La nuova settimana inizia con il prezzo del petrolio in forte rialzo. Era da tempo che le quotazioni petrolifere non registrano apprezzamenti come quelli in corso proprio in queste ore. Da mesi, infatti, il prezzo del greggio “sonnecchiava” su livelli medio/bassi con poche, e circoscritte, fiammate in avanti. Da alcune ore tutto è cambiato dopo che l’OPEC+ (organizzazione paesi produttori di petrolio + la Russia) ha deciso di tagliare la produzione per tenere conto del nuovo contesto economico e finanziario che è emerso nelle ultime settimane.
Ma vediamo anzitutto i numeri. Mentre è in corso la redazione del post, il Brent segna una progressione del 5,65 per cento a 84,4 dollari al barile mentre il WTI avanza del 5,8 per cento attestandosi sopra gli 80 dollari al barile. Le variazioni sono molto consistenti e riflettono proprio la sorpresa con cui il mercato ha accolto l’annuncio dei paesi produttori.
Prima di analizzare, nel dettaglio, quelle che sono state le motivazioni addotte dall’OPEC+ per giustificare una simile decisione, ci preme evidenziare come l’aumento del prezzo del petrolio sarà certamente un problema per gli automobilisti ma, al tempo stesso, è una situazione che può essere sfruttata proprio per fare trading sul prezzo del greggio. Ovviamente per investire sul petrolio non serve acquistare barili di oil ma è sufficiente operare con uno strumento derivato come i Contratti per Differenza. I CFD riflettono l’andamento del sottostante (in questo caso il petrolio) senza il possesso fisico e permettono di speculare sulle differenze di prezzo.
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Perchè OPEC+ ha tagliato la produzione di petrolio
Il contesto economico e finanziario a livello globale è profondamente cambiato nell’ultimo mese. Ai timori per lo scoppio di una recessione si sono aggiunte anche le preoccupazioni per la crisi bancaria.
L’OPEC+ ha deciso di tagliare la produzione proprio per tenere conto del peggioramento del quadro di riferimento. La decisione è arrivata domenica sera con un annuncio che nessuno si aspettava (perlomeno non con questo timing). Concretamente la produzione sarà tagliata di circa 1,16 milioni di barili al giorno (bpd). Il nuovo taglio si va ad aggiungere alla riduzione dell’output di 2 milioni di bpd oltre ai 500.000 bpd in meno promessi dalla Russia che fu deliberato lo scorso ottobre. A causa dei tagli, quindi, la riduzione totale del mercato petrolifero adesso ammonta a a 3,66 milioni di barili al giorno.
L’Arabia Saudita detiene la quota maggiore dell’ultimo taglio con una riduzione pari a 500.000 bpd. A seguire c’è poi l’Iraq con un taglio di 211.000 bpd e quindi gli Emirati Aarabi Uniti che hanno tagliato di 144.000 bpd.
L’ufficializzazione del taglio della produzione arriverà oggi, giorno in cui si terrà una riunione virtuale dei rappresentanti dell’OPEC+. Visto che l’annuncio è già arrivato ieri, non sono da attendersi novità dal summit. Tuttavia, come hanno messo in evidenza alcuni analisti, non è da escludere che ci possano essere anche indicazioni sulla durata di questa nuova stagione di tagli.
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Come cambiamo le previsioni petrolio 2023
La decisione dell’OPEC+ di tagliare la produzione non ha determinato solo un forte rialzo delle quotazione petrolifere ma ha avuto un immediato impatto anche sulle previsioni per l’anno in corso.
Gli esperti di Goldman Sachs sono stati i primi a recepire nella loro view le tendenze che il prezzo del greggio potrebbe avere prossimamente a causa della svolta dei paesi produttori.
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In questo contesto gli analisti della banca d’affari hanno rivisto al rialzo di 5 dollari le previsioni sul prezzo del Brent portandole a 95 dollari al barile entro dicembre 2023. Immediata la reazione degli Usa alla decisione dell’OPEC+ di procedere con il taglio della produzione. Un portavoce dell’amministrazione Biden ha dichiarato che le riduzioni non sono consigliabili e ha aggiunto che la Casa Bianca continuerà a puntare sulla riduzione dei prezzi della benzina per i consumatori.
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