E’ il petrolio l’asset su cui investire negli ultimi giorni del 2024? La domanda viene spontanea alla luce dell’ottima prestazione registrata nelle ultime ore dalle quotazioni petrolifere. Il greggio WTI, infatti, si è portato oltre i 70 dollari al barile grazie ad una cavalcata positiva che ha premiato i trader che avevano assunto posizioni bullish sul greggio. E oggi cosa potrebbe accadere?
Per rispondere a questa domanda è anzitutto necessario cercare di capire i motivi per cui il WTI abbia intrapreso la strada del rialzo per poi interrogarsi sulle possibilità che il trend possa proseguire ancora. Infine va anche impostata una strategia trading che tenga conto della prospettiva tracciata. Esclusa la possibilità di operare sui barili di petrolio (sarebbe follia), la migliore strada percorribile è quella di fare trading sul petrolio con i CFD. Si tratta di strumenti di tipo derivato che consentono di speculare al rialzo e al ribasso (long e short trading) senza il possesso del sottostante.
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Cosa ha spinto il petrolio WTI oltre i 70 dollari al barile
Come detto in precedenza iniziamo l’analisi dalla situazione in atto: cosa ha determinato la progressione del WTI a oltre 70 dollari al barile? Una spiegazione c’è. Il balzo in avanti è infatti partito dopo la pubblicazione di dati macro che hanno mostrato un calo maggiore del previsto nelle scorte di greggio Usa. Stando a quanto evidenziato nel rapporto dell’Energy Information Administration (EIA) diffuso venerdì 27 dicembre 2024, le scorte di petrolio negli Stati Uniti sono diminuite di 4,2 milioni di barili. Si tratta di un dato nettamente superiore alle stime della vigilia che puntavano su una riduzione di appena 700.000 barili di petrolio. Come messo in evidenza da Antonio Di Giacomo, Senior Market Analyst di XS.com, la notizia ha alimentato l’ottimismo del mercato lanciando in avanti le quotazioni del WTI.
Ma torniamo al dato macro. Il significativo calo delle scorte di petrolio va inteso come il riflesso di una riduzione dell’offerta sul mercato statunitense. A sua volta questa indicazione rappresenta un fattore cruciale per le stesse dinamiche dei prezzi del greggio. Una riduzione così ampia va intesa come un sintomo di minore saturizzazione del mercato. In altre parole le flessione marcata delle scorte potrebbe essere il segnale che il mercato petrolifero in Usa si sta riequilibrando. Tra l’altro va tenuto conto che anche il rapporto dell’American Petroleum Institute (API) aveva anticipato una flessione marcata delle scorte contribuendo ad alzare i prezzi del petrolio e preparando così il terreno alla conferma ufficiale dell’EIA.
Anche i fattori globali dietro al rialzo del WTI
La progressione del WTI ad oltre 70 dollari al barile non è stata causata solo dal dato Usa sulle scorte. Il rialzo ha infatti trovato il suo habitat ideale da alcune notizie arrivate dal fronte internazionale. In particolare sono state le aspettative di un maggiore stimolo fiscale in Cina, paese da annoverare tra i principali consumatori di petrolio al mondo, a spingere il sentiment di mercato. Gli investitori prevedono che le misure di supporto economico nella seconda economia mondiale possano incrementare la domanda di greggio nei prossimi mesi, compensando in parte le preoccupazioni per un rallentamento economico globale.
Insomma sul fronte cinese la prospettiva sembra essere molto diversa rispetto a quella di alcuni mesi fa e ciò ha ovviamente dato sostegno al WTI.
E adesso cosa succederà alle quotazioni petrolifere?
Gli ultimi giorni dell’anno sono sempre un periodo un pò particolare per tutti i mercati compreso quello petrolifero. Se l’azionario è ai minimi termini con molte borse che sono chiuse per festività (ad esempio la borsa di Milano sarà chiusa sia domani 31 dicembre che il successivo 1 dicembre) il mercato delle materie prime sconta volumi di scambio molto contenuti a causa delle festività e delle attività di fine anno. In questo contesto le prese di profitto e il ribilanciamento dei portafogli da parte degli investitori hanno quindi limitato l’entità del recupero dei prezzi del WTI che, come visto, sono comunque riusciti a tenersi su livelli relativamente alti. Questa situazione potrebbe fare da preludio a una maggiore volatilità nel momento in cui dal 2 gennaio saranno ripresi i normali scambi.
Proprio in relazione alle stime sul possibile andamento del valore del greggio nei primi giorni del nuovo anno, l’analista ritiene che la combinazione tra una minore offerta statunitense e le aspettative di una domanda globale più forte abbiano creato un ambiente favorevole per il recupero dei prezzi del greggio. Attenzione però a non dare niente per scontato perchè sarà fondamentale monitorare i possibili cambiamenti nelle politiche di produzione dell’OPEC+ e i dati economici globali ritenuti catalizzatori in grado di influenzare i movimenti dei prezzi nelle prossime settimane.
Una cosa è certa: dopo la pausa festiva, il prezzo del petrolio potrebbe registrare una volatilità tale da offrire interessanti occasioni di ingresso ai trader e questo sia in caso di strategie rialziste che in caso di prospettive ribassiste. Con il conto simulato eToro c’è la possibilità di imparare ad operare senza correre il rischio di rimetterci soldi reali.
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