Il 5G rivoluzionerà il mondo in cui viviamo, permetterà a un chirurgo di operare un paziente che si trova dall’altra parte del mondo, agli elettrodomestici di comunicare tra di loro, e alle auto di guidarsi da sole. Il debutto vero e proprio della connessione di ultimissima generazione è ormai dietro l’angolo, si parla del 2020, ed in alcune città d’Italia è già in fase di sperimentazione.

La connessione internet sarà 100 volte più veloce di oggi, e per rendere possibile questo enorme passo avanti sarà necessario installare nuove antenne per la copertura del territorio, con un inevitabile conseguente aumento delle radiazioni. Quindi quali sono, se ci sono, i rischi per la salute?

“Prima del via libera su larga scala, bisognerebbe studiare i possibili effetti nocivi” chiede il comitato Stop 5G del quale fanno parte oltre un migliaio di attivisti, preoccupati dal ‘lato oscuro’ della nuova tecnologia. La costruzione delle nuove reti cellulari ha riportato a galla i dubbi sulla potenziale pericolosità delle radiazioni, e in alcuni casi gli studi sugli effetti negativi del 5G sono arrivati sui tavoli della politica.

Uno degli esempi più eclatanti è quello del sindaco di Scanzano Jonico, che si è rifiutato di far installare antenne 5G nel territorio comunale. Lo stesso Codacons ha presentato un esposto a 104 procure della Repubblica per chiedere l’apertura di indagini finalizzate ad accertare che non sussistano rischi per la salute dei cittadini.

Al tempo stesso l’associazione dei consumatori ha portato avanti una campagna di sensibilizzazione, inviando a migliaia di comuni italiani una lettera con la quale scoraggiano l’installazione di antenne 5G in base al principio di precauzione.

La connessione 5G può causare tumori?

La preoccupazione principale riguarda proprio la possibile correlazione tra 5G e tumori, e dopo mesi di discussioni, alla fine l’Istituto Superiore di Sanità ha deciso di pubblicare un report dal titolo: “Radiazioni a radiofrequenze e tumori: sintesi delle evidenze scientifiche”.

Nel report viene evidenziato che non ci sono correlazioni dirette tra tumori e uso delle tecnologie mobili, neppure quella del 5G, anzi, secondo l’ISS quella del 5G sarebbe semmai meno dannosa delle altre.

“Per quanto riguarda le future reti 5G, al momento non è possibile prevedere i livelli ambientali di RF assicuati allo sviluppo dell’internet delle Cose (IOT)” si legge nel report dell’ISS “le emittenti aumenteranno, ma avranno potenze medie inferiori a quelle degli impianti attuali e la rapida variazione temporale dei segnali dovuta all’irradiazione indirizzabile verso l’utente (beam-forming) comporterà un’ulteriore riduzione dei livelli medi di campo nelle aree circostanti”.

In altre parole, stando a quanto afferma l’ISS, i rischi per la salute sarebbero legati alla produzione di calore delle onde radio nei tessuti del corpo umano. Le onde radio attraversano la cute, raggiungendo e facendo vibrare le molecole elettricamente cariche. Ma quelle del 5G sono onde molto più piccole, per la trasmissione delle quali è prevista la presenza di un maggior numero di impianti radio, con il conseguente calo di potenza di trasmissione, ed effetti meno nocivi per la salute dell’uomo.

Sempre l’ISS ha condotto degli studi volti ad appurare gli effetti nocivi legati all’utilizzo di smartphone. Sono stati messi a confronto in questo caso assidui utilizzatori di smartphone con non utilizzatori, e ne è risultato che non esisterebbe alcuna correlazione diretta tra utilizzo dei dispositivi mobili e incidenza dei tumori al cervello.

In conclusione, secondo l’ISS non esistono prove scientifiche che dimostrino che il 5G possa essere nocivo per l’uomo. Il Codacons però si è espresso in totale disaccordo e non solo ha bocciato l’indagine definendola inattendibile nonché pericolosa per l’incolumità dei cittadini, ma si è anche rivolto al Ministro della Salute Giulia Grillo, alla quale ha chiesto di verificare l’eventuale esistenza di legami tra la ricerca dell’ISS e la campagna italiana pro 5G.

Il Codacons ritiene infatti che l’ISS stia facendo gli interessi delle multinazionali del 5G, essendo le conclusioni cui giunge il report smentite da tutti gli studi effettuati finora circa i possibili effetti nocivi sulla salute dell’uomo derivanti dall’uso degli smartphone.

A tal proposito il Codacons afferma: “Dallo Iarc all’Oms, passando per i recenti studi condotti dal National Toxicology Program degli Stati Uniti (NTP) e dall’Istituto Ramazzini, tutti gli enti di ricerca affermano senza ombra di dubbio come l’esposizione alle onde elettromagnetiche prodotte dai telefonini sia potenzialmente cancerogena. La posizione dell’ISS è quindi del tutto isolata in ambito scientifico e internazionale e non può ritenersi in nessun caso valida e attendibile.”.

Perché il 5G è più pericoloso delle altre reti?

Il 5G permetterà di navigare ad una connessione 10 volte più veloce, ma non è questa la vera rivoluzione che porterà nella vita di tutti i giorni. Permetterà di interconnettere gli oggetti, dagli elettrodomestici alle macchine industriali, cambiando radicalmente le nostre abitudini.

Tutto questo però potremmo ottenerlo a caro prezzo, perché a rendere possibile la rivoluzione della rete 5G saranno le nuove frequenze a onde millimetriche, in grado di creare delle celle molto piccole e più numerose nelle nostre città. Secondo chi sostiene che il 5G sia potenzialmente dannoso per la salute infatti, il problema sarebbe proprio la frequenza delle onde elettromagnetiche, più elevata di quella delle reti 2G, 3G e 4G, che hanno lunghezze d’onda vicine al millimetro.

La rete 5G trasporterà più energia, e soprattutto riuscirà ad attraversare pressoché qualsiasi oggetto solido, producendo effetti negativi sull’uomo. La minor portata delle antenne che supportano il 5G renderà necessaria l’installazione di un enorme numero di micro-antenne, e questo potrebbe incidere sulla qualità del sonno, potrebbe danneggiare la fauna selvatica, e per quel che riguarda gli esseri umani alcuni sostengono che potrebbe causare sterilità o esporre ai tumori.

Gli studi sul 5G dell’Istituto Ramazzini e del Nation Toxicology Program 

Secondo l’ISS non esisterebbe alcun dato a sostegno della tesi che il 5G possa essere nocivo per la salute dell’uomo. Gli studi condotti dall’Istituto Ramazzini e dal Nation Toxicology Program però sembrano sostenere che non essendo stati fatti studi a sufficienza sui possibili effetti delle onde millimetriche sull’uomo, il rischio che causerebbero danni alla salute non è affatto da escludere.

Gli esperimenti che sono stati condotti sui topi inoltre avrebbero dimostrato che l’esposizione delle cavie alle onde elettromagnetiche su frequenze usate dalle reti 2G e 3G aumenterebbe le probabilità di contrarre tumori. Ma sono gli stessi studiosi a precisare che questi risultati non possono essere fedelmente trasposti sugli esseri umani, anche perché le potenze assorbite dai topi sono decisamente superiori a quelle cui è soggetto l’uomo nell’utilizzo dei dispositivi mobili.

Fiorella Belpoggi, Direttore del Centro di ricerca sul cancro dell’Istituto Ramazzini ha affermato: “le onde millimetriche sono le stesse che noi usiamo nel fornetto a microonde. Quindi noi finiremo per irraggiare con delle antenne che lavorano in parallelo, e non a cono come nell’1.8 Ghz di oggi che con un’antenna prende una banda vastissima”.

Le antenne (del 5G n.d.r.) dovrebbero essere messe a 100 metri l’una dall’altra. In più solo nel 2020 si parla di sparare nell’atmosfera 20mila satelliti, prima di aver studiato questa tecnologia dal punto di vista dell’impatto sulla salute” spiega la dottoressa, e poi avverte: “le avvisaglie sulle onde elettromagnetiche a frequenze più basse sono di un certo pericolo per la salute umana in termini di tumori delle cellule nervose”.

La domanda quindi viene da sé: non sarebbe forse il caso di investire dei fondi per eseguire delle ricerche adeguate, prima di esporre 6 miliardi di persone alle onde millimetriche senza sapere quali saranno le conseguenze?

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