una trivella al lavoro su un giacimento di greggio

L’appuntamento più importante dell’agenda macroeconomica di oggi 5 ottobre è la riunione dell’OPEC+. Le previsioni di banche d’affari e analisti sull’esito del meeting tra i paesi produttori di greggio sono convergenti: è assodato che l’OPEC+ deciderà un taglio, probabilmente consistente, alla produzione di petrolio. Questo è uno scenario inevitabile alla luce della forte debolezza che le quotazioni petrolifere stanno evidenziando nelle ultime settimane. In poche parole i paesi produttori di petrolio taglieranno la produzione di oil con il chiaro intento di far salire i prezzi del greggio.

Le domanda che restano aperte sono solo due:

  • a quanto ammonterà il taglio della produzione di petrolio?
  • quale è il target del prezzo del petrolio individuato dall’OPEC+?

Prima di provare a dare una risposta a questi interrogativi, invitiamo i nostri lettori ad analizzare il grafico in basso che riproduce l’andamento della quotazione petrolio. Come si può vedere dalla curva il Brent viaggia in area 92 dollari al barile mentre i prezzi del WTI sono attestati attorno agli 86 dollari al barile.

Nella precedente riunione, l’OPEC+ aveva deciso di tagliare la produzione di petrolio di 100 mila barili. Osservando il trend seguito dal greggio nelle ultime settimane, balza subito all’occhio il fatto che la misura decisa dai produttori nell’ultimo meeting sia servita a malapena a tamponare. Troppo forte il peso del rischio recessione per poter ipotizzare un impatto “migliore” da un taglio così contenuto della produzione.

Proprio per queste ragioni, l’OPEC+ nel meeting di oggi 5 ottobre potrebbe decidere per un taglio nettamente più profondo ai livelli produttivi. L’ipotesi più accreditata è quella di una riduzione della produzione di almeno 1 milione di barili. Si tratterebbe di una flessione record visto che per trovare un precedente così robusto è necessario andare a ritroso fino ai mesi successivi allo scoppio del Covid19 quando i prezzi dei benchmark erano crollati ai minimi storici assoluti.

Una taglio così marcato alla produzione non potrà non impattare sull’andamento del prezzo del petrolio. I precedenti storici insegnano che quando le riunioni OPEC+ si traducono in forti impatti sulla produzione di oil, le ripercussioni sui prezzi del petrolio sono immediate. Oggi puoi fare trading sul petrolio attraverso i CFD usando il broker eToro che mette a disposizione una vasta gamma di strumenti evoluti per la tua analisi strategica. In più con eToro avrai subito il conto demo gratuito da 100 mila euro virtuali e la possibilità di far parte di una grande comunità finanziaria.

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Prezzi petrolio torneranno a 100 dollari al barile dopo maxi-taglio OPEC?

Optando per un taglio così profondo, l’OPEC+ si giocherebbe il tutto per tutto. Obiettivo è evitare che il prezzo del petrolio possa finire in balia delle indiscrezioni sull’imminente recessione (come del resto sta avvenendo adesso).

In effetti gli indici produttivi sono in calo e l’inflazione continua ad aumentare. In questo contesto per l’OPEC+ diventa fondamentale mettersi al riparo da un possibile calo della domanda da parte dei grandi paesi importatori: la Cina in primis. Inoltre va anche considerata la sovrapproduzione di greggio registrata nel mese di agosto quando si è raggiunto un volume totale di 29,65 milioni di barili giornalieri dai 618.000 barili giornalieri del mese di luglio.

In questo contesto, l’obiettivo del cartello tra i paesi produttori è quello di portare i contratti sul Brent e sul WTI in un range compreso tra i 90 e i 100 al barile cercando di riequilibrare una situazione che aveva visto il petrolio a 122 dollari nel periodo tra maggio e giugno. Secondo Craig Erlam, Senior Market Analyst di Oanda, è plausibile che in vista della riunione dell’OPEC+ di oggi i prezzi del petrolio possano continuare a salire. L’analista ha anche ricordato come lo scenario più probabile è quello che vede un taglio della produzione di almeno un milione di barili al giorno. Su questa ipotesi, ha concluso Erlam, sembra esserci una forte convergenza.

Secondo Roberta Caselli, Commodities Research Associate di Global X, la riduzione della produzione di greggi che dovrebbe essere decisa dall’OPEC+ nel summit di oggi dovrebbe ammontare ad oltre l’1 per cento dell’offerta globale. Parallelamente, ha quindi aggiunto l’analista, non è da escludere che l’Arabia Saudita, con una decisione unilaterale, possa decidere per un ulteriore taglio. Riad, infatti, è spaventata per gli effetti che una recessione globale sarebbe in grado di generare sulla domanda nei mercati emergenti. Del resto l’Arabia Saudita ha più volte lanciato l’allarme sul fatto che la sua capacità produttiva di riserva è estremamente bassa

Contrariamente a quello che si può pensare, ha aggiunto la Caselli, anche la Russia dovrebbe essere favorevole a un rallentamento della produzione. Ciò non dovrebbe sorprendere più di tanto poichè i guadagni di Mosca sono crollati negli ultimi mesi a causa dei forti sconti gli i paesi importatori (India e Cina) hanno chiesto a seguito dell’invasione dell’Ucraina.

Secondo l’analista, inoltre, a seguito del taglio della produzione, i prezzi potrebbero aumentare e ciò susciterebbe una reazione degli Stati Uniti, dove Joe Biden, con l’intento di migliorare la sua immagine in vista delle elezioni di midterm, ha fatto di tutto per tenere le quotazioni petrolifere basse.

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