Oggi è una giornata storica sui mercati perchè accanto ad un cambio Euro Dollaro praticamente sulla parità, si sta verificando un evento che che del tutto inimmaginabile fino a pochi mesi fa: il crollo del prezzo del petrolio sotto ai 100 dollari al barile.
Mentre è in corso la redazione di questo post, il valore del greggio WTI registra un ribasso del 6,62 per cento precipitando a quota 97,2 dollari; parallelamente anche le quotazioni del Brent sono in calo registrando una flessione del 6,1 per cento a 100,58 dollari al barile. La dinamica in atto nelle ultime ore sulle quotazioni petrolifere è descritta nella curva in basso.
Dinanzi ad una flessione così ampia della quotazione petrolio, viene spontaneo chiedersi quali sono le ragioni alla base delle forti vendite. I motivi del tracollo sono essenzialmente due: il rallentamento economico globale e la decisione della Cina di introdurre nuovi lockdown regionali in molte aree del Paese per contrastare la rapida diffusione di nuove varianti del covid19. In particolare le autorità cinesi starebbero vagliando l’introduzione di nuove misure di contenimento già a partire da questa settimana in regioni come quella di Shangai. Il timore degli investitori è che il ritorno dei lockdown da in lato e il rischio di un forte rallentamento dell’economia globale possano mandare al tappeto la ripresa della domanda di greggio.
A dare il colpo definitivo ai prezzi del petrolio nel corso del pomeriggio, sono state le parole del direttore esecutivo Agenzia Internazionale per l’Energia Fatih Birol secondo il quale il mondo non ha mai assistito ad una crisi energetica così grave in termini di profondità e complessità. L’economista, intervenendo ad un forum globale sull’energia a Sydney ha aggiunto che è altamente probabile che ancora non si sia visto il peggio. Birol ha poi ripercorso le tappe della crisi energetica affermando che l’intero sistema energetico mondiale è in subbuglio a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia che non è un paese come tanti ma bensì il “principale esportatore di petrolio e gas naturale e uno dei principali attori nelle materie prime”. Birol ha quindi evidenziato come l’inverno in Europa sarà, con tutta probabilità, molto, molto difficile. Ovviamente eventuali forti difficoltà economiche per l’area Euro non potrebbero non avere implicazioni per l’economia globale.
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Crollo prezzo petrolio sotto i 100 dollari: la posizione dell’OPEC
L’attuale livello produttivo di greggio da parte dell’0Opec resta indietro rispetto a quelli che erano gli obiettivi del mese di giugno. Ciò non fa altro che alimentare preoccupazioni di ogni tipo circa la reale capacità del cartello di riuscire ad alleviare la peggiore crisi di approvvigionamento degli ultimi anni. Questa è la situazione presente prima dell’incontro tra il presidente americano Biden e i leader dei maggiori produttori di petrolio che si terrà nel corso della settimana corrente.
La speranza dei mercati è che da questo summit possano arrivare indicazioni concrete.
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