La politica monetaria della FED potrebbe presto mutare. Vero è che nell’ultima riunione del Fomc è stato deciso un rialzo del costo del denaro di 25 punti base, tuttavia sono emerse tutta una serie di indicazioni che lasciano aperta la porta alla possibilità che nei prossimi board possa essere deciso un semplice mantenimento del costo del denaro ai livelli attuali, senza nuovi rialzi.
Insomma ci sono elementi per ipotizzare che si possa passare da una politica monetaria ultra-rigorosa (necessaria per contenere il rally dell’inflazione) ad una situazione più normale. Lo stop al rialzo dei tassi FED sarebbe propedeutico ad un successivo vero cambio di passo ossia ad un ribasso che comunque è francamente impensabile immaginare almeno nel breve termine.
Lato investitori la buona notizia è che i rialzi continuativi e duri dei tassi FED sono destinati a finire. La negativa è che non è dato sapere se tale stop sia definitivo (e quindi apra le porte ad un calo del costo del denaro) oppure sia destinato ad essere una parentesi prima di una ripresa dei rialzi. Insomma la situazione è decisamente complessa.
Stop all’aumento dei tassi FED sarà definitivo?
Tutti gli investitori vorrebbero sapere se l’imminente stop al rialzo dei tassi FED sia destinato a proseguire o meno ma nessuno può avere una risposta certa su questo punto. La verità è che ci sono talmente tante variabili da considerare che esprimere un giudizio sicuro diventa impossibile. Alcuni elementi lasciano intendere che lo stop potrebbe essere quello definitivo ma altri suggeriscono l’ipotesi opposta.
L’inflazione degli Stati Uniti non sarà sicuramente bassa ma, almeno negli ultimi mesi, è apparsa sotto-controllo. Questo è un segnale che lascerebbe intendere uno stop definitivo ai rialzi dei tassi. Eppure è stata la stessa Federal Reserve a dire che il lavoro nel contrasto dell’inflazione non è finito e che sono necessari altri interventi.
C’è poi la crisi bancaria regionale. Nessuno sa con precisione quello che sta accadendo tra le banche Usa in questo periodo. Dopo la Silicon Valley Bank doveva essere tutto sotto controllo ma alla fine anche la First Republic Bank è andata a gambe all’aria. Non è detto che dietro al sipario allestito dall’amministrazione americana, non covi un effetto dominio che prima o poi potrebbe manifestarsi.
L’accoppiata recessione e crisi bancaria sarebbe un disastro per gli Usa e sarebbe ancora più grave se tutto si verificasse in un contesto caratterizzato da alti tassi di interesse. Logica quindi vuole che la FED farebbe bene a non trovarsi in posizioni scomode.
E poi abbiamo il mercato del lavoro con gli ultimi dati che suggeriscono tutto tranne un raffreddamento dell’economia Usa. Ma troppo dinamismo potrebbe riaprire la porta all’inflazione e anche in una situazione simile la Federal Reserve si potrebbe trovare in imbarazzo.
Insomma le variabili da considerare sono tantissime e nessuno vorrebbe essere nei panni della FED in questo momento.
Tirando quindi le somme: non ci sono dubbi sul fatto che a giugno la FED non alzerà i tassi mentre su quello che avverrà dopo è tutto da vedere.
La cosa certa è che lo scenario e se esso muta allora anche le strategie di investimento devono cambiare.
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Dopo conviene investire con stop rialzo dei tassi FED?
Se non è semplice capire cosa farà la FED nei prossimi board, figuriamoci comprendere dove investire in caso di mutazione del contesto. A provarci sono stati gli esperti di BofA. Secondo gli analisti, titoli di stato americani e dollaro Usa dovrebbero essere le asset-class più avvantaggiate in caso di stop all’aumento dei tassi FED. Mentre le azioni e l’oro (intanto arrivato ai massimi) quelle più svantaggiate.
Più nel dettaglio, i rendimenti dei bond Usa dopo l’ultimo rialzo dei tassi FED sono in area 7 per cento. Il Dollaro, dal canto suo, ha avuto un andamento positivo quando, in passato, la FED cessò di alzare i tassi per contrastare l’inflazione di quel periodo. In quella situazione il dollaro ebbe un rendimento medio trimestrale del 5 per cento apprezzandosi ben 7 volte su 10.
Ma se il dollaro dovesse salire, allora il cambio Euro Dollaro è destinato a calare. E qui arriva quindi la prima dritta su dove investire in caso di stop al rialzo dei tassi FED ovvero sul cross EurUsd ma al ribasso (con lo short trading).
E vediamo adesso dove non investire secondo BofA. Sulle azioni è la prima dritta degli analisti e per un motivo molto semplice: il 50 per cento delle volte le azioni rendono negative dopo l’ultimo aumento della FED e al termine di un ciclo economico in generale. La percentuale non è poi così secca ed è vero ma se il ciclo riguarda l’inflazione, allora si sale al 100 per cento. Insomma il dato è abbastanza certo.
Molto nitida è anche l’indicazione sulla quotazione oro. Nella storia dopo l’ultimo rialzo dei tassi FED, 7 volte su 10 il prezzo dell’oro ha poi ritracciato dai massimi con un ribasso medio del 13 per cento.
Sarà davvero così? Per rispondere a questa domanda non resta altro da fare che attendere le mosse della FED.
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