
Mentre il mercato tecnologico affronta turbolenze e incertezze, opportunità significative si nascondono dietro titoli che hanno temporaneamente perso il favore degli investitori a breve termine. Oracle (ORCL), storico colosso dei database e dei servizi cloud, si trova in un momento particolare della sua traiettoria: nonostante abbia sovraperformato il Nasdaq Composite negli ultimi cinque anni con un impressionante +230% (contro il +143% dell’indice), il 2025 ha visto una flessione del 7% del titolo. La combinazione di fondamentali solidi, un backlog in esplosione e piani di espansione aggressivi potrebbe trasformare questa temporanea debolezza in un’opportunità d’oro per gli investitori con visione di lungo periodo.
Il portafoglio ordini
Il mercato ha reagito negativamente agli ultimi risultati trimestrali di Oracle, con un aumento dell’8% del fatturato su base annua e un incremento del 4% degli utili rettificati che sono apparsi insufficienti rispetto alle aspettative di Wall Street. Le previsioni di crescita del management per il trimestre in corso, stimate intorno al 9%, sono risultate anch’esse leggermente inferiori alle attese degli analisti (11%), contribuendo al sentiment negativo.
Tuttavia, focalizzarsi esclusivamente su questi risultati a breve termine significa ignorare l’elemento più rilevante nella storia di Oracle: l’incredibile aumento del 62% su base annua degli obblighi di prestazione rimanenti (RPO), che hanno raggiunto la cifra record di 130 miliardi di dollari. Gli RPO rappresentano il valore totale dei contratti già firmati ma non ancora eseguiti, costituendo essenzialmente un’anticipazione della crescita futura dell’azienda.
Durante l’ultima conference call con gli analisti, il management ha sottolineato che il trimestre appena concluso è stato il più forte di sempre in termini di prenotazioni, con l’aggiunta di ben 48 miliardi di dollari di nuovi contratti al backlog dell’azienda. Un dato ancora più significativo emerge considerando che Oracle sta attualmente operando al limite della propria capacità produttiva, con una domanda per la sua infrastruttura cloud che sta superando l’offerta.
Il management ha evidenziato come la propria infrastruttura cloud sia “più veloce e, quindi, più economica dei nostri concorrenti”, un vantaggio competitivo fondamentale in un mercato caratterizzato da una crescente attenzione ai costi. Le prospettive di crescita del settore sono straordinarie: Goldman Sachs stima che il mercato delle infrastrutture cloud-as-a-service (IaaS) genererà ricavi annui per 580 miliardi di dollari entro il 2030, e Oracle sembra ben posizionata per conquistarne una quota significativa.
La strategia di espansione che potrebbe cambiare tutto
Il management di Oracle ha delineato una traiettoria di crescita accelerata per i prossimi anni, che contrasta nettamente con la percezione di azienda “matura” spesso associata al gigante tecnologico. L’azienda prevede un’accelerazione della crescita dei ricavi al 15% nel prossimo anno fiscale, seguita da un impressionante 20% nell’anno fiscale 2027, entrambi valori superiori alle stime precedentemente comunicate.
Nel settembre dello scorso anno, Oracle aveva previsto ricavi per 65 miliardi di dollari nell’anno fiscale 2026, ma ora ritiene di poter raggiungere i 66 miliardi. Proiettando la crescita del 20% per l’anno fiscale 2027, i ricavi potrebbero superare i 79 miliardi di dollari, una cifra superiore alle attuali previsioni degli analisti.
La chiave di questa accelerazione risiede nell’aggressivo piano di espansione della capacità dei data center, un elemento fondamentale per monetizzare l’enorme backlog accumulato. Il management ha annunciato piani per raddoppiare la capacità dei data center nell’anno fiscale in corso e addirittura triplicarla entro la fine del prossimo anno fiscale.
L’ampliamento della capacità infrastrutturale permetterà a Oracle di:
- Soddisfare un volume maggiore di contratti già firmati (RPO)
- Accettare nuovi ordini senza i vincoli di capacità attuali
- Migliorare i margini operativi grazie alle economie di scala
- Rafforzare la propria posizione competitiva nel mercato delle infrastrutture cloud per l’AI
- Espandere l’offerta di servizi a valore aggiunto
La strategia di Oracle appare particolarmente efficace considerando l’attuale contesto di mercato, dove la domanda di infrastrutture per l’addestramento e l’inferenza di modelli di intelligenza artificiale sta crescendo esponenzialmente, creando opportunità senza precedenti per i fornitori di servizi cloud in grado di offrire prestazioni competitive a costi contenuti.
Il potenziale di triplicare il valore in cinque anni
Nel settembre dello scorso anno, Oracle aveva previsto che i suoi utili sarebbero potuti aumentare a un tasso annuo superiore al 20% fino all’anno fiscale 2029. Tuttavia, i commenti più recenti del management durante l’ultima conference call sugli utili suggeriscono prospettive ancora più ottimistiche.
Ipotizzando un tasso di crescita degli utili del 25% all’anno nei prossimi cinque anni, i profitti di Oracle potrebbero raggiungere 18,31 dollari per azione entro l’anno fiscale 2030, partendo dagli utili previsti per l’anno fiscale 2025 di 6,00 dollari per azione. Attualmente, il titolo viene scambiato a circa 21 volte gli utili, un valore significativamente inferiore al multiplo di 25 dell’indice Nasdaq-100.
Se il mercato decidesse di attribuire a Oracle una valutazione più in linea con il settore tecnologico e tra cinque anni il titolo fosse scambiato a 25 volte gli utili, il prezzo delle azioni potrebbe raggiungere i 458 dollari, con un incremento del 197% rispetto ai livelli attuali. Va sottolineato che questa stima potrebbe rivelarsi conservativa se Oracle dovesse superare le proprie previsioni di crescita, scenario tutt’altro che improbabile considerando l’attuale dinamica di mercato e la posizione competitiva dell’azienda.
La valutazione attuale di Oracle appare particolarmente interessante se confrontata con altri titoli tecnologici esposti al settore dell’intelligenza artificiale, molti dei quali scambiano a multipli significativamente più elevati nonostante prospettive di crescita comparabili o inferiori.
Il recente calo del titolo offre quindi un’opportunità di ingresso per gli investitori con orizzonte di lungo periodo, interessati a partecipare alla trasformazione digitale guidata dal cloud computing e dall’intelligenza artificiale, settori in cui Oracle sta rapidamente consolidando la propria posizione.
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