Gli investimenti nel settore dell’energia nucleare, in particolare da parte di alcune società Big Tech Usa, rappresentano una interessante prospettiva e indicano una tendenza che non possiamo ignorare, sollevando quesiti di grande attualità in considerazione della tanto decantata svolta green, ben poco compatibile con l’incessante bisogno di energia dell’IA.
Domanda di energia in costante aumento nei prossimi anni
Oltre 500 milioni di dollari è la somma che Amazon Web Services (AWS) sta investendo nell’energia nucleare. È di questi giorni l’annuncio di tre progetti resi necessari dall’impennata di domanda di energia per affrontare i bisogni dell’Intelligenza artificiale generativa.
Non è una sorpresa che l’IA si nutre di massicce dosi di energia, e in un mondo che punta tutto sulla riduzione delle emissioni di CO2, e non può permettersi di introdurre modifiche strutturali all’apparato industriale che tiene in piedi il sistema consumistico che conosciamo, l’unica risposta è necessariamente il nucleare.
Alcune fonti che hanno affrontato l’argomento, nel web, hanno evidenziato infatti che per decenni i consumi di elettricità sono rimasti stabili, un traguardo reso possibile da un costante e adeguatamente rapido processo di miglioramento dell’efficienza energetica.
Ora tuttavia stiamo andando incontro a enormi picchi di domanda di energia legati al lavoro dei data center. Si parla di un tasso di crescita dei consmi di elettricità in incremento del 100% nei prossimi anni. Si tratta di un aumento della domanda che non affrontavamo dai tempi del boom dell’aria condizionata.
Nel frattempo società quali Vistra e Constellation Energy hanno rivisto sensibilmente al rialzo i target di crescita dei prossimi anni, proprio perché si aspettano maggiori consumi. Le due società hanno visto un aumento della domanda rispettivamente del 245% e 134% da inizio 2024.
I colossi tech Usa investono sul nucleare
Sappiamo il funzionamento dell’intelligenza artificiale necessita di grandi quantità di energia, e sappiamo che le Big Tech stanno puntando moltissimo sulle tecnologie IA, di conseguenza assistiamo a un picco di interesse da parte di queste società per il nucleare.
Le quotazioni di tutte le società che operano nel settore del nucleare hanno infatti registrato un’impennata ultimamente, mentre i colossi Tech spostavano grandi capitali in questa direzione.
Sono quindi in crescita le quotazioni di società produttrici di uranio come Cameco e Uranium Energy Corp, ma beneficiano di questo trend anche società che producono componenti come BWX Technologies, o Centrus Energy che opera nell’arricchimento dell’uranio e che ha registrato un rialzo del 66%.
Questo è dovuto alla sempre più radicata consapevolezza che sempre più utility avranno bisogno di massicce quantità di energia destinate ad arrivare prevalentemente attraverso il nucleare, e necessiteranno quindi di enormi quantità di uranio arricchito usato per alimentare reattori e mini-reattori per i data center.
Nuovi accordi tra Big Tech nella corsa all’energia nucleare
La società Centrus Energy, che opera nel campo dell’arricchimento dell’uranio ha raggiunto un massimo di 52 settimane a 98 dollari che riflette il guadagno del 77% dall’inizio dell’anno ed evidenzia il periodo fortemente positivo per la crescita di questa realtà del settore energetico.
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Hanno beneficiato del recente boom di investimenti nel nucleare anche Oklo (+100%) e Nuscale (+40%), le cui tecnologie sono ancora in fase di sviluppo, ma con interessanti prospettive all’orizzonte proprio per via dei recenti investimenti delle Big Tech.
Troviamo poi Amazon, il colosso dell’e-commerce che ha annunciato un nuovo accordo con Energy Northwest e con X-Energy, sviluppatore di SMR e carburante. A questa si aggiunge l’italiana NewCleo che ha firmato con Saipem un accordo di collaborazione per trovare soluzioni per l’applicazione offshore della tecnologia per la produzione di energia nucleare.
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