L’S&P 500, dopo il rialzo dell’1,83 per messo messo a segno ieri, ha aperto la penultima seduta della settimana con una leggera progressione attestandosi poco sotto i 6.000 punti. I mercati azionari sembrano anche oggi continuare a cavalcare l’ottimismo per la capacità delle aziende e dell’economia statunitense di adattarsi a un contesto di tassi di interesse elevati. Il clima di fiducia che si respira a Wall Streeet è alimentato da un inizio positivo della stagione delle trimestrali, guidato dai grandi istituti bancari che hanno superato le attese.
In particolare:
- JPMorgan Chase, Wells Fargo, Goldman Sachs e Citigroup hanno riportato utili per azione sopra le previsioni.
- In generale ricavi, escluso il caso di Wells Fargo, sono risultati migliori delle aspettative, riflettendo la spinta delle attività di investment banking e il rinnovato interesse per i prestiti aziendali.
Secondo il Wall Street Journal, la fiducia delle aziende nell’economia, la presidenza di Donald Trump e l’aumento delle operazioni bancarie stanno alimentando il sentiment positivo che si respira sui listini Usa.
Una tendenza, quella in atto, che premia gli investitori che non si sono fatti travolgere dalla paura di inizio anno.
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Tassi, inflazione e mercati resilienti
Secondo l’analisi di Samer Hasn, Senior Market Analyst di XS, nonostante i tassi d’interesse elevati e i rendimenti obbligazionari in salita, gli investitori vedono ancora margini di crescita per il mercato azionario. Risultati solidi, specialmente nel settore tecnologico, potrebbero giustificare le alte valutazioni attuali.
Per l’esperto, però, non mancano alcuni segnali di difficoltà tra cui:
- L’inflazione elevata che continua a pesare sulle piccole imprese, con una contrazione del 2% nei prestiti commerciali di JPMorgan nell’ultimo trimestre e un aumento del 9% nei prestiti inesigibili.
- L’indice dei prezzi al consumo (CPI) che ha raggiunto il 2,9% su base annua, ma la crescita dell’inflazione core è stata inferiore alle attese, offrendo un po’ di sollievo ai mercati.
Geopolitica: una spada di Damocle sui mercati
C’è poi la tensione internazionale con le tensioni geopolitiche che restano un fattore di preoccupazione. Il CEO di JP Morgan, Jamie Dimon, ha definito il contesto globale il più complesso e pericoloso dalla Seconda Guerra Mondiale, con conflitti in Ucraina e Medio Oriente che continuano a pesare.
Sebbene il cessate il fuoco a Gaza abbia suscitato speranze per una pace duratura, persistono dubbi sulla stabilità dell’accordo. Preoccupano, inoltre, possibili escalation in Yemen e Iran, che potrebbero riaccendere tensioni regionali senza però, secondo gli analisti, impattare significativamente le principali economie globali.
Ad ogni modo l’S&P 500 sta dimostrando una straordinaria resilienza in un contesto di incertezza economica e geopolitica. Tuttavia, l’equilibrio tra fiducia nei mercati e rischi globali richiede attenzione. I risultati trimestrali e gli sviluppi politici saranno cruciali per delineare il futuro dei mercati americani
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