crollo prezzo petrolio

Giornata decisamente negativa per le quotazioni petrolifere. Le preoccupazioni di questa mattina circa la possibilità che il prezzo del greggio potesse crollare in modo rovinoso hanno trovato conferma nel pomeriggio. Mentre è in corso la scrittura del post, sia il WTI che il Brent sembrano essere in caduta libera.

Nel dettaglio la quotazione del petrolio WTI segna un ribasso del 5,31 per cento a quota 75,86 euro mentre il prezzo del Brent è in ribasso del 5,36 per cento sotto quota 83 euro. Bastano questi semplici numeri per evidenziare il disastro che si è abbattuto sulle quotazioni petrolifere. Il cambio di passo rispetto ad appena poche settimane fa (quando le previsioni puntavano su un rally del prezzo del greggio fino a 100 dollari al barile) è evidentissimo.

Cosa è successo? E soprattutto come si può investire adesso sul greggio?

Alla prima domanda rispondere nel prossimo paragrafo. Per quello che riguarda il secondo punto, invece, possiamo dire già da adesso che la flessione del greggio non rappresenta un problema per chi opera con strumenti di tipo derivato come i Contratti per Differenza. Grazie ai CFD, infatti, si può speculare sia su un rialzo delle quotazioni (long trading) che su un ribasso (short trading).

Soprattutto tutto ciò può essere fatto da una sola piattaforma come ad esempio eToro. Su questo sito consigliamo spesso eToro per un motivo molto semplice: la possibilità di fare pratica con un conto demo (gratuito) prima di passare all’investimento con soldi veri. La demo eToro si può aprire seguendo il link in basso senza bisogno di lasciare il sito.

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Perchè il prezzo del petrolio sta crollano?

Dopo la decisione dell’OPEC+ di procedere al taglio della produzione di greggio, le previsioni davano le quotazioni petrolifere in crescita fino a 100 dollari al barile. Ebbene tutto questo non è avvenuto. Come si spiega questo cambio di rotta?

Ad impattare negativamente sul greggio sono le previsioni economiche e in particolare il rinvigorito rischio di recessione globale. Lo scorso giovedì, i commenti hawkish dei rappresentanti delle banche centrali (sia FED che BCE) hanno lasciato trasparire un messaggio ben preciso: i rialzi dei tassi di riferimento continueranno ad essere consistenti perchè c’è la necessità di frenare l’inflazione. Una prospettiva simile, dal canto suo, non fa che crescere il rischio di una recessione di portata globale.

Altro fattore che ha spinto al ribasso il prezzo del petrolio è la debolezza del mercato fisico spot. Secondo molti analisti i prezzi per i carichi in consegna a dicembre si presentavano più a sconto rispetto a gennaio. Tale inversione nella normale struttura della curva lascia prospettare un possibile indebolimento della domanda a breve termine.

Insomma per il prezzo del petrolio la strada si fa in salita ed è in questo contesto che sta maturando il forte calo di oggi.

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