chart trading e Babbo Natale
Le borse verso nuovi massimi per fine 2023/inizio 2024 - Borsainside

Mancano circa 6 settimane alla fine dell’anno e tra gli investitori già si inizia a parlare del cosiddetto rally di Babbo Natale. La domanda che i traders si stanno facendo è se anche quest’anno ci sarà o no un exploit di fine anno dei mercati. Quante probabilità ci sono che si verifichi questo scenario e che il mercato azionario si possa spingere verso nuovi massimi? In effetti il fatto che, nelle ultime settimane, le materie prima abbiano continuato a perdere appeal a fronte di uno spostamento della liquidità verso l’obbligazionario e soprattutto verso l’azionario, sembra proprio sostenere questa ipotesi.

Se lo scenario del rally di Babbo Natale si dovesse davvero verificare sarebbe una buona notizia per chi è solito investire in borsa. Costoro, in vista di un ulteriore apprezzamento dei mercati azionari, potrebbero sfruttare eventuali momentanei ritracciamenti per comprare a prezzi più bassi in ottica rialzo verso i nuovi massimi. I mezzi per farlo ci sono anche perchè oggi tutti i migliori broker forex e CFD permettono di speculare sugli indici della più importanti borse mondiali. In fin dei conti si tratta solo di capire quante probabilità ci sono che i mercati registrino un classico rally di Babbo Natale. Proprio di questo parleremo nell’articolo facendo riferimento ai segnali che stanno arrivando dalle borse nelle ultime settimane.

Investire in Borsa su rally di Babbo Natale: i segnali che arrivano dall’S&P 500

Come si può vedere dal grafico in alto, l’S&P 500 ha recentemente superato le due linee di tendenza ribassiste, create dal 2020 in poi rispetto all’indice delle commodity, indicando un possibile e significativo cambiamento di direzione. Questo segnale è, senza dubbio, positivo per le azioni, ma occorrerà pazientare fino a quando il rapporto non supererà i massimi registrati a giugno 2023 e non recupererà i massimi di febbraio 2020, toccando quota $160.

Le azioni potrebbero consolidare la loro sovraperformance rispetto alle materie prime, dirigendosi verso nuovi massimi. L’indice S&P 500 ha toccato l’ultimo massimo storico il 3 gennaio 2022, trascorrendo 473 giorni al di sotto di tale livello. Nonostante molti considerino questa ripresa “difficile”, il mercato sta gradualmente ritornando a quei livelli. Attualmente, il mercato si trova a meno del 2 per dal nuovo massimo annuale, sottolineando la robustezza delle ultime settimane, e a meno del 6 per cento dal massimo storico di gennaio 2022 a 4800 punti.

Per quello che riguarda le singole azioni, Nvidia si conferma come il top performer, registrando un notevole aumento del 240 per cento dall’inizio dell’anno, con un ulteriore incremento del 20 per cento nel solo ultimo mese grazie al crescente boom dell’intelligenza artificiale. Il rally di Nvidia si affianca al più grande afflusso di liquidità verso le large-cap USA dal febbraio 2022. Attenzione a valutare in modo univoco questo fatto perchè parallelamente l’aumento della quota detenuta dalle sette principali società dell’S&P 500 sta suscitando preoccupazioni sulla diversificazione dell’indice. La possibilità che queste società cedano o sottoperformino potrebbe minare la stabilità complessiva del mercato di Wall Street.

Investire in borsa: i titoli a High Beta e di rischio sono da tenere d’occhio?

E a proposito della singole quotate, cosa fare con i titoli high beta e di rischio?

Se si riavvolge il nastro si può notare come nel periodo compreso tra marzo 2020 e novembre 2021, il mercato azionario abbia vissuto un notevole rialzo trainato dai settori ad Alto Beta, i quali hanno sovraperformato quelli a Basso Beta.

Tuttavia, da aprile 2022 a dicembre, si è verificato un “leggero” cambiamento di scenario, con i titoli Low Beta che hanno preso il sopravvento. Successivamente, si è assistito a un’inversione di tendenza a favore degli High Beta, raggiungendo i massimi a luglio 2023. Questo cambio di direzione è stato guidato dal sentiment positivo riguardo all’economia, riflesso anche nelle performance delle aziende con rating basso, teoricamente destinate a performare in questo contesto. La volatilità del mercato spesso influisce sulle scelte degli investitori, che scaricano i titoli di società meno stabili durante periodi di paura e volatilità, e viceversa.

Un altro aspetto interessante da considerare è il rapporto tra iShares Russell 2000 Value ETF e iShares Russell 1000 Growth ETF. Dal grafico emerge che il rapporto ha creato un canale laterale, interrotto da una tendenza rialzista che ha avuto inizio a maggio 2022 e ha registrato il picco a gennaio 2023 a favore dei titoli Value. Successivamente, il rapporto non è riuscito a superare i livelli di febbraio 2020, ripiegando e ritornando ai minimi storici. Ciò conferma l’occorrenza di una “rotazione” a favore dei titoli Growth.

Tirando quindi le somme, c’è oggettivamente la possibilità di vedere nuovi massimi storici sull’S&P 500 entro la fine del 2023 o al massimo ad inizio 2024 (quindi si va oltre rispetto al classico timing del rally di Babbo Natale).

Cosa può fare un investitore? Alla luce di quello che abbiamo fin qui detto una buona strategia potrebbe essere quella di selezionare i titoli High Beta dell’S&P 500 attualmente sottovalutati e inserirli nel proprio portafoglio. Ricordiamo che il valore beta di uno strumento (coefficiente) influisce sulla sua volatilità e in particolare con un beta pari a uno è presente una maggiore volatilità e oscillazioni più forti, mentre con un beta inferiore a uno la volatilità più contenuta.

Operativamente chi volesse investire sugli indici di borsa ma anche su singole azioni non ha necessità di usare diverse piattaforme. Con un solo account, e i broker migliori, tutto si può fare con pochi click. Ecco le due piattaforme trading che, dal nostro punto di vista, meglio coprono tutto quello che riguarda l’azionario:

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