Negli anni, l’investimento ESG (Environmental, Social e Governance) si è evoluto e ha ottenuto una notevole attenzione e popolarità. Fin dagli esordi è stato considerato un trend emergente e ha subito conquistato una fetta rilevante del mercato finanziario, ma negli ultimi tempi, ci sono stati alcuni segnali che hanno evidenziato una certa insoddisfazione verso questi rendimenti sostenibili. Ma è giusto dire che l’investimento ESG è “morto”?
L’ascesa dell’investimento ESG
La propensione per gli investimenti ESG è emersa in risposta a una crescente consapevolezza delle problematiche globali, come i cambiamenti climatici, le disuguaglianze sociali e la necessità di una governance aziendale più trasparente. Molti investitori, soprattutto i millennials, hanno iniziato a cercare opzioni di investimento che non solo promettessero rendimenti finanziari, ma che avessero anche un impatto positivo sulla società e sull’ambiente.
I fattori che hanno alimentato questo successo sono stati diversi: prima di tutto, l’introduzione di alcune normative politiche e regolamentazioni, a livello mondiale, hanno spinto le aziende a considerare i fattori ESG. Di conseguenza, le imprese sono state costrette a rendere conto delle loro pratiche ambientali e sociali, creando un input favorevole agli investimenti sostenibili. Poi, gli investitori istituzionali, come fondi pensione e fondi sovrani, hanno iniziato a integrare i criteri ESG nelle loro strategie di investimento, e quindi, c’è stato un aumento dei capitali collocati in fondi sostenibili.
Inoltre, numerosi studi hanno dimostrato come le aziende che hanno delle buone consuetudini ESG tendono a sovraperformare nel lungo termine, e questo ha attirato investitori alla ricerca di rendimenti più sostenibili.
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La crescita esponenziale, la saturazione e i segnali di declino
Fino al 2021 il settore degli investimenti ESG ha visto una crescita esponenziale. Molti fondi hanno registrato degli afflussi da record e le aziende hanno iniziato a pubblicare rapporti ESG per dimostrare il loro impegno verso la sostenibilità. Tuttavia, questo rapido picco ha portato anche a una certa saturazione del mercato. Infatti, con l’aumento dell’offerta di prodotti ESG, è diventato sempre più difficile per gli investitori distinguere tra quelli realmente sostenibili e quelli che si limitano a sfruttare il “greenwashing”.
Maxim Manturov, Responsabile della ricerca sugli investimenti presso Freedom24, afferma che: “La pandemia di COVID-19 ha reso chiaro che le aziende svolgono un ruolo cruciale nella risoluzione dei problemi globali. I governi da soli non possono risolvere temi come le malattie, i cambiamenti climatici, la sicurezza sul posto di lavoro o la disuguaglianza retributiva basata su genere e razza. Queste problematiche colpiscono le persone in tutto il mondo e richiedono le risorse e le competenze delle aziende per affrontarli.
Quindi, cosa rende un titolo un buon investimento ESG? Una buona azienda ESG si concentra sul sostegno di programmi ambientali, sulla cura dei propri dipendenti, sul dare un contributo positivo alle comunità locali e sul fornire valore agli azionisti. È importante convalidare la propria reputazione tramite agenzie di rating ESG come MSCI e Sustainalytics.
La performance finanziaria rimane fondamentale per gli investimenti ESG. Come investitore ESG, puoi promuovere un comportamento aziendale responsabile senza sacrificare i rendimenti.
Gli investitori istituzionali utilizzano i rating ESG per sostenere gli elevati standard delle aziende e gli investitori individuali possono fare lo stesso. Investendo in aziende leader ESG, si sostengono iniziative come l’efficienza energetica, la riduzione dei rifiuti, luoghi di lavoro più sicuri e pratiche commerciali etiche.”
Negli ultimi anni alcune avvisaglie potrebbero suggerire una certa disillusione verso il rendimento ESG. Molti esperti hanno messo in discussione l’efficacia dei loro investimenti, sollevando dubbi sulla trasparenza e sull’autenticità delle dichiarazioni delle aziende. Tanto che, in un contesto di volatilità del mercato, alcuni investitori sono stati tentati di tornare a strategie più tradizionali, cercando soluzioni immediate piuttosto che a lungo termine.
Inoltre, la recente instabilità economica e le preoccupazioni riguardo alla recessione hanno portato a una maggiore attenzione verso la riduzione dei costi e l’ottimizzazione dei rendimenti. Di conseguenza, per alcuni, gli investimenti ESG sono stati visti come un lusso in tempi di crisi.
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Bisogna decretare la fine dell’investimento ESG?
Sebbene ci siano dei cedimenti nel mercato ESG, affermare che l’investimento sostenibile sia “morto” sarebbe un’esagerazione. La necessità di affrontare le sfide globali rimane, ed è anche urgente. Forse è meglio dire che gli investimenti ESG stanno evolvendo piuttosto che scomparendo.
L’investimento ESG sta attraversando una fase di trasformazione, ma le sue fondamenta rimangono solide. Molte società di gestione patrimoniale e gli stessi investitori stanno integrando le tecnologie e i dati più avanzati per rendere questi rendimenti più attrattivi, si stanno concentrando più sulle conseguenze che le loro scelte impattano sull’ambiente più che sui rendimenti finanziari. Un’ulteriore spinta di fiducia nel mercato sarebbe l’adozione di una regolamentazione e standardizzazione delle pratiche ESG che darebbe uno scopo e una chiarezza doverosa anche agli investitori e ai broker online.
La consapevolezza crescente delle questioni ambientali e sociali, insieme alla pressione degli investitori e delle regolamentazioni, garantirà che l’ESG continui a essere un aspetto cruciale del panorama finanziario. La chiave per il futuro sarà trovare un equilibrio tra rendimento economico e l’impatto sostenibile, un obiettivo che molti investitori stanno già abbracciando. Quindi i fondi ESG, denominati anche ETF o indici ESG e che uniscono vari titoli di società con un elevato punteggio ESG, possono essere un’ottima scelta di investimento per costruire un portafoglio diversificato e interamente basato sui criteri ESG.
Investimenti ESG possono essere trovati sia sulle piattaforme di banche come Fineco che su quelle di broker come FP Markets:
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