Forzare il blocco per entrare in acque territoriali italiane non ha portato i frutti sperati per Carola Rackete, comandante della Sea Watch 3. Lo sbarco dei naufraghi non è stato autorizzato, fatta eccezione per un bambino di 11 anni e l’adulto che viaggiava con lui, il quale versava in gravi condizioni di salute.
Quello che ha ottenuto Carola Rackete forzando il blocco della Guardia di Finanza è l’iscrizione al registro degli indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, e per rifiuto di obbedienza a nave da guerra secondo quanto previsto dal codice della navigazione. La Guardia di Finanza ha provveduto a notificare alla comandante l’iscrizione nel registro degli indagati raggiungendo la Sea Watch questa mattina.
Al momento la nave della Ong battente bandiera olandese si trova a 3 miglia dall’isola di Lampedusa, essendosi allontanata dalla costa proprio su intimazione delle Fiamme Gialle.
Carola Rackete indagata. Cosa rischia?
La Guardia di Finanza ha consegnato l’informativa relativa alla nave Sea Watch 3 alla Procura di Agrigento la quale, almeno in linea teorica in base al decreto sicurezza bis, dovrebbe procedere al sequestro dell’imbarcazione. Ma all’atto pratico il sequestro effettivo potrebbe non essere fatto, e persino l’indagine sulla capitana, secondo quanto trapela dagli ambienti della Procura, potrebbe ridursi a mera formalità.
Niente sequestro e niente arresti quindi, anche se naturalmente è troppo presto per dirlo con certezza. Il fascicolo d’inchiesta presso la Procura di Agrigento era stato aperto già la settimana scorsa per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Si tratterebbe però del classico fascicolo che viene aperto nei casi di sbarco, con la finalità di identificare eventuali “trafficanti di vite umane.”
Quattro Paesi europei pronti ad accogliere i migranti
In occasione del G20 di Osaka, il premier Giuseppe Conte annuncia che ci sarebbero già 3 o 4 Paesi d’Europa pronti a farsi carico di alcuni dei migranti che sono in attesa da due settimane sulla Sea Watch. La procedura di ridistribuzione dei migranti sarebbe stata già attivata, con la collaborazione a quanto pare, di Francia, Germania, Lussemburgo e Portogallo.
La portavoce del commissario all’immigrazione Dimitri Avramopoulos ha comunque sottolineato che gli “sforzi di solidarietà” che la Commissione sta tentando di coordinare potranno essere attuati solo dopo che lo sbarco sarà effettivamente avvenuto.
Il Ministro dell’Interno Matteo Salvini, dal canto suo, ha espresso massima soddisfazione per le soluzioni prospettate, ma ha lasciato trapelare una certa sfiducia nella reale attuazione pratica delle stesse.
“Mi dicano dove vanno e me lo firmano. Faccio come San Tommaso, vedere per credere. Visto che per troppe volte hanno fatto promesse che non hanno mantenuto.”
Sulla Sea Watch salgono parlamentari del centro-sinistra
A bordo della nave è anche salita una delegazione di parlamentari di PD, Liberi e Uguali e +Europa. Si tratta dei deputati Davide Faraone, Matteo Ordini, Graziano Delrio, Riccardo Magi e Nicola Fratoianni.
“Non scendiamo fino a quando non vengono fatti sbarcare tutti” dicono i parlamentari che si sono trasferiti sul punte della Sea Watch.
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