Diciamolo subito: si tratta di un’analisi, quindi nessuna verità assoluta e incontrovertibile, ma potrebbe rivelarsi un buono spunto per comprendere meglio quello che sta accadendo nei mercati finanziari.
Abbiamo assistito al crollo delle Borse tra la fine della scorsa e l’inizio di questa settimana, e con esse anche il mercato delle crypto ha registrato dei picchi di perdita che non vedevamo da parecchio tempo. Si è parlato molto dei timori di una recessione dell’economia Usa, ma si è anche accennato a questioni geopolitiche nonché alla scelta recentemente operata dalla banca centrale giapponese riguardo ai tassi di interesse.
Si tratta di fattori che indubbiamente hanno tutti, in un modo o nell’altro, ove più ove meno, contribuito al crollo delle Borse dei giorni scorsi, ma il principale evento scatenante, se così lo vogliamo chiamare, pare sia stato l’ultimo dei tre citati: il rialzo dei tassi di interesse da parte della Bank of Japan (BoJ).
L’economia Usa rischia davvero la recessione?
Il punto centrale di tutta la faccenda in realtà, è che probabilmente l’economia Usa non sta rischiando alcuna recessione, e secondo alcuni analisti è talmente solida da poter escludere questo pericolo anche per un prossimo futuro.
Un’economia a prova di bomba dunque? Così viene presentata da alcuni esperti, e sempre gli stessi esperti spiegano che non è il rischio di recessione dell’economia Usa la causa del crollo delle Borsa, sebbene i timori che ciò accada abbiano sicuramente influito. D’altra parte sappiamo che se gli investitori prezzano uno scenario, probabile o meno che esso sia, i mercati si comportano di conseguenza.
Alcuni dubbi però, in merito alla solidità dell’economia, non solo di quella degli Usa a dire il vero, ma dell’intero sistema occidentale dollaro-centrico, sono a nostro avviso più che legittimi. Il rafforzarsi del blocco BRICS, con la spaccatura sempre più ampia, e la necessità per quei Paesi (sempre più numerosi) di creare un sistema alternativo a quello occidentale, sono elementi che devono necessariamente essere inseriti nell’equazione.
Si tratta di fattori che rappresentano una novità, una svolta senza precedenti, in grado pertanto di determinare scenari altrettanto nuovi. Quello che altri analisti si aspettano, è che il dollaro continui a perdere terreno, fino a cedere del tutto la posizione di predominio che ha occupato per decenni. A quel punto cosa succederà all’economia Usa?
Ovviamente resta da vedere come si evolveranno gli scenari di conflitto attualmente in corso, che potrebbero portare a un conflitto su vasta scala tra due blocchi ormai probabilmente separati in modo definitivo e irreversibile. Gli scenari che si aprirebbero in questo caso sono però decisamente difficili da prevedere.
La vera causa del crollo delle Borse
Ma rimaniamo sull’analisi che poggia le sue fondamenta sulla solidità dell’economia Usa, che non andrà mai in recessione. La vera causa del recente crollo delle Borsa sarebbe legata, stando al parere di questi esperti, prevalentemente alla decisione della banca centrale giapponese di intervenire con un rialzo dei tassi di interesse.
Si tratta di un fattore che effettivamente non deve essere sottovalutato nell’analizzare quanto sta accadendo ora. Il sell-off è infatti partito proprio dall’Asia, o meglio dal Giappone, dove la Borsa è crollata mentre lo yen saliva.
Tutto sembra essere partito per l’esattezza dal cambio yen/dollaro, ma vediamo perché. Dobbiamo prima di tutto ricordare che, sia per via della dinamica ribassista del JPY, sia per i bassi tassi di interesse degli ultimi anni, lo yen giapponese è stato ampiamente utilizzato, soprattutto dagli operatori con derivati a leva, per finanziare l’acquisto di azioni in dollari.
Questo sistema viene chiamato carry trade, ed è una forma di prestito che si basa sul differenziale tra i tassi Usa e i tassi giapponesi. All’improvviso però, per via della decisione della banca centrale giapponese di alzare i tassi di interesse, è diventata una pratica meno conveniente.
Cosa succede infatti come conseguenza del rialzo repentino dello yen rispetto al dollaro? Succede che nel caso di significativi cali delle azioni, può scattare in automatico la chiusura delle funzionali operazioni in yen definite, il che a sua volta contribuisce a spingere al ribasso il mercato in quanto i titoli azionari vengono venduti di colpo. E secondo alcuni analisti potrebbe essere stato proprio il fatto che si sia inceppato questo meccanismo del carry trade ad aver fatto crollare le Borse.
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