L’oro è stato assoluto protagonista dei mercati nelle ultime settimane. Appena due giorni fa, infatti, il metallo giallo è salito ai massimi storici leggermente sotto i 2580 dollari l’oncia per poi assestarsi su livelli più bassi. Complice il clima di attesa per le decisioni di politica monetaria della FED (qui le previsioni per la riunione di settembre), l’appeal sul metallo giallo resta comunque molto alto.
Sotto un certo punto di vista il fatto che il gold continui a restare sotto ai riflettori quasi stupisce se si considerano due dati entrambi pesantissimi: il citato record storico raggiunto pochi giorni fa a quota 2580 dollari è solo l’ennesimo primato del 2024 e la progressione messa a segno dal metallo giallo nell’anno corrente è oramai arrivata al 25 per cento. In entrambi i casi si tratta di primati che, in circostanze normali, potrebbero spingere ad un cambio di passo. E invece nulla di tutto questo sembra caratterizzare le prospettive del metallo giallo che restano bullish.
Il punto è che oramai non sono solo le previsioni per il 2024 ad essere improntate al rialzo ma anche quelle per la prima parte del 2025. Insomma grazie ai soliti driver che oramai chi fa trading sull’oro ha imparato a conoscere bene (gli acquisti continui di lingotti da parte delle banche centrali di tutto il mondo e le crescenti tensioni geopolitiche internazionali) il metallo giallo continua ad offrire la garanzia di investimento redditizio almeno nel medio termine.
Una buona notizia sia per i trader che già da mesi hanno attivato posizioni long sull’oro che per quelli che magari sono incerti circa la possibilità di entrare adesso su questo mercato che da mesi è oramai premiato. Entrambi possono investire sull’oro senza acquistare asset fisici ma con strumenti derivati come i CFD che danno la possibilità di operare a leva.
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Fin dove possono arrivare i prezzi dell’oro nei prossimi mesi?
Che le prospettive del gold siano positive anche dopo la fine del 2024 lo dicono chiaramente gli analisti di Goldman Sachs che in un report recente hanno ribadito la loro view bullish. Secondo la banca d’affari Usa il metallo giallo nella prima parte del 2025 potrà arrivare addirittura a 2700 dollari. Si tratta di un obiettivo di prezzo sensibilmente più alto delle quotazioni attuali dell’oro e ciò significa che è presente un buon potenziale di upside.
Tre le ragioni indicate dagli analisti americani a sostegno delle loro previsioni:
- la possibilità che gli acquisti di oro da parte delle banche centrali possa aumentare essendo operazioni oramai di natura strutturale
- le politiche di ribasso dei tassi FED che potrebbero spingere i capitali occidentali verso gli ETF sul gold
- le possibilità ulteriori tensioni geopolitiche legate all’esito delle elezioni presidenziali Usa di novembre
La risposta a chi pensa che il prezzo dell’oro non possa più crescere
Un aspetto che dà valore aggiunto al report di Goldman Sachs sull’oro è il fatto che nell’analisi vengano contestate le posizioni di chi invece ritiene che lo spazio di ulteriore crescita dell’oro sia quasi esaurito. Per gli analisti con una view più tiepida sul metallo giallo, la correlazione tra tassi di interesse e quotazione dell’oro è oramai sbiadita dal 2022. Per Goldman Sachs ciò non è però vero. Gli analisti americani ritengono che lo sfasamento emerso in questo rapporto di correlazione storica sia attribuibile al citato aumento degli acquisti di oro da parte delle banche centrali dei mercati emergenti che sono sempre più preoccupate per l’aumento del debito pubblico americano. Per gli esperti della banca d’affari Usa, quindi, la correlazione che già tra le variazioni dei tassi e l’andamento dell’oro resta un caposaldo dell’interpretazione finanziaria.
Una seconda circostanza spesso citata dagli analisti bearish sul gold è che l’impatto derivante dal ribasso dei tassi FED sia stato già scontato dal metallo giallo. In pratica per questi esperti, il valore dell’oro già ingloberebbe la stagione del taglio dei tassi FED che, per la cronaca, non è neppure iniziata visto che il primo ribasso è attesa per il board di settembre.
Goldman Sachs ritiene si che il mercato obbligazionario più tagli rispetto a quelle che sono le sue stime (tre ribassi nel corso del 2024 e un costo del denario alal fine compreso tra il 3,25 e il 3,5 per cento ma evidenzia come gli ETF che sono garantiti da riserve fisiche d’oro siano destinati a crescere un modo graduale con il taglio dei tassi. In poche parole le attuali valutazioni dell’oro non inglobano fino in fondo il cambio di passo della politica monetaria americana e quindi il prezzo del gold conserva ancora un certo margine di crescita.
Insomma volendo abbracciare l’analisi di Goldman Sachs a discapito delle stime degli analisti più pessimisti sul gold, si dovrebbe arrivare ad una sola conclusione: i prezzi del gold sono destinati a crescere nei prossimi mesi. Andare lunghi adesso in vista di un ulteriore rialzo può essere una strategia interessante. Per implementarla si possono usare i CFD oro disponibili sia sulle piattaforme di broker come eToro e IQ Option che su quelle di banche come Fineco.
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