borsa di Wall Street che crolla e segnale di pericolo
Crollo S&P 500 nel 2025 - BorsaInside.com

Da inizio anno ad oggi l’S&P 500 Index ha segnato una progressione di appena il 2 per cento. Nelle ultime 5 sedute, però, l’andamento è stato negativo con un ribasso di circa un punto percentuale. Per molti trader questo leggero rosso è fisiologico ed è da imputare al rally messo a segno negli ultimi anni dalla borsa Usa. Il ragionamento che costoro fanno è molto semplice: l’indice S&P 500 nell’ultimo anno è salito di ben il 22 per cento e quindi un ritracciamento ci sta. Per molti analisti, però, le cose non stanno affatto così e il leggero ribasso dell’ultima Ottava potrebbe essere il primo segnale che qualcosa sta cambiando. Ovviamente in negativo.

In questi primi giorni di febbraio una raffica di alert sull’S&P 500 sono arrivati da banche d’affari di primissimo piano come l’americana Goldman Sachs o JP Morgan Chase. Giudizi diversi ma che sottendono tutti la stessa esortazione: attenzione perchè l’S&P 500, dopo i fasti degli ultimi mesi, potrebbero crollare. E’ un allarme da prendere molto sul serio che arriva a seguito di quanto avvenuto nell’ultima settimana quando prima l’irruzione sulla scena dalla startup DeepSeek e poi la decisione di Trump di passare dalle parole ai fatti introducendo dazi nei confronti di Canada, Messico e Cina, hanno dato non pochi grattacapi ai traders e soprattutto a quelli che nel loro portafoglio di investimento hanno sull’S&P 500.

Lo scivolone del paniere di WS potrebbe essere stato una reazione di pancia. Ma potrebbe anche non essere e allora si tratta di capire quali potrebbero essere le ripercussioni a Wall Street di una guerra commerciale estesa. Non ci vuole la sfera di cristallo, infatti, per capire che ai dazi Usa potrebbero seguire controdazi verso gli stessi Stati Uniti alimentando una situazione di tensione a livello globale.

In questo contesto la volatilità sul più importante indice azionario della borsa Usa diverrebbe scontata. Una situazione che può essere cavalcata dai trader più intraprendenti per speculare con strumenti derivati come i CFD sull’S&P 500 che consentono di operare sia al rialzo che al ribasso con in più il vantaggio della leva. FP Markets è uno dei broker più popolari che meglio si presta a questo intento perchè presenta un’estrema rapidità nell’esecuzione degli ordini inviati.

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Quale sarà l’entità del crollo dell’S&P 500: le previsioni degli analisti

I dazi di Trump potrebbero quindi essere il grande catalizzatore in grado di far crollare l’S&P 500 nei prossimi mesi.

Secondo Goldman Sachs l’impatto delle tariffe di Trump sul mercato azionario statunitense potrebbe essere di almeno il 5 per cento. L’S&P 500 sconterebbe la revisione al ribasso delle stime sugli utili aziendali allontanandosi dagli attuali livelli.

David Kostin, capo strategist della banca, ha affermato che l’annuncio delle nuove tariffe ha di fatto colto di sorpresa molti investitori, i quali si attendevano un inasprimento delle politiche commerciali ma solo se i negoziati internazionali fossero falliti. E invece Trump ha preferito subito fare sul serio per costringere gli altri paesi a venire a patti. Una sorta di guerra psicologica preventiva con l’avversario che viene subito stordito e ammorbidito ancora prima che inizi il confronto. Ma tornando alla stime, Goldman Sachs è convinta che le tariffe possano portare l’S&P 500 a contrarre gli utili di circa il 2 – 3 per cento e questo senza neppure tenere conto di altri fattori di rischio come il deterioramento delle condizioni finanziarie o il rallentamento dei consumi che andrebbero ad impattare ancora di più allargando il range indicato in precedenza.

Inevitabilmente Kostin ha quindi rivisto la sua stima sull’S&P 500 e ora non esclude una correzione nel giro di un paio di mesi. Uno scenario del tutto diverso rispetto a quella che era la prospettiva iniziale di Goldman Sachs. La banca d’affari Usa, infatti, aveva di recente alzato le sue stile 2025 sull’S&P 500 a 6.500 punti entro fine anno.

Leggi anche — Previsioni S&P 500 2025, Morgan Stanley prevede rialzo dell’11%, Deutsche Bank del 17%

La visione ribassista di Marko Kolanovic

Se Goldman Sachs ha ricalibrato le sue previsioni, c’è chi non ha mai abbandonato una posizione prudente. Marko Kolanovic, ex strategist di JP Morgan Chase, continua a essere tra i più critici nei confronti del mercato azionario statunitense.

Secondo Kolanovic, i principali rischi per Wall Street derivano da tre diversi fattori:

  • un rallentamento dell’economia americana che appare sempre più evidente ed è confermato da vari dati macro
  • le tensioni geopolitiche in aumento con Trump che fa difficoltà a pacificare ma anzi apre nuovi fronti (pensiamo ad esempio alla questione Groenlandia)
  • un mercato azionario troppo concentrato sulle grandi società tecnologiche (le cosiddette magnifiche sette che hanno fin qui pompato l’S&P 500).

Secondo Kolanovic, la concentrazione delle prime 10 aziende dell’S&P 500 ha reso il mercato molto vulnerabile ed esposto ad una brusca inversione. Tale situazione porterà per forza di cose ad una normalizzazione delle valutazioni determinando una correzione significativa dell’indice.

UBS resta più ottimista

In controtendenza a questa view sono invece gli analisti di UBS per i quali sarà un anno anno favorevole per i mercati finanziari, nonostante possibili turbolenze a breve termine. Secondo Mark Haefele, Chief Investment Officer di UBS Global Wealth Management, il rapporto rischio-rendimento delle azioni rimane positivo, con un rialzo atteso del 10 per cento per l’azionario statunitense nel 2025, sostenuto da tre fattori chiave:

  • la solida crescita economica
  • il supporto dell’intelligenza artificiale (IA)
  • il calo graduale dei rendimenti obbligazionari

Haefele però, non nasconde che le tensioni commerciali legate ai dazi potrebbero portare volatilità nei mercati nel breve periodo, pur ritenendo che l’azionario abbia ancora margini di crescita significativi nel corso del 2025.

Quanto potrebbe scendere l’S&P 500?

Le previsioni di Kolanovic sono decisamente più pessimistiche rispetto a quelle di Goldman Sachs: l’esperto prevede un calo di almeno 1.000 punti, con l’indice che potrebbe scendere fino a 5.000 punti nel breve periodo. Tuttavia, non esclude un ribasso ancora più marcato fino a 4.000 punti, qualora le condizioni macroeconomiche dovessero peggiorare ulteriormente.

Ciò che traspare da tutte queste indicazioni è che le prospettive di Wall Street sono quantomeno incerte: mentre Goldman Sachs vede una correzione del per cento come reazione immediata alle nuove tariffe, Kolanovic avverte che il mercato potrebbe subire un ribasso molto più marcato. In questo contesto gli investitori dovranno monitorare con attenzione gli sviluppi delle politiche commerciali e le mosse della Federal Reserve, che potrebbero influenzare il sentiment di mercato nei prossimi mesi. Solo a seguito di questa analisi potranno poi prendere posizione sull’S&P 500 perchè la grande novità del 2025 è che non ci sarà più niente di scontato. In altre parole lo scenario della volatilità è improvvisamente diventato il più probabile.

Una evoluzione che può essere cavalcata facendo trading con strumenti derivati come i CFD che permettono di operare sia al rialzo (long) che al ribasso (short). Tutti i broker consentono di tradare CFD sull’S&P500 e su tutti gli altri indici Usa ma solo FP Markets permette di farlo con spread molto bassi e ciò è chiaramente un vantaggio per gli investitori.

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