Morgan Stanley prova a recuperare il terreno perso sull’intelligenza artificiale lanciando un progetto con cui punta ad offrire una nuova esperienza di consulenza finanziaria ma solo ai suoi clienti facoltosi. La celebre banca d’affari americana ha avviato una collaborazione con Open AI, la società diventata famosa per aver lanciato, ChatGPT, al fine di sviluppare un chatbot dotato di IA che ascolta le conversazioni tra i clienti e i consulenti finanziari per migliorare l’esperienza per entrambe le parti. Si tratta di un progetto decisamente avanzato che terrà impegnata Morgan Stanley a lungo.
I test di questa innovativa soluzione sono durati diversi mesi e hanno coinvolto 1.000 consulenti finanziari. Il risultato positivo è stato reso possibile grazie alla solida partnership tra la banca d’investimenti e l’azienda della Silicon Valley.
Tra l’altro la collaborazione ha permesso a Morgan Stanley di ottenere un accesso privilegiato allo sviluppo di prodotti per la gestione patrimoniale. Grazie a questa partnership, la banca sta sviluppando una tecnologia che, con il consenso dei clienti, può creare un riassunto delle conversazioni, redigere e-mail di follow-up suggerendo i passi successivi, aggiornare il database delle vendite della banca, programmare appuntamenti e imparare come aiutare i consulenti a gestire le finanze dei clienti in aree come le tasse, i risparmi per la pensione e le eredità.
Nonostante l’intelligenza artificiale abbia un ruolo sempre più importante, Morgan Stanley ha comunque chiarito che la consulenza sugli investimenti rimarrà di competenza degli esseri umani. Il chatbot a chi si sta lavorando, infatti, fornirà approfondimenti e supporto amministrativo ai consulenti finanziari ma sarà la componente umana a restare al centro di tutto il processo.
I primi riscontri sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella consulenza finanziaria sembrano essere positivi. I ricavi netti della banca americana sono aumentati del 16 per cento nel secondo trimestre del 2023 mentre le attività dei clienti sono cresciute di 90 miliardi di dollari.
Non solo Morgan Stanley: anche Goldmam Sachs punta sui clienti facoltosi
Se Morgan Stanley prova a prendere il treno dell’intelligenza artificiale mettendolo a disposizione dei clienti facoltosi, la rivale Goldman Sachs, sembrerebbe essere pronta a vendere una parte della sua attività di wealth managemen. L’obiettivo, però, è lo stesso: specializzarsi sempre di più sui clienti super-ricchi.
In quest’ottica la celebre banca d’affari sta prendendo in considerazione la possibilità di cedere parte della sua divisione di consulenza sugli investimenti, precedentemente conosciuta come United Capital Financial Partners, che ha in gestione circa 29 miliardi di dollari e che, a suo tempo (nel 2019), era stata acquisita per 750 milioni di dollari.
La decisione presa dal management di Goldman Sachs riflette il desiderio di ridefinire la sua strategia nel settore della gestione patrimoniale. Inizialmente, l’acquisizione di United Capital Financial Partners aveva l’obiettivo di diversificare la base clienti della banca al di fuori dell’ambito dei clienti ultra-ricchi. Tuttavia, nonostante questa acquisizione, la divisione è rimasta relativamente piccola rispetto all’ampio portfolio di gestione patrimoniale di Goldman Sachs, che ammonta complessivamente a 1.000 miliardi di dollari in asset per clienti ultra-ricchi.
Il punto è che l’amministratore delegato di Goldman Sachs, David Solomon, si trova sotto pressione per migliorare la redditività della banca dopo che i profitti hanno subito un calo del 60 per cento nel secondo trimestre del 2023. La flessione viene in parte attribuita alle svalutazioni nelle attività di credito al consumo e agli investimenti immobiliari.
La decisione di concentrarsi maggiormente sui clienti ultra-ricchi riflette anche il desiderio di Goldman Sachs di competere efficacemente con le banche rivali. L’istituto finanziario è determinato a recuperare terreno e a garantire una posizione competitiva nel settore della gestione patrimoniale. Questo è particolarmente rilevante considerando che altre banche, come la citata Morgan Stanley, hanno avuto successo nell’espandere la propria divisione di gestione patrimoniale attraverso acquisizioni strategiche che generano entrate costanti dalle commissioni.
Insomma, come si può vedere dai casi di Morgan Stanley e Goldman Sachs, le grandi banche d’affari, chi ricorrendo all’intelligenza artificiale e chi attraverso operazioni di cessione oculate, sembrano puntare ad offrire servizi sempre più specializzati alla grande (e ricca) clientela.
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