Il tragico incidente aereo costato la vita, tra gli altri, al presidente iraniano Ebrahim Raisi e al ministro degli Esteri Hossein Amirabdollahian, ha avito un impatto molto limitato sul prezzo del petrolio. Questa mattina, infatti, il Wti con consegna a giugno è attestato a 80,25 dollari al barile con un aumento dello 0,24 per cento mentre il Brent con consegna a luglio scambia a 84,31 dollari al barile con una progressione dello 0,39 per cento.
Che il segno della quotazione petrolio sia verde è inequivocabile ma è altrettanto evidente che non c’è alcun grande rally. Eppure un incidente di questa portata in un’area così importante per la produzione di greggio come è il Medio Oriente in un momento così delicato come è quello in atto da ottobre ossia da quando Israele ha invaso la striscia di Gaza, avrebbe lasciato ipotizzare ben altro impatto sui valori del greggio.
Merito del contenimento degli effetti è senza dubbio dell’Ayatollah Ali Khamenei che ha affermato che il tragico incidente non determinerà alcun turbamento negli affari interni della Repubblica Islamica. Le dichiarazioni della suprema guida hanno smorzato sul nascere ogni tensione.
Ma non si tratta solo di questo. Come hanno messo in evidenza alcun analisti è sempre più evidente che il prezzo del petrolio stia diventando progressivamente più indifferente alle tensioni geopolitiche. In altre parole eventi geopolitici di una certa portata e con implicazioni non di poco conto dovrebbero avere conseguenze molti più forti sul valore del greggio e invece gli effetti sono molto più contenuti. Come si è arrivati a questa situazione?
Il rischio geopolitico condiziona poco le quotazioni petrolifere
Provare a capire perchè le tensioni geopolitiche non hanno più quell’impatto che avevano sui prezzi del petrolio fino a pochi mesi fa è fondamentale anche dal punto di vista dei trader.
Questi ultimi, in effetti, basandosi sui precedenti storici, potrebbero essere tratti in inganno da un determinato evento geopolitico e adottare strategie fortemente ribassiste sul greggio che poi si potrebbero rivelare sbagliate perchè quell’evento, contrariamente alle ipotesi, alla fine non ha avuto tutto questo grande impatto.
La questione è quindi molto importante.
Secondo Warren Patterson, responsabile della strategia sulle materie prime per ING Groep NV a Singapore, il mercato del petrolio sta diventando sempre più insensibile agli eventi geopolitici perchè l’enorme produzione in eccesso dell’OPEC fa da cuscinetto e quindi impedisce ai prezzi di registrare oscillazioni forti anche dinanzi ad eventi geopolitici teoricamente ad alto impatto.
In questo contesto, ha quindi aggiunto l’analista, diventa fondamentale ricevere dalla stessa organizzazione dei paesi produttori delle indicazioni più precise in merito a quali saranno le linee politiche del futuro.
Ecco quindi il reale catalizzatore del prezzo del petrolio per il medio termine: le mosse dell’OPEC! Un catalyst molto più forte di tutti gli eventi geopolitici. In questo contesto una data calda potrebbe essere il primo giugno prossimo quando è in programma la nuova riunione dei paesi produttori (anche se le stime sono per una conferma dei livelli attuali).
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Impatto sui prezzi anche dalle condizioni di salute del re saudita?
L’Iran è il terzo produttore all’interno dell’OPEC mentre al primo posto c’è l’Arabia Saudita. Ebbene proprio a Riad sembrano insinuarsi nuove tensioni. Il principe ereditario ha infatti annullato all’improvviso un viaggio in Giappone a causa della grave stato di salute del re.
Proprio l’aggravamento delle condizioni di salute del regnante saudita potrebbe essere un elemento di speculazione per il greggio. Come sempre avviene nelle fasi di passaggio politico, si potrebbe creare una situazione di incertezza con conseguenze anche sul prezzo del petrolio.
Addirittura secondo alcuni analisti se oggi il valore del greggio sale (sia pure in modo contenuto) potrebbe essere più per l’aggravamento della salute del re saudita che per l’incidente che ha decapitato il governo iraniano.
Ad ogni modo, a prescindere dall’entità del rialzo, anche piccole progressioni possono essere sfruttato per fare trading sul petrolio se si sceglie lo strumento più idoneo. I CFD petrolio consentono di speculare sia al rialzo che al ribasso sul greggio operando a leva. I Contratti per Differenza si possono trovare sia sulle piattaforme di broker come eToro che su quelle di banche come Fineco.
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