La seduta di martedì della borsa di Wall Street è stata un disastro. Gli indici sono infatti andati a picco e ciò è avvenuto a causa di un dato sull’inflazione di agosto superiore a quelle che erano le stime.
I trader sono andati letteralmente nel pallone (e questo lo si è visto dai dati di chiusura) poichè consapevoli che con una inflazione addirittura superiore alle attese non ci saranno problemi affinchè la FED prosegua con la politica oltranzista di rialzo dei tassi di riferimento.
Il ragionamento che gli investitori hanno fatto è più o meno questo: se già il rialzo monstre del costo del denaro era scontato a prescindere dai dati sull’inflazione, figuriamoci adesso cosa potrà avvenire visto che il rialzo dei prezzi al consumo ha battuto le attese.
Ciò premesso, l’aumento oltranzista dei tassi FED può avere però degli effetti indesiderati non di poco conto proprio sulla stessa Federal Reserve. Tra i rischi maggiori che la banca centrale Usa si potrebbe trovare ad affrontare c’è quello della perdita di denaro. Un evento storico visto che per trovare una FED in perdita si dovrebbe andare indietro nel tempo fino al 1915.
Ma cosa significa, tecnicamente, che la FED potrebbe presto iniziare a perdere denaro? Andiamo con ordine. La Federal Reserve guadagna interessi grazie alle obbligazioni detenute e contemporaneamente trae profitto dalle commissioni per i servizi. In base alla normativa americana, la FED gira gran parte del suo utile al Tesoro Usa che a sua volto lo colloca nel maxi calderone del bilancio federale americano.
Fin qui tutto lineare. Va tenuto però conto che la FED non incassa solo ma ha anche delle spese come ad esempio i dividendi che vengono pagati alle banche che fanno parte della stessa Federal Reserve. Ora a prescindere dalla caratteristica di queste spese, se i tassi di interesse aumentano, allora anche le spese salgono. Questo è il principio base. Figuriamoci quale può essere l’impatto sulle spese derivante da un rialzo monstre dei tassi di riferimento come quello che sta avvenendo negli ultimi mesi. Non è però questo il solo problema. L’inasprimento quantitativo che caratterizza l’azione della banca centrale americana determina una diminuzione del suo bilancio e comprime il reddito da interessi che viene prodotto. Insomma sono questi i fattori che potrebbero portare la FED a maturare nel bilancio 2023 una perdita operativa.
Cosa succede se la Federal Reserve va in perdita?
Chiarito quali sono i motivi per cui c’è la seria possibilità che la FED possa rimediare la sua prima perdita dopo oltre 100 anni, cerchiamo ora di comprendere quali sarebbero gli effetti di questa situazione. Insomma cosa succede se la banca centrale americana, nel pieno della sua guerra totale contro l’inflazione, dovesse chiudere un anno fiscale con un bel rosso?
Tanto per iniziare il governo degli Stati Uniti sarà il primo a pagare il conto di questa situazione poichè dovrà fare i conti con una flessione delle entrare e quindi con il derivante aumento del deficit di bilancio. Logica vorrebbe che poichè il governo federale incamera i benefici dei profitti della FED, sia tenuto anche a farsi carico delle perdite. E invece le cose non stanno così. La FED ha le sue regole e in base a queste regole, una perdita netta può essere trasformata in un bene differito.
Quindi la perdita operativa non ridurrà il capitale. La banca centrale Usa si limiterà semplicemente a creare un attivo di bilancio che è pari alla perdita…e l’attività potrà proseguire come sempre. Se nel successivo anno fiscale la FED dovesse tornare alla redditività (sarebbe un problema anche di immagine se ciò non avvenisse) allora i profitti saranno usati per ridurre l’importo di questo attivo di bilancio.
Quindi alla fine l’unico effetto sarà che il governo Usa dovrà fare i conti con una reale riduzione delle entrare e con un conseguente disavanzo di bilancio più corposo del solito. Una zavorra ulteriore per un governo, come quello federale Usa, che non solo da anni registra giganteschi disavanzi di bilancio ma che deve anche fare i conti con un debito immenso.
Questa situazione può creare addirittura un cortocircuito e rendere impossibile per la FED la riuscita della battaglia scatenata contro l’inflazione. Staremo a vedere cosa succede.
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