prezzo petrolio

I prossimi due mesi saranno delicati per l’andamento delle quotazioni petrolifere. Negli Stati Uniti si avvicina la cosiddetta stagione degli uragani e c’è da scommetterci che se ne potrebbero vedere di belle anche alla luce dell’imminente recessione. Pensiamo un attimo a ciò che potrebbe accadere nel caso in cui ci dovesse essere una sorta di effetto combinato tra recessione e una devastante stagione degli uragani atlantici in grado di paralizzare l’attività di produzione e raffinazione del greggio lungo tutto il Golfo del Messico.

Non è necessario avere la sfera di cristallo per comprendere come i due eventi avrebbero un impatto notevole sulla domanda di petrolio (e di conseguenza anche sui prezzi del greggio).

Attualmente la view prevalente è quella che vede i due eventi combinati. Come hanno commentato alcuni analisti, non si tratta di “scegliere” tra questo o quell’evento ossia tra la recessione e la stagione dei prezzi ma di prendere in considerazione la possibilità che si possano verificare tutti e due assieme. Proprio a questa ipotesi i traders si dovrebbero preparare. Per farlo oggi possono anche usare la demo gratuita che viene fornita da broker autorizzati come ad esempio Plus500 (leggi qui la nostra recensione). Aprendo un conto demo con questo fornitore è possibile avere 40 mila euro virtuali da usare per imparare a comprare e vendere CFD azioni senza correre il rischio di perdere soldi reali.

Come investire sul petrolio durante la stagioni degli uragani Usa

Dal punto di vista metereologico, la stagione degli uragani negli Stati Uniti ha avuto inizio lo scorso 1 giugno. Le previsioni della scienza, anche alla luce del cambiamento climatico in atto, sono per un anno sopra la media. In poche parole la stagione degli uragani 2022 dovrebbe essere peggiore rispetto a quella degli anni passati. Un assaggio di quello che potrebbe essere già lo si è avuto nei giorni scorsi quando un potenziale ciclone tropicale di livello 2” si è formato nel mar dei Caraibi per poi puntare successivamente sulle coste dell’America Centrale.

Ricordiamo che i cicloni tropicali possono durare una settimana o più e ciò significa che sono sempre possibili sovrapposizioni il cui effetto sarebbe devastante.

Secondo gli analisti, qualsiasi tempesta potrebbe avere un impatto durissimo sulle infrastrutture energetiche, scorte e prezzi del greggio anche perchè va sempre tenuto conto che è già in atto una stretta sui barili a causa delle sanzioni contro la Russia, del “no” dell’OPEC a incrementare la produzione e del calo dell’estrazione di scisto da parte degli Usa rispetto a quelli che erano i livelli di trivellazione prima della pandemia.

Secondo John Kilduff, fondatore dell’hedge fund di energetici Again Capital a New York, alla luce della situazione in atto sui mercati, si dovrebbe prendere atto della necessità di non perdere neppure un barile di greggio nel corso dell’estate. Purtroppo, ha quindi aggiunto il finanziere, l’infrastruttura energetica americana è da sempre molto vulnerabile alle tempeste e ciò, nella stagione degli uragani, significa concreta possibilità di perdere barili preziosi.

Julian Lee di Bloomberg è sulla stessa lunghezza d’onda. Secondo l’esperto una grossa tempesta nel corso della stagione degli uragani potrebbe mettere a rischio, anche per alcune settimane, i volumi record di petrolio e gas che attualmente vengono spediti da terminal ubicati lungo la costa del Golfo USA a compratori in Europa ed Asia.

Morale: il peso di una stagione degli uragani dura sul prezzo del petrolio (già provato) sarebbe inevitabile. Se tale scenario si dovesse realizzare, il valore del greggio salirebbe ancora. In questo caso le strategie trading da adottare sarebbero di tipo long. Per esercitarsi ad investire al rialzo sul prezzo del petrolio si può usare il broker eToro che mette a disposizione una demo gratuita da 100 mila euro per fare pratica senza il rischio di rimetterci soldi veri. Per attivare l’account dimostrativo eToro basta seguire il link in basso.

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Come investire sul petrolio durante la recessione

Secondo le ultime stime, il PIL degli Stati Uniti nel secondo trimestre 2022 dovrebbe aver subito una contrazione dell’1 per cento. Se così dovesse essere, gli States sarebbero ufficialmente in recessione visto che il primo trimestre si era a suo tempo chiuso con un ribasso dell’1,6 per cento del prodotto interno lordo.

La maggior parte degli economisti ritiene che nei prossimi mesi le prospettive di una recessione potrebbero peggiorare ancora di più soprattutto se la FED dovesse proseguire con la sua politica di rialzo dei tassi di interesse.

Per alcuni esperti non è da escludere che gli Stati Uniti siano prossimi all’inizio di un vero sconvolgimento economico che tuttavia è difficile da percepire a causa della miracolosa resilienza dei consumatori che hanno sviluppato una discreta corazza dopo due anni di aiuti economici anti-covid. Tuttavia i consumatori non resisteranno per sempre e a quel punto la reale situazione dell’economia sarà chiara.

Per quello che riguarda i mercati petroliferi, la prospettiva di una recessione ha gettato le basi per la creazione di una dinamica di prezzo bidirezionale impedendo impennate visibili nonostante la decisione della Cina di riaprire dopo i vari lockdown regionali adottati per contrastare il covid19.

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