Inizia una settimana decisiva per intuire quelli che potrebbero essere i prossimi orientamenti della FED sulla politica monetaria. L’agenda macro settimanale, infatti, comprende la diffusione del dato sull’inflazione Usa di settembre che, a questo punto, si rivelerà determinante per capire quale potrebbe essere l’aumento dei tassi FED nel board di novembre.

Inutile dire che, considerato il peso di questo market mover, ci sono buone probabilità che, una volta pubblicato, esso possa condizionare in modo massiccio sia l’andamento delle borse che quello del forex (cambio Euro Dollaro in primis). In realtà non è necessario attendere la diffusione dell’inflazione Usa di settembre per fare trading cavalcando questo catalizzatore. Già ora, infatti, si possono usare le previsioni sull’IPC di prossima pubblicazione per investire su tanti mercati. Molto interessante il fatto che per speculare su asset diversi non sia necessario usare differenti piattaforme. Con il broker eToro, in realtà, è possibile fare trading su tanti mercati attraverso i CFD usando una sola e unica piattaforma. In più questo fornitore offre anche la demo gratuita per consentire di imparare ad utilizzare la piattaforma senza rischiare di rimetterci soldi veri.

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Inflazione Usa previsioni settembre 2022

Stando alle previsioni del consensus, l’indice IPC Usa di settembre si dovrebbe attestare all’8,1 per cento annuo rispetto all’8,3 per cento precedente. Su base mensile, invece, l’IPC dovrebbe essere pari allo 0,2 per cento contro lo 0,1 per cento precedente. Se i dati sull’inflazione, alla fine, si dovessero rilevare superiori alle attese, si consoliderebbero le aspettative di un ulteriore rialzo dei tassi FED dello 0,75 per cento durante la prossima riunione del braccio operativo Fomc che è stata calendarizzata per novembre. In realtà non tutti gli analisti sono concordi nel ritenere che il dato sull’inflazione Usa di settembre possa condizionare in modo così marcato l’esito della prossima riunione della FED. C’è infatti una convinzione diffusa circa la possibilità che la Federal Reserve possa comunque decidere di alzare i tassi di un altro 0,75 per cento a prescindere dal decimale avanti o indietro dell’IPC di settembre.

Secondo Mohamed El-Erian, consulente economico capo dell’assicuratore Allianz ed editorialista di Bloomberg, non è da escludere che, alla fine, l’inflazione Usa di settembre possa scendere a circa l’8 per cento ma purtroppo l’inflazione di fondo continuerà a salire certificando l’esistenza persistente del problema inflazione.

Lo stesso El-Erian, comunque, pur riconoscendo che l’IPC core è destinato a salire, ha riconosciuto che, alla fine, l’indice, per forza di cose, non potrà che scendere. Il vero problema, ha poi specificato l’esperto, è capire se questo ribasso avverrà in un contesto di declino economico, di recessione o di situazione tutto sommato tranquilla.

Il dubbio, ha chiarito l’esperto, è frutto del gravissimo errore che la FED ha compito nei mesi scorsi: l’aver considerato la recessione come puramente transitoria e destinata ad esaurirsi presto. Per l’esperto la situazione attuale e i potenziali rischi per il futuro nascono tutti da questo sbagli di fondo.

Se oggi gli Stati Uniti rischiano di andare incontro ad una gravissima recessione, è perchè la Federal Reserve non ha saputo agire per tempo.

Ciò che sta avvenendo e che, con tutta probabilità è destinato ad aggravarsi, ha concluso El-Erian è il frutto di una Federal Reserve in ritardo. Quindi alla banca centrale Usa non serve solo riuscire a battere l’inflazione “ma deve anche ripristinare la sua credibilità“.

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