio, garantendo la salute di cittadini e lavoratori“.
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