Il mercato del rame si trova a un bivio cruciale a causa delle recenti politiche tariffarie degli Stati Uniti. Sebbene il 2024 presenti un contesto generalmente positivo per il metallo, grazie a una prevista rigidità nei fondamentali, i nuovi dazi imposti dall’amministrazione Trump introducono fattori di rischio significativi. Risultato è che cambia praticamente tutto per i trader che hanno in portafoglio questo asset ma anche per quelli che stanno sono sondando la possibilità di introdurlo. Conviene o è meglio attendere?
L’Impatto delle tariffe sul commercio del rame
Secondo Roberta Caselli di Global X, le nuove misure tariffarie decise dagli Usa includono un’imposta del 25 per cento sulle importazioni da Messico e Canada e un ulteriore 10 per cento su prodotti provenienti dalla Cina. Questi provvedimenti si inseriscono in una più ampia strategia voluta dall’amministrazione Usa il cui obiettivo finale è quello di dare sostegno produzione nazionale e ridurre la dipendenza dalle importazioni. Tuttavia, considerando che gli Stati Uniti importano una quota rilevante del metallo da Messico e Canada, l’imposizione di dazi potrebbe alterare il prezzo del rame nel mercato interno rispetto a quello globale.
Se non verrà implementata una tariffa universale su tutte le importazioni statunitensi di rame, il potenziale impatto sui prezzi potrebbe essere mitigato grazie alla riallocazione dei flussi commerciali verso altri produttori chiave, come Perù e Cile. Questo spostamento potrebbe ridurre l’effetto diretto dei dazi sulle dinamiche di prezzo negli Stati Uniti.
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Conseguenze per la domanda globale
Le tensioni commerciali globali stanno già influenzando i mercati finanziari, che prezzano una crescita economica più debole e una minore probabilità di tagli ai tassi di interesse da parte della Federal Reserve. Entrambi i fattori potrebbero limitare la domanda globale di rame. Inoltre, un aumento delle tariffe potrebbe ridurre il potere d’acquisto della Cina per le materie prime denominate in dollari, influenzando ulteriormente la domanda di rame.
Essendo la Cina il maggior consumatore di rame al mondo, il rischio di una guerra commerciale più ampia potrebbe causare un calo della domanda, con ripercussioni globali. Allo stesso tempo, una carenza insolita di minerale ha spinto le fonderie cinesi ad aumentare l’importazione di scarti di rame, di cui una parte significativa proviene dagli Stati Uniti. Le tensioni commerciali in corso potrebbero ostacolare questi flussi, aggiungendo ulteriore incertezza al mercato.
Prospettive future del prezzo del rame
Nonostante le sfide a breve termine, la domanda di rame potrebbe beneficiare nel lungo periodo della transizione energetica globale. Un importante operatore di mercato ha previsto un incremento del 62% della domanda di rame per le applicazioni legate alle energie rinnovabili, portando il consumo annuo a 42 milioni di tonnellate entro il 2050.
Volendo tirare le somme, mentre le recenti politiche tariffarie statunitensi rappresentano un fattore di rischio per il commercio e la domanda globale di rame, le prospettive di lungo termine rimangono sostenute dalla crescente necessità di questo metallo nell’industria energetica. Sarà cruciale monitorare l’evoluzione delle tensioni commerciali e l’adattamento dei flussi di mercato per comprendere il reale impatto sui prezzi e sulla disponibilità del rame nei prossimi anni.
L’indicazione per i trader, però, è chiara: mentre sul breve periodo l’incertezza può essere cavalcata in ottica speculativa il rame resta un asset da investimento.
Per investire su entrambi gli orizzonti si possono usare strumenti di tipo derivato come i CFD che non prevedono il possesso del sottostante. Nella tabella in basso sono riportati i broker che permettono di fare trading con i CFD sul rame.
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