Si parla tanto di evasione fiscale ma non ci si chiede mai a quanto ammonta la somma totale che le multinazionali hanno sottratto al fisco. A fare chiarezza su questo punto è stato un report recente del Fondo Monetario Internazionale che ha calcolato l’ammontare complessivo del denaro nascosto nei paradisi fiscali. Ebbene, stando a questo report, ad oggi nelle banche dei paesi off shore sono nascosti ben 15 trilioni di dollari! Una cifra immensa e praticamente incalcolabile.

Giusto per avere un’idea, 15 trilioni di dollari corrispondono alla somma del PIL della Cina con il Prodotto Interno Lordo della Germania. Su quei 15 trilioni di dollari, ha chiarito il FMI, non vengono applicate tasse e imposte di alcun tipo. Da questo discorso ne consegue che se quei 15 trilioni di dollari fossero noti al fisco, il mondo sarebbe ben lontano dal correre il rischio di finire in recessione (cosa che invece sta avvenendo).

Ovviamente non in tutti i paesi la sottrazione di liquidità al fisco assume le cifre record tracciate dal report del Fondo Monetario internazionale. Le aree in cui l’evasione fiscale è massima sono ovviamente quelle a regime fiscale agevolato. In Europa Paesi Bassi e Lussemburgo sono i due paesi con maggiore liquidità sottratta al fisco. Francamente non c’è da stupirsi se sono proprio Olanda e il granducato i due paesi con il record di liquidità del tutto sconosciuta al fisco. 

Investimenti fantasma: il caso di Olanda e Lussemburgo

Analizziamo specificatamente il caso di Olanda e Lussemburgo perchè questi due paesi sono nell’area Euro e perchè, come si può vedere sulle colonne di Borsainside, spesso abbiamo fatto riferimento a primarie società italiane e non che hanno spostato la loro residenza fiscale nei Paesi Bassi o in Lussemburgo. Non vogliamo affermare che queste società evadano il fisco ma solo che in questi due paesi citati c’è il terreno ideale sia per beneficare di un fisco agevolato legale che per effettuare quelli che tecnicamente vengono chiamati investimenti fantasma

Il caso specifico del Lussemburgo la dice lunga. I residenti del Granducato sono appena 600mila eppure, a fronte di questo dato, gli Investimenti Diretti Esteri presenti in Lussemburgo sono praticamente uguali a quegli degli Usa e nettamente maggiori di quelli cinesi. Inutile chiedersi se tutto questo abbia un senso…ossia se davvero si può pensare che in Lussemburgo ci siano ben 6,6 milioni di dollari di IDE per ogni abitante (dato che si ottiene considerando il fatto che gli Investimenti Diretti Esteri in Lussemburgo sono ben 4 trilioni).

In teoria gli investimenti esteri diretti sono uno strumento per creare una maggiore integrazione economica a livello globale ed aumentare il livello di produttività. E’ appunto per questo motivo che molti paesi hanno creato legislazioni che attraggono gli IDE. E fin qui siamo sul piano dell’agevolazione fiscale e della legalità. La prospettiva però cambia quando gli IDE si limitano ad essere depositi dormienti su conti off-shore ossia capitale che non verrà mai immesso in circolo per favorire la produttività o l’integrazione economica tra nazioni. La prospettiva, quindi, cambia radicalmente a seconda di quella che è la destinazione finale degli stessi IDE.

Siamo nell’ambito dell’evasione fiscale quando gli IDE diventano investimenti finanziari transfrontalieri tra società che fanno riferimento alla stessa multinazionale (ovviamente non in modo diretto ma attraverso combinazioni tra scatole) e hanno una natura fantasta. In pratica si tratta di investimenti fantasma che vengonoi effettuati da società fantasma. Tecnicamente queste società sono chiamate società-veicolo (SPV, Special Purpose Vehicle) e non svolgono alcuna funzione commerciale. Si tratta, invece, di società holding che si occupano di finanziamenti interaziendali e altri meccanismi simili. In poche parole queste società hanno un solo obiettivo: adottare tutte le mosse possibibili per consentire alle società reali di pagare meno tasse possibili nei paesi in cui esse svolgono la loro attività.

Società fantasma come funzionano?

Visto che il perno dell’evasione fiscale delle grandi multinazionali sono le società fantasma, crediamo giusto chiarire come funzionano società e investimenti fantasma

Le società di questo tipo non hanno impiegati ma non si può assolutamente dire che non generino una certa ricaduta nel paradiso fiscale ospitante. La natura di tale ricaduta non è fiscale poichè l’unica tassa che tali società sono tenute a pagare nel paese off-shore che le ospita è l’imposta di registro. La natura della ricaduta è invece di tipo economico poichè tali società creano un indotto nel paese che le ospita. Le società fantasma, infatti, hanno certamenmte bisogno di contabili e di avvocati (solo per fare alcuni esempi).

Ad esempio nei paradisi fiscali dei Caraibi, tali servizi che fanno da indotto alle società fantasma sono la seconda voce di PIL alle spalle del turismo. Non stiamo quindi parlando di noccioline. 

Alcune multinazionali sfruttano poi le falle comunque presenti in questi elaborati sistemi di ingegneria fiscale che consentono di trasferire fondi da Irlanda e Paesi Bassi verso i Caraibi. Insomma siamo in presenza di investimenti fantasma, fatti da società fantasma che compiono anche viaggi fantasma! Di certo c’è solo quello che è l’obiettivo di tali viaggi: quello di andare a caccia dell’aliquota più bassa in assoluto (meglio se pari a zero).

Evasione fiscale mondiale: come combatterla

Dinanzi a questi numeri impressionanti (ricordiamo 15 trilioni, valore equivalente alla somma tra PIL della Germania e PIL cinese), quali sono i provvedimenti che i governi hanno intrapreso per combattere l’evasione fiscale mondiale? Anzitutto va chiarito un aspetto che secondo noi è centrale: qui non siamo in una situazione in cui basterebbe una legge da parte di uno Stato per portare ordine e controllo. L’evasione fiscale delle multinazionali è un fenomeno globale che investe più stati e più continenti. Non è quindi facile controllare fenomeni come quello delle società fantasma e degli investimenti fantasma anche perchè da un lato ci singole legislazioni e dall’altro complessi sistemi di ingegneria fiscale il cui obiettivo è quello di consentire alle società ideatrici di pagare meno tasse possibile.

Per contrastare l’evasione fiscale mondiale, però, qualcosa è stato fatto. Ad esempio il G20 ha lanciato l’iniziativa note come Base Erosion and Profit Shifting (BEPS) nonchè lo scambio automatico di informazioni sui conti bancari nell’ambito del Common Reporting Standard (CRS). Purtroppo nonostante questi accordi, gli investimenti fantasma hanno segnato addirittura un aumento.

Gli ultimi numeri sono impressionanti: se alcuni anni fa gli investimenti fantasma era il 30 per cento degli investimenti internazionali totali, ora sono saliti al 40 per cento. C’è davvero il serio rischio che tra pochi anni, un investimento internazionale su due sia fantasma!

Per combattere l’evasione fiscale che si cela dietro agli investimenti fantasma c’è una sola strada da seguire: maggiore cooperazione tra i vari paesi che da soli non possono nulla. Solo in questo modo sarebbe possibile fare pressione sui paesi off-shore. 

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