La mediazione USA finalizzata al raggiungimento di un accordo per il cessate il fuoco in Siria ha portato dei risultati. L’accordo tra Stati Uniti e Turchia è stato trovato, ma affinchè le ostilità cessino sarà necessario che i Curdi abbandonino la cosiddetta “safe zone” i cui confini sono stati definiti dallo stesso Recep Tayyip Erdogan.

Ad annunciare il raggiungimento dell’accordo il vicepresidente americano Mike Pence, che nella giornata di ieri ha incontrato il presidente turco. L’accordo prevede che ai Curdi siano concesse 120 ore di tempo per liberare completamente la regione di confine situata nel nord-est della Siria, in base a quanto lo stesso Pence ha spiegato, in conferenza stampa ad Ankara, dopo le cinque ore di colloquio con Erdogan.

In questo modo l’obiettivo di Erdogan sarebbe raggiunto completamente, cioè quello di liberare un’area concordata con gli USA di 20 miglia (circa 32 km) dal confine con la Turchia. Quella sarebbe, nell’ottica del leader di Ankara, una sorta di zona di sicurezza, come da tempo Erdogan aveva chiesto a Washington, minacciando peraltro di “aprire le porte ai rifugiati” per ritorsione.

Le 120 ore di tregua concesse ai Curdi rappresenteranno solo una pausa se questi non abbandoneranno effettivamente la suddetta safe zone. Se questo non dovesse accadere infatti i conflitti riprenderanno, come lo stesso ministro degli Esteri turco, Mevult Cavusoglu, ha spiegato. I combattenti curdi dell’Ypg dovranno infatti lasciare la safe zone, essere disarmati e le strutture militari dovranno essere distrutte.

“Siamo pronti a rispettare il cessate il fuoco” ha fatto sapere il capo delle Forze Democratiche Siriane Mazloum Kobani in collegamento telefonico con il canale televisivo curdo Ronahi, precisando poi che la tregua è limitata solo ad un’area di circa 120 km tra Tel Abayd e Ras al Ayn, che è dove si concentra maggiormente l’offensiva militare turca.

Questo significa che per quel che riguarda le altre aree, dalle quali gli USA hanno ritirato i propri uomini, e dove sono giunti in questi giorni i rinforzi inviati dalla Siria ad affiancare le milizie curde, ma anche la polizia russa in missione di pace, sarà necessario prendere accordi separati. L’occasione per far partire questi negoziati potrebbe essere rappresentata dall’incontro previsto a Sochi per martedì prossimo tra Erdogan e Vladimir Putin.

Parte dell’accordo già raggiunto con la Casa Bianca prevede anche che, non appena il cessate il fuoco diverrà definitivo, le sanzioni che gli USA hanno imposto alla Turchia saranno soppresse. Inoltre, fino a che le operazioni militari non termineranno, gli USA si impegnano a non imporre nuove sanzioni, stando a quanto ha affermato il vice di Trump, Mike Pence.

Il ministro degli Esteri turco Mevult Cavusoglu ha intanto reso noto che, visti gli accordi raggiunti con l’amministrazione Trump, la visita di Erdogan negli USA prevista per il 13 novembre è da ritenersi confermata.

Soddisfatto dell’operazione diplomatica Donald Trump. “Questo è un grande giorno per la civiltà. Sono orgoglioso degli Stati Uniti per essermi rimasti fedeli nel seguire un percorso necessario, anche se non convenzionale” ha scritto il presidente USA su Twitter “la gente ha provato a fare questo ‘accordo’ per molti anni. Milioni di vite saranno salvate. Congratulazioni a tutti“.

Nel corso di un suo discorso che si è tenuto in Texas, il presidente Trump ha anche affermato che i Curdi siriani “sono stati grandi” e che “sono incredibilmente felici di questa soluzione”. “Abbiamo ottenuto tutto quello che potevano sognare” ha detto Trump che poi ha speso parole positive per il presidente turco dicendo che “è un vero leader, un uomo duro, un uomo forte che ha fatto la cosa giusta”. E ha poi fatto sapere che Erdogan ha dato conferma della sua visita a Washington a novembre.

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