Una lezione che l’attuale grave momento di incertezza ha consegnato agli investitori è sicuramente la fine del paradigma oro uguale unico bene rifugio. Negli ultimi mesi, infatti, in più di una occasione l’oro ha mostrato di non essere più un bene rifugio venendo surclassato in questa sua tradizionale funzione dal dollaro.
E in effetti, come si può pensare di considerare l’oro un bene rifugio se il suo valore attuale è addirittura inferiore a 1700 dollari l’oncia? Come si può vedere dal grafico in basso, questa mattina il gold scambia a 1670 dollari l’oncia avendo bucato al ribasso quota 1700 nei giorni scorsi. Una quotazione francamente deprimente se si considera che, fino alla scorsa primavera, si ipotizzata un nuovo grande rally del gold in scia all’effetto combinato boom dell’inflazione + stretta monetaria da parte delle banche centrali.
Alla luce di tale contesto, è diventata inevitabile una revisione al ribasso delle previsioni oro 2022. Se fino a prima dell’estate si ipotizzata una situazione da calma piatta fino all’autunno e poi una successiva accelerazione, adesso sono in pochi gli analisti a scommettere su ritorno degli acquisti nella parte finale dell’anno.
Gli esperti di UBS sembrano avere le idee molto chiare sulle prospettive del gold nel medio termine e in un recente articolo si sono spinti ad affermare che il prezzo dell’oro potrebbe addirittura scendere fino a 1500 dollari l’oncia entro fine anno. Una prospettiva che definire negativa è poco. Una stima che, se destinata a concretizzarsi, rappresenterebbe il de-profundis definitivo, per il binomio oro uguale bene rifugio.
Prima di analizzare le motivazioni alla base di un così forte scetticismo da parte degli analisti di UBS sull’andamento futuro del gold, va tenuto conto che gli esperti svizzeri già da tempo avevano peggiorato la loro prospettiva sul metallo giallo. Prima di questo target, infatti, gli analisti puntavano su una chiusura d’anno a 1600 dollari l’oncia (appena sopra gli attuali valori). Insomma la view di UBS sull’oro è da tempo negativa ma ultimamente è addirittura peggiorata.
Prezzo oro previsioni fine anno: perchè è possibile un crollo?
Quali potrebbero essere le ragioni alla base dell’ulteriore ribasso del gold fino a 1500 dollari l’oncia? Il report di UBS sottolinea come l’ampiezza del crollo dell’oro sarà determinata da due fattori principali: l’andamento futuro dell’inflazione e quello del mercato del lavoro Usa. Parallelamente la crescita economica è destinata a rallentare e di conseguenza la liquidità non potrà che restringersi generando venti contrari per una eventuale ripresa degli investimenti. Da non trascurare poi la possibile flessione delle vendite di gioielli, effetto collaterale della recessione e della diminuzione del reddito disponibile.
Insomma, come si evince da questi fattori, il quadro con cui l’oro deve fare i conti nei prossimi mesi è decisamente negativo ed è proprio perchè c’è una convergenza di elementi contrari che non è da escludere un ribasso addirittura più ampio di quelle che sono le attese.
Prezzo oro previsioni peggiorano: come fare trading online adesso?
Il peggioramento delle previsioni sul possibile andamento dell’oro da qui a fine anno non deve determinare una fuga dal metallo giallo. In realtà sappiamo che grazie a strumenti derivati come i CFD è oggi possibile fare trading anche quando il prezzo di un asset è in ribasso. Per imparare a fare trading CFD sull’oro al ribasso consigliamo di fare prima pratica con un conto demo. Il broker eToro può essere l’ideale poichè mette a disposizione un account dimostrativo da 100 mila euro da usare proprio per fare pratica senza rischi.
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Ciò premesso, gli analisti di UBS sconsigliano di assumere nuove posizioni sull’oro fino a quando il percorso della politica della Fed non diventerà finalmente chiaro. In poche parole prima di tornare a comprare oro è fondamentale essere consapevoli di quello che farà la Federal Reserve.
In tal senso l’appuntamento di oggi potrebbe offrire un qualche indizio. Secondo gli esperti di BNP Paribas Markets 360, la possibilità che il Fomc possa deliberare un rialzo dei tassi di 100 punti base non è da escludere anche se lo scenario prevalente è quello del rialzo di 75 punti base. Su una cosa, però, tutti gli analisti sono concordi: il dato molto forte dell’inflazione nel mese di agosto ha tagliato le speranze di un ribasso dei prezzi al consumo rilanciando la preoccupazione circa il rischio che l’inflazione possa essere ancora più radicata di quanto ipotizzato. Inutile dire che questo sarebbe uno scenario molto negativo.
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