Negli Stati Uniti, a detta di Trump, è iniziata la nuova età dell’oro. E allora vediamo quello che è accaduto sui mercati finanziari nel momento in cui c’è stato il passaggio dall’era di Biden (non dorata) a quella di Trump.
Tanto per iniziare i mercati azionari hanno registrato un andamento positivo martedì, mentre il dollaro ha mostrato volatilità. Gli investitori continuano a cercare segnali concreti sulla politica commerciale degli Stati Uniti e sulle eventuali tariffe che potrebbero essere introdotte. Con un calendario economico tranquillo previsto per oggi, l’attenzione resta focalizzata sugli sviluppi politici.
Il secondo giorno di quella che alcuni chiamano la “nuova età dell’oro americana” si è concluso con mercati in attesa – con pazienza o meno – di maggiore chiarezza sulla politica commerciale del presidente Trump. Tuttavia, la chiarezza su questo fronte resta ancora lontana.
A parte alcune dichiarazioni di Trump nella notte di martedì, secondo cui le tariffe su Canada e Messico potrebbero essere introdotte il 1° febbraio, non ci sono stati aggiornamenti significativi. Questa mancanza di informazioni ha esercitato una pressione al ribasso sul dollaro. Tuttavia, si potrebbe considerare questa reazione come un semplice ritracciamento, dato il forte rally del dollaro registrato la scorsa settimana.
Alcuni analisti suggeriscono che l’assenza di un annuncio concreto possa ridurre la probabilità di uno scenario estremo di dazi universali, almeno nella percezione del mercato. Tuttavia, è difficile essere troppo ottimisti: l’amministrazione Trump sembra determinata a utilizzare i dazi come strumento di negoziazione.
La volatilità e il dollaro: cosa aspettarsi
Con l’incertezza politica che persiste, il mercato continua a reagire alle notizie con alta volatilità. Nonostante ciò, il dollaro potrebbe beneficiare nel breve termine, grazie alla solidità dell’economia statunitense rispetto ai suoi principali partner sviluppati.
Inoltre, con l’assenza di una strategia politica chiara, la volatilità dovrebbe aumentare ulteriormente in diversi asset. L’indice VIX, che misura la volatilità, potrebbe facilmente superare il livello di 20, rispetto alla media di 15 degli ultimi anni.
Wall Street, nonostante un contesto turbolento, sembra destinata a continuare il suo percorso di crescita, anche se in modo irregolare. Il presidente Trump ha un forte interesse a mantenere i mercati azionari in positivo, dato che li considera un indicatore chiave del suo successo.
I trader possono sfruttare questa visibilità per mantenere aperte le loro posizioni sull’azionariato Usa o per aprirne di altre. Non è necessario impegnarsi con l’acquisto di azioni reali. I CFD azionari e quegli sugli indici possono essere un modo molto rapido per speculare sulla borsa Usa.
Sviluppi internazionali e impatti sui mercati
- Giappone: lo yen ha registrato un leggero rialzo, testando il livello di 155 contro il dollaro, a seguito di indiscrezioni secondo cui la Banca del Giappone potrebbe aumentare i tassi di interesse nella riunione di venerdì. Questa possibilità è stata anticipata da diverse fonti, riducendo l’effetto sorpresa di un eventuale aumento.
- Europa: dati deludenti dalla Germania, con l’indice ZEW delle aspettative sceso a 10,3. Tuttavia, l’euro è rimasto sopra la soglia di 1,04, suggerendo che il pessimismo potrebbe aver raggiunto il suo picco.
- Regno Unito: il rapporto sul lavoro di novembre ha mostrato un aumento della disoccupazione al 4,4%, il livello più alto da maggio scorso, mentre i salari sono cresciuti del 5,6% su base annua, la crescita più rapida dall’estate scorsa. Questo quadro misto sostiene l’aspettativa di un ulteriore taglio dei tassi di 25 punti base da parte della Banca d’Inghilterra a febbraio.
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