L’avrebbe trovata una strada per procedere con la revoca dalla concessione ad Autostrade per l’Italia, il vicepremier e leader del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio. Si era schierato sin dal primo momento dalla parte delle vittime e continua a farlo, e sulla questione della revoca della concessione alla famiglia Benetton, colpevole di aver gravemente trascurato la manutenzione del ponte Morandi, non intende fare marcia indietro.

Una strada per revocare la concessione senza nulla dovere ai Benetton, attuali titolari della stessa, si sarebbe infatti trovata. Sta ne fatto che il crollo del ponte Morandi avrebbe comportato la “mancata restituzione del bene” dato in concessione, che la società doveva invece custodire e restituire integro.

Secondo la commissione di giuristi del Ministero delle Infrastrutture, si tratta di grave inadempimento e potrebbe permettere la revoca unilaterale del contratto di concessione della rete autostradale alla famiglia Benetton. Il “grave inadempimento” renderebbe infatti nulle le clausole in base alle quali sarebbero previsti risarcimenti per la risoluzione anticipata del contratto. Secondo gli esperti però, eventuali risarcimenti verranno in ogni caso richiesti da Aspi in sede contenziosa, e non si può escludere del tutto che riesca ad ottenerli, anche se per ora non si parla neppure di cifre ipotetiche.

“Ci stiamo movendo nel pieno rispetto del contratto di concessione e nel solco dei contratti in essere” ha affermato il Ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio che si è anche rivolto direttamente ai familiari delle vittime: “andiamo avanti come un treno! Un abbraccio alle famiglie delle vittime del Ponte Morandi. Lo Stato, questo Stato, è con voi.”

Di Maio su Facebook attacca il “partito dei Benetton”

Di Maio aveva commentato via social le penali che Mediobanca aveva calcolato sui 22 miliardi di euro. Cifra che secondo alcune indiscrezioni i Benetton vorrebbero far lievitare a 25 miliardi. Secondo il vicepremier però nulla è dovuto perché la stessa convenzione è molto chiara nello specificare con l’articolo 9 bis che il diritto all’indennizzo/risarcimento del concessionario sussiste nel rispetto del principio dell’affidamento.

Vista però la grave inadempienza che ha causato il crollo del ponte di Genova “è evidente” secondo Di Maio “che questo principio viene a mancare” e continua poi rivolgendosi presumibilmente a chi lo accusa di essere contro gli investimenti dei privati “perché chi investe in Italia deve sapere che è il benvenuto, che supportiamo il business, lo rispettiamo, ma nel massimo rispetto degli interessi nazionali.”

Una battaglia che Luigi Di Maio ha subito dimostrato di avere molto a cuore. Aveva già chiesto che la procedura di revoca della concessione sia avviata entro il 14 agosto, data che segna l’anniversario del disastro, e continua ad attaccare in maniera non troppo implicita la famiglia Benetton. “Ci sono milionari e multinazionali che credono di poter utilizzare le casse dello stato a proprio piacimento, e quando provi a togliergli le rendite iniziano a ricattare. Si sentono forti perché c’è una buona parte della politica e dei partiti che gli fanno da scendiletto. Guardate il caso del Ponte Morandi: non appena abbiamo comunicato l’intenzione di revocare la concessione ad Autostrade, tutti questi poteri sono sobbalzati dalla sedia.”

Intanto Renzi si schiera dalla parte opposta ed accusa Di Maio di essere contro lo sviluppo del Paese, e contro gli investimenti dei privati: “Di Maio odia chi crea lavoro. Non ci sono altre spiegazioni” ha affermato l’ex leader del PD Matteo Renzi. Nel frattempo, secondo le relazioni tecniche che circolano in questi giorni tra i ministri, il crollo del ponte lascia presupporre gravi lacune nel sistema di manutenzione su tutto il resto della rete autostradale, con molti ponti aventi lo stesso livello di rischio crollo di quello di Genova.

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