Wall Street recupero quotazioni

La borsa di Wall Street ha mandato in archivio la seduta di ieri con gli indici in leggero ribasso. La flessione è arrivata dopo i rialzi registrati nella prima parte della settimana e ispirati da alcune indiscrezioni in merito alla possibilità che la FED nel 2023 possa bloccare la politica di rialzi dei tassi perlomeno fino a quando non saranno chiari gli effetti sull’economia degli aumenti del costo del denaro avvenuti nell’anno in corso.

Nonostante la leggera euforia che si è respirata a Wall Street nelle sedute comprese tra lunedì e mercoledì, la verità è che, tra gli investitori, si continua a respirare aria di paura e quindi di prudenza. Le prima parte dell’Ottava in corso sarà stata anche positiva, ma il posizionamento sull’azionario continua a restare sui minimi degli ultimi anni. Per intenderci siamo su livelli della crisi dei subprime 2008 e questo ovviamente non è un elemento positivo (a prescindere dal fatto che la reazione del mercato possa essere ritenuta esagerata o meno rispetto ai fondamentali).

Un aspetto curioso che però la dice lunga sulla vicenda è che nel 2021 l’esposizione sull’azionariato era su livelli altissimi (e allora le valutazioni erano del tutto sganciate dalla realtà nel senso che vi erano prezzi altissimi ingiustificati) mentre oggi siamo crollati ai minimi storici (eppure non mancherebbero le occasioni di acquisto visto che i prezzi sono a sconto rispetto ai fondamentali).

Detto questo, cosa c’è da attendersi da Wall Street nei prossimi giorni? Si può ipotizzare una nuova fiammata nel breve termine oppure la tensione continuerà a restare alta? Come abbiamo ripetuto in più di una occasione nessuno ha la sfera di cristallo e quindi non si può sapere cosa accadrà in condizioni normali, figuriamoci in un contesto così incerto come quello attuale.

Dal nostro punto di vista, però, chi volesse investire in borsa nelle prossime settimane dovrebbe iniziare a prendere in considerazione una nuova variabile di cui certamente si parlerà tanto nei prossimi mesi: la recessione. Ebbene per alcuni analisti, alla luce anche dell’andamento dei titoli di stato Usa, l’economia degli States sarebbe già in recessione. In assenza di dati aggiornati è impossibile stabilire se ciò sia vero o no.

Una cosa è però certa: le trimestrali che sono in uscita proprio in questo periodo potrebbero chiarire se il rischio recessione è più vicino o meno. Certo sarà poi necessario attendere i dati in uscita da qui a mentà novembre per poter avere indicazioni precise.

Come posizionarsi in questa situazione? Fermo restando la necessità di essere prudenti, una strategia che si potrebbe adottare in questa fase è quella basata sull’accumulo di azioni small cap. Per quale motivo preferire questa tipologia di titoli? Le small cap hanno sempre performato bene nelle fasi successive ad una recessione. Può essere un’idea per rendere fruttuoso un periodo molto interessante ma da quale, come dimostrato dai dati sull’esposizione azionaria che abbiamo citato in precedenza, la stragrande maggioranza dei trader preferisce stare lontana.

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