Le azioni asiatiche sono calate martedì mentre il dollaro statunitense si manteneva vicino ai massimi di diversi mesi. Un brusco calo delle obbligazioni e un’impennata dei prezzi dell’oro indicavano una crescente cautela da parte degli investitori in vista delle prossime elezioni statunitensi.
I rendimenti di riferimento dei Treasury statunitensi a 10 anni sono aumentati di 11 punti base durante la notte e hanno continuato a salire di 1 pb nelle prime contrattazioni asiatiche, raggiungendo il 4,19%. Nel frattempo, l‘oro è salito a un massimo storico di oltre 2.740 dollari l’oncia lunedì, per poi stabilizzarsi a 2.725 dollari martedì mattina.
Il Nikkei del Giappone è sceso dell’1,1% nelle contrattazioni mattutine, segnando il livello più basso dall’inizio di ottobre. L’indice MSCI Asia-Pacifico, escluso il Giappone, è sceso dello 0,8%.
Anche gli indici di Wall Street sono scesi durante la notte, e i futures hanno seguito la stessa tendenza nelle contrattazioni asiatiche.
L’aumento dei prezzi del petrolio, influenzato dal conflitto in Medio Oriente e dalla recente morte del leader di Hamas, Yahya Sinwar, ha contribuito alla volatilità nei mercati obbligazionari, secondo il stratega di ANZ Jack Chambers.
I futures sul greggio Brent sono aumentati dell’1,7% lunedì, prima di stabilizzarsi a 73,89 dollari al barile in Asia.
L’agenzia di stampa Reuters ha citato Chambers, il quale ha affermato che le preoccupazioni legate alle imminenti elezioni statunitensi, ora a sole due settimane di distanza, stanno contribuendo all’instabilità del mercato.
Ha aggiunto: “L’attenzione sulle elezioni statunitensi e sulle dinamiche fiscali probabilmente sta pesando sul sentiment. Indipendentemente dal risultato delle elezioni, è improbabile che ci sia una consolidazione fiscale“.
In Australia, l’indice S&P/ASX 200 è sceso dell’1,3% a metà mattinata, con le azioni del rivenditore indipendente Metcash in calo del 6% dopo che Goldman Sachs ha rivisto il suo obiettivo di prezzo per il titolo, citando preoccupazioni per una possibile perdita di quote di mercato.
In Cina, i mercati sono rimasti tranquilli mentre i trader attendevano ulteriori stimoli governativi per sostenere l’economia in rallentamento. L’indice Hang Seng di Hong Kong e il Composite di Shanghai sono rimasti per lo più piatti.
I mercati valutari hanno rispecchiato il movimento dei Treasury, facendo salire il dollaro
L’euro è rimasto vicino al minimo di due mesi, a 1,0819 dollari, mentre lo yen si aggirava intorno ai 150,67 per dollaro.
Anche i dollari australiano e neozelandese sono rimasti vicini ai minimi di diversi mesi, rispettivamente a 0,6655 e 0,6021 dollari.
Gli analisti di mercato hanno suggerito che il recente rally del dollaro riflette l’anticipazione di una vittoria di Donald Trump nelle elezioni presidenziali statunitensi, che si prevede aumenterà l’inflazione e i rendimenti obbligazionari a causa delle sue politiche commerciali e fiscali.
Joe Capurso, stratega della Commonwealth Bank of Australia, ha osservato che “Con il presidente Trump ora prezzato nei mercati valutari, l’AUD/USD affronta rischi moderati al ribasso, mentre una vittoria di Kamala Harris potrebbe scatenare una reazione di mercato più ampia.”
Con pochi dati economici in calendario, l’attenzione degli investitori sarà sui principali utili societari statunitensi, tra cui i risultati di General Motors, Texas Instruments, Verizon, Lockheed Martin e 3M, previsti per la giornata.
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