Le IPO, acronimo di Initial Public Offering, sono uno degli argomenti più dibattuti nel mondo degli investimenti. Attraverso l’IPO una società, inizialmente privata, diviene pubblica e quindi entra nel listing dei mercati azionari. Come è facile intuire, due sono i sentimenti contrapposti quando un nuovo soggetto entra nell’arena degli investimenti: da un lato c’è il desiderio di lanciarsi su un nuovo attore del panorama finanziario e il timore di perdere opportunità di guadagno, dall’altra ci sono le incertezze che derivano dalla novità stessa.
Ad accentuare il coinvolgimento di trader e investitori è la modalità con cui oggi è possibile investire nelle IPO. Lontani i tempi in cui determinate attività finanziarie erano riservate solo agli specialisti, oggi le app sia mobile che web consentono anche agli investitori retail di partecipare attivamente alle attività finanziarie. Tutto il meccanismo di sottoscrizione è a portata di touch, anche se non sempre questa facilità di interazione implica una pari semplicità nella scelta delle proprie decisioni di investimento.
Come è stato sottolineato da più parti, l’immediatezza e la democratizzazione delle decisioni di investimento può comportare un’eccessiva sicurezza delle proprie conoscenze, una valutazione imprecisa del rischio e anche un coinvolgimento incontrollato a seguito delle notizie pubblicate tramite giornali o social media. In questo contesto, le IPO possono generare livelli di hype più elevati anche in seguito alla crescita del numero di offerte iniziali di acquisto, come possiamo vedere dal grafico sottostante.
In Italia le IPO invece stentano di più, anche per vari vincoli a livello organizzativo delle società che rallentano e rendono più farraginoso il processo di quotazione in borsa. Parlando in termini numerici, negli ultimi 10 anni le IPO sono state solo 40.
Le recenti modifiche apportate alle normative societarie si muovono nel senso di rendere più agile, anche per le PMI, accedere a Piazza Affari. Tra le novità che verranno introdotte a breve nel nostro Paese c’è ad esempio l’ampliamento della definizione di PMI che capitalizzano fino a 1 miliardo di euro, nel tentativo di dare maggiore competitività all’economia italiana.
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Il futuro delle IPO dal punto di vista degli investitori
Se il trend dei mercati finanziari spinge verso le IPO, gli investitori potrebbero non voler seguire la stessa direzione in maniera automatica. La democratizzazione dei mercati finanziari ha portato anche a un maggior livello di alfabetizzazione e consapevolezza finanziaria rispetto agli inizi. In altri termini, c’è maggiore cautela da parte dell’investitore anche retail.
Secondo le parole di Maxim Manturov, Head of Investment Advice di Freedom Finance Europe, “Il mercato delle IPO rimane sotto pressione a causa degli aumenti dei tassi di interesse da parte delle principali autorità di regolamentazione, nonostante l’ottimismo generato all’inizio dell’anno dalla rimozione delle clausole restrittive nella RPC e l’emergere di un rallentamento dell’inflazione. La difficile situazione del settore bancario ha avuto un impatto negativo anche sui mercati finanziari globali, aumentando notevolmente la volatilità.
Le più grandi IPO sono state rinviate rispetto all’inizio dell’anno, continua invece l’attività delle IPO relativamente piccole. Allo stesso tempo, queste offerte attirano i piccoli investitori più che i grandi investitori istituzionali. Nell’IPO di Mangoceuticals Inc, almeno il 40% dei fondi proveniva da acquirenti retail, mentre nelle grandi offerte, almeno il 90% delle azioni offerte viene acquistato da grandi fondi di investimento e altre istituzioni. Questo potrebbe indicare che, nonostante le difficili condizioni di mercato, gli investitori privati mantengono un atteggiamento avverso al rischio“.
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Per capire meglio la reazione degli investitori retail americani rispetto alle novità e ai nuovi prodotti, nel grafico sottostante possiamo visualizzare la loro reazione in termini percentuali. Sommando gli ultimi due dati, notiamo che la differenza degli scettici rispetto agli early adopter non è così grande in termini numerici.
Le considerazioni principali sulle IPO, ormai sono abbastanza diffuse anche tra i piccoli investitori riguardano diversi aspetti, legati soprattutto all’incertezza futura. Affinché una società possa essere inserita nei listing, deve superare delle verifiche anche molto accurate relative agli ultimi 18 mesi. Si tratta però di dati puramente finanziari, che riguardano l’ecosistema della società in sé ma non in rapporto al mondo esterno: tassazione, normative del settore di appartenenza, crescita globale possono abbattersi su una società riducendo il valore documentato dei dati economici e finanziari.
A temperare l’eccessivo entusiasmo per le IPO c’è anche la consapevolezza che non sempre sottoscrivere un’offerta di questo tipo vuol dire salire per primi sul carro del vincitore, dato che spesso le società, prima di lanciare un’IPO, si affidano a una serie di investimenti privati, le cui controparti sono il più delle volte investitori istituzionali che detengono quote rilevanti.
Altro fattore da considerare è l’ottica temporale dell’investitore. Chi investe in un’IPO non può avere una prospettiva di breve periodo, dato che riuscire a ingranare nei mercati finanziari e acquistare fiducia richiede tempo, quindi non è realistico pensare di acquistare azioni tramite un’IPO per rivedere azioni a breve e ottenere un guadagno.
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Stabilità finanziaria e crescita futura non viaggiano di pari passo, anche se la prima è prodromica alla seconda. Per capire il rapporto effettivo tra queste due variabili occorre analizzare bene la società che lancia l’IPO, quali sono i fattori che ne trainano la crescita, il quadro della concorrenza e, in generale, i possibili rischi e le potenzialità di crescita del settore, senza perdere di vista fattori macro e di geopolitici.
Disclaimer: Gli investimenti in titoli e altri strumenti finanziari comportano sempre il rischio di perdita del capitale. Le previsioni e le performance passate non sono indicatori affidabili dei risultati futuri. Prima di effettuare qualsiasi investimento, è essenziale compiere una propria analisi. Se necessario, ricercare con cura una consulenza d’investimento indipendente da parte di un professionista certificato. L’acquisto di azioni ai prezzi di IPO può comportare ulteriori restrizioni.
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