Le materie prime sono uno dei mercati più particolari poichè oscillano tra momenti di visibilità molto contenuta e fasi di alto interesse. Dopo un inizio anno molto in sordina, investire in materie prime sembra essere tornato a far tendenza. A dirlo non siamo noi ma i dati visto che l’afflusso di denaro verso questo mercato è tornato a crescere in modo significativo. Più liquidità in campo significa maggiori volumi di trading che, a loro volta, determinano un forte potere attrattivo nei confronti degli investitori. Ovviamente (e chi fa analisi questo lo sa molto bene), c’è una ragione a tutto sui mercati e anche il ritorno massiccio degli investimenti in materie prime ha una sua spiegazione.
Con questo articolo noi esamineremo proprio i motivi alla base del ritorno dell’interesse sulla commodities. Poichè questo però è un sito che si rivolge agli investitori faremo di più: spiegheremo, in modo semplice, come chiunque abbia anche un piccolo capitale a sua disposizione può investire in materie prime semplicemente dal suo pc e cellulare. Soprattutto può investire sulle commodities senza comprare fisicamente gli asset (ad esempio, nel caso dell’oro, parleremo di come investire sull’oro senza doversi sorbire il problema della conservazione dei lingotti).
Cosa sono le materie prime in pillole
Le materie prime sono sostanze grezze, naturali o semilavorate, utilizzate come base per la produzione di beni e prodotti finiti. Esse costituiscono la materia prima da cui vengono ottenuti prodotti industriali, alimentari e manufatti di vario genere; inoltre svolgono un ruolo fondamentale nelle catene di approvvigionamento e nell’economia mondiale.
Ci sono tantissimi tipi di materie prime tra cui:
- agricole: esempio grano, riso, mais, cotone, soia, zucchero, caffè, cacao, legno e frutta.
- minerarie: ferro, rame, alluminio, petrolio, carbone, oro, argento e diamanti.
- tessili: esempio cotone, lana, seta, lino e fibre sintetiche.
- energetiche: rientrano in questo gruppo il petrolio greggio, il gas naturale e il carbone che sono utilizzati per la produzione di energia e combustibili.
Investire in materie prime torna di moda: cosa è successo?
Cerchiamo di capire perchè investire in materie prime è una scelta che i trader stanno prendendo molto in considerazione nell’ultimo periodo. Tanto per iniziare ci sono i dati: l’Bloomberg Commodity Spot, paniere che misura il valore delle commodities mondiali, è salito a luglio del 5,8 per cento evidenziando il più grande rialzo da marzo 2022.
Secondo Ryan Fitzmauricedi Marex Group Plc, nel mese di luglio ben 350 milioni di dollari sono stati investiti in 20 ETF che investono su indici delle materie prime. Si è trattato del secondo mese di afflussi nel corso dell’anno corrente ma, quello che è più importante, è che si è trattato del primo mese di afflussi dopo che si sono susseguiti quattro mesi di ritiri dagli stessi fondi.
E l’analista, giustamente, ha fatto notare come lo scorso anno ci sia stato un esodo di massa dai prodotti indicizzati sulle materie prime per effetto dei timori sulla recessione e a causa del calo di aspettative sull’inflazione. Quest’anno, invece, “gli asset allocator stanno tornando agli ETF sugli indici delle materie prime“.
In questo contesto a guidare i rialzi è stato il prezzo del petrolio, che ha tratto beneficio dalla decisione dell’OPEC di procedere ad un taglio della produzione. Bene anche l’oro, il cotone e il rame.
Che il vento sulle materie prime sia cambiato se ne sono accorti anche gli analisti di JPMorgan Chase & Co. che, giusto a fine luglio, evidenziavano come il valore stimato dell’open interest nei mercati globali delle materie prime fosse aumentato fino alla fine di luglio, toccando quota 1,31 trilioni di dollari, vale a dire il massimo da 13 mesi.
Visto che stiamo parlando di un asset-class il cui valore è cresciuto tantissimo nel corso degli ultimi mesi, il rischio che ora ci possa essere una frenata è sicuramente da tenere in considerazione.
Il ritracciamento è uno scenario sempre probabile dopo le fasi di trend rialzista non fosse altro per una questione di tipo statistico. E’ questo che può avvenire alle quotazioni delle materie prime?
C’è ancora spazio per investire in materie prime dopo il rally?
Quando si parla di previsioni si entra in un terreno minato perchè le performance passate non sono mai garanzia di quelle future. Detto questo, le previsioni materie prime 2023 continuano ad essere positive. E non è quindi un caso se analisti come Tracey Allen e Natasha Kaneva ritengano che ci sia spazio per una ulteriore salita essendo le commodities una classe di attività che continua ad essere sottostimata.
Tutto questo è ancora più evidente dopo la revisione al ribasso delle aspettative di recessione. Il fatto che l’economia non sia calata come si diceva fino a pochi mesi fa, unito alle altre sorprese che sono arrivate dal trend di inflazione, “stanno stimolando le speranze di atterraggio morbido“. Questo scenario è favorevole alle materie prime.
E allora visto che si deduce che c’è spazio per una ulteriore salita dei prezzi, cosa può fare un trader che non ha mai fatto trading sulle commodities ed è intenzionato a cimentarsi con questo mercato.
Tanto per iniziare è bene sfatare un mito: non è affatto vero per investire su una certa materia prima sia necessario comprarla fisicamente. Esistono strumenti come i CFD che permettono di investire in materie prime senza possederle. E ci sono poi broker come ad esempio FP Markets che consentono di farlo partendo da un deposito minimo molto basso e con il vantaggio di poter usare un conto demo per esercitarsi. Ne parleremo dopo. Già adesso possiamo però dare il link per l’apertura gratuita di un conto demo con FP Markets.
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Come investire in materie prime con i CFD
I CFD sulle materie prime sono uno strumento finanziario derivato che consente agli investitori di speculare sui movimenti dei prezzi delle materie prime senza possederle fisicamente. I CFD sono negoziati con un broker online e consentono di trarre profitto sia dalle variazioni positive che negative dei prezzi delle materie prime sottostanti.
Quando si compra un CFD su una materia prima, si stipula un contratto con il broker di cui sui è clienti. Questo contratto permetterà di avere un guadagno o una perdita sulla base della differenza tra il prezzo di apertura del CFD e il prezzo di chiusura del CFD. Se il prezzo della materia prima aumenta tra l’apertura e la chiusura del CFD, allora si guadagnerà la differenza di prezzo moltiplicata per la dimensione della posizione aperta. Se il prezzo diminuisce, ci sarà invece una perdita.
Una delle principali caratteristiche dei CFD è la leva finanziaria. La leva finanziaria consente agli investitori di controllare posizioni di dimensioni maggiori rispetto al capitale che effettivamente investono. Questo può aumentare i potenziali profitti, ma aumenta anche il rischio di perdite. Pertanto, la leva finanziaria deve essere utilizzata con cautela.
Ecco alcune delle materie prime su cui si possono negoziare CFD:
- Petrolio greggio (Brent e WTI)
- Oro
- Argento
- Gas naturale
- Rame
- Mais
- Zucchero
- Caffè
- E altro ancora
Tutti i migliori broker CFD includono nella loro proposta varie materie prime. In molti i casi, però, si tratta solo di una rappresentanza. I broker focalizzati sulle materie prime sono pochi e tra questi c’è FP Markets (qui la nostra recensione).
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