Vincono i socialdemocratici in Danimarca e Mette Frederiksen si trova alla guida del primo partito del Paese dopo aver perso la sfida delle europee. Infatti il partito che ha preso il maggior numero di voti nelle consultazioni per eleggere i deputati del Parlamento Europeo era il Partito Liberale, affermatosi in quella occasione con il 23,5%.
Un risultato in verità che non si discosta molto da quello conseguito alle politiche (23,8%) insufficiente comunque ad arginare la crescita dei consensi del partito socialdemocratico guidato dalla Frederiksen che passa dal 21,5% delle europee al 26,4% delle politiche, divenendo di fatto il primo partito danese.
Il Partito Liberale, attuale partito del governo presieduto da Lars Løkke Rasmussen ha guadagnato solo lo 0,3% contro i 5 punti percentuale recuperati dalla Frederiksen che ora avrà il compito di provare a formare un governo dando vita ad una coalizione comprendente gli altri partiti di centro-sinistra.
Il Partito Liberale è stato quindi scalzato dal governo dove era stato per 14 degli ultimi 18 anni. E lascia il posto ad una coalizione di centro sinistra che ha promesso di conservare la linea dura contro l’immigrazione. Una promessa che ha giocato un ruolo probabilmente fondamentale nel determinare questo esito di voto.
Sonora sconfitta per il partito di estrema destra PPD che ha visto precipitare i consensi dal 21,1% al 9%. Inoltre quando il Partito del Popolo Danese aveva ottenuto il 21% dei consensi, quel risultato lo aveva reso il primo partito della Danimarca.
Non è facile dire quanto le rassicurazioni date dalla Frederiksen sul tema dell’immigrazione, questione di grande importanza per il Partito Liberale ma soprattutto per il PPD, con la garanzia di non ammorbidire l’approccio, abbiano fatto la differenza per l’esito delle elezioni. Fatto sta che il centro sinistra danese ha promesso di adottare la stessa linea sull’immigrazione, promettendo altresì di varare misure severe volte a difendere lo stato sociale danese.
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