Quando si tratta di investire in materie prime, molti trader sono incerti su quale asset sia meglio inserire in portafoglio. La “sfida” è spesso tra oro e petrolio, le due commodity più importanti. Scelte ogni giorno da milioni di trader in tutto il mondo, queste due materie prime stanno performando in modo differente nel nuovo anno. Ciò sta accadendo perchè differenti sono i contesti che condizionano i due asset.
In questo articolo analizzeremo oro e petrolio dal punto di vista dell’analisi tecnica di medio termine. Dove è meglio investire in questa fase? Quali sono i livelli tecnici di oro e petrolio?
Vediamo nel dettaglio.
Cosa attendersi dal prezzo dell’oro secondo l’analisi tecnica?
Il prezzo dell’oro viaggia in area 2.350 dollari l’oncia. A causa della crescente tensioni internazionale l’oro è da mesi sulla cresta dell’onda. Nel breve termine ci si potrebbe attendere un leggero rialzo ma senza grandi exploit e questo per un motivo molto semplice: sui mercati sembra ora prevalere un atteggiamento risk-on che non è proprio il massimo per il gold.
Detto questo, dal punto di vista dell’analisi tecnica non è da escludere un rialzo fino a 2.360 dollari l’oncia. Si tratta di un target che è molto vicino ai valori attuali e proprio questa prossimità spiega perchè, oramai da settimane, i movimenti sull’oro siano molto contenuti.
Cosa accadrà una volta raggiunta quota 2.360 dollari l’oncia? Lo scenario più plausibile è che il metallo giallo, a quel punto, faccia retromarcia. Il rialzo fino a 2.360 dollari l’oncia sarebbe quindi unicamente fisiologico. Questa view è tanto più probabile quanto più solido si dovesse fare l’atteggiamento risk-on sui mercati. Viceversa il discorso cambierebbe se il sentiment dovesse evolvere verso un risk-off. In questo caso il prezzo dell’oro si potrebbe invece consolidare su livelli ancora più alti.
In fin dei conti la morale è essenzialmente una: se a dominare è l’approccio risk-on come sta accadendo da tempo, allora saranno le borse ad essere costantemente preferite all’oro e la visibilità per il metallo giallo è contenuta. In un contesto simile investire in borsa è certamente più stimolante che investire in oro.
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La view di analisi tecnica sul petrolio
La quotazione petrolio continua ad essere caratterizzata da una profonda incertezza. Da un lato c’è il Brent attestato a 82,3 dollari al barile mentre dall’altro il WTI a 78,5 dollari al barile (per la cronaca sia il primo che il secondo sono in ribasso).
L’andamento del greggio nelle ultime settimane ha confermato la centralità di quota 80 dollari. Dal punto di vista dell’analisi tecnica non è da escludere che i valori possano scendere anche fino a 76 dollari. Il punto è che anche i dati fondamentali supportano questa view ribassista. La domanda di petrolio nei mesi di maggio e giugno è infatti molto moderata e questo significa assenza di potenziali stimoli al rialzo.
Insomma dall’analisi tecnica e quella fondamentale il quadro per le quotazioni petrolifere resta negativo. Del resto proprio nell’ultimo rapporto sul greggio di Bank of America, Oil Monitor, è stato posto l’accento proprio sull’oramai tendenza ribassista per il prezzo del petrolio imputando questa situazione ad un mix di fattori tra cui i cambiamenti di mercato, il minor peso dato alle questioni politiche e l’aumento dell’offerta.
Una prospettiva condivisa anche dagli analisti di un’altra banca d’affari Usa, Citi, secondo la quale è oramai chiaro che la percezione dei rischi connessi agli sviluppi in Medio Oriente sia diventata meno preoccupante rispetto ad alcuni mesi fa. Proprio questo ribasso è alla base del calo del valore del greggio. Se è vero che il Medio Oriente continua ad essere scosso dal conflitto a Gaza, è altrettanto vero che i trader, da tempo, preferiscono guardare all’aumento della disponibilità di greggio.
Citi è talmente convita della sua tesi da rilanciare anche sul futuro affermando che, sulla base di queste premesse, è altamente probabile che il prezzo del petrolio possa lentamente scendere nel corso di tutto il 2024. In particolare da una media di 86 dollari al barile nel secondo trimestre 2024 si passerebbe a 74 dollari al barile nel terzo trimestre.
Come investire quindi?
Il rischio maggiore secondo la banca d’affari è quello di lasciarsi trasportare da un eccesso di euforia. Vero è che la quotazione del petrolio è più bassa di oltre 10 dollari al barile rispetto al picchio, tuttavia non bisogna mai tralasciare la possibilità che, pur in un contesto sfavorevole, ci possano essere acquisti speculativi. L’opzione migliore resta quella di vendere nel momento in cui sul grafico si dovessero registrare dei picchi al rialzo che, comunque, sarebbero momentanei.
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Meglio investire in oro o in petrolio?
Tenendo conto di quello che abbiamo fin qui detto, è meglio investire in oro o in petrolio nel breve termine? In entrambi i casi è meglio lasciar perdere le suggestioni su possibili forti progressioni in avanti (come avvenuto in passato). Il petrolio sembra essere proiettato verso un ribasso costante mentre l’oro, pur restando su livelli alti, appare più in ombra rispetto al passato.
Di certo la volatilità su entrambe le materie prime è destinata a restare alta e quando la volatilità è alta le occasioni per operare sono maggiori (attenzione perchè salgono anche i rischi). Per sfruttare la volatilità su oro e petrolio si può optare per strumenti derivati come i CFD che consentono di investire sia al rialzo (long) che al ribasso (short). I CFD su oro e petrolio sono disponibili tanto sulle piattaforme dei broker come eToro tanto su quelle delle banche come Fineco.
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