I trader che pensavano che Wall Street si sarebbe presa una “pausa” dopo l’insediamento di Trump, hanno sbagliato i loro calcoli. Niente rallentamento per il mercato azionario americano. Anzi ieri 23 gennaio 2025, l’indice S&P 500 ha raggiunto un massimo storico, toccando la zona dei 6.125 punti. Questo traguardo è stato raggiunto in seguito alle dichiarazioni rilasciate dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, durante la sua partecipazione al World Economic Forum di Davos. Tra gli annunci chiave, il presidente ha espresso l’intenzione di promuovere tassi d’interesse più bassi e di ridurre i prezzi del petrolio, misure che hanno avuto un impatto significativo sui mercati finanziari.
Nel suo discorso, Trump ha anche sottolineato la necessità di riduzioni fiscali e ha avvertito della possibile introduzione di nuovi dazi sulle esportazioni verso gli Stati Uniti. Come messo in evidenza da Antonio Di Giacomo, Senior Market Analyst di XS.com, per la verità, queste seconde affermazioni hanno spento gli eccessi di ottimismo generato dalle prime. Risultato finale tra le due tendenze, è stata una reazione contrastante di fronte a messaggi della Casa Bianca che, in alcuni punti, appaiono contraddittori. In pieno stile Trump insomma.
Effetti immediati sui mercati obbligazionari
Uno degli impatti più evidenti delle dichiarazioni del presidente è stato l’aumento della volatilità nei mercati obbligazionari. I rendimenti dei titoli di Stato statunitensi sono cresciuti a causa delle preoccupazioni legate a una possibile inflazione. Secondo gli analisti, queste pressioni inflazionistiche potrebbero spingere la Federal Reserve a rivedere la propria politica monetaria e a considerare un aumento dei tassi d’interesse per contrastare gli effetti.
La prospettiva di tassi d’interesse più elevati rappresenta un’arma a doppio taglio per i mercati. Da un lato, potrebbe aumentare i costi di finanziamento per le imprese; dall’altro, è un segnale di un’economia che continua a mostrare segni di solidità.
Ad ogni modo nonostante l’incertezza generata dalle dichiarazioni di Trump, l’S&P 500 ha mostrato resilienza, registrando un guadagno superiore allo 0,60% dall’apertura del mercato di New York.
Un bel risultato per i trader rialzisti che operano anche con strumenti derivati come i CFD. Nella tabella in basso sono riportati i broker specializzati sul mercato azionario Usa.
Movimenti settoriali significativi
I settori più sensibili ai tassi d’interesse, come quello finanziario e immobiliare, hanno registrato notevoli oscillazioni durante la seduta di trading. Nel frattempo, i titoli tecnologici e quelli legati ai consumi hanno guidato i guadagni, spingendo l’indice verso il suo nuovo massimo storico.
Focus degli investitori e prospettive future
A questo punto, l’attenzione della comunità finanziaria si rivolge ora alle prossime decisioni della Federal Reserve e all’impatto che le politiche di Trump potrebbero avere sull’economia globale. Sebbene le promesse di tagli fiscali e riduzione dei tassi d’interesse siano accolte positivamente dai mercati, emergono preoccupazioni riguardo a potenziali squilibri macroeconomici nel lungo periodo.
Ad ogni modo, il record storico dell’S&P 500 riflette un misto di ottimismo e tensioni sottostanti nei mercati finanziari. La combinazione di politiche favorevoli alla crescita e il rischio di pressioni inflazionistiche presenta una sfida complessa per gli investitori e le autorità monetarie nei mesi a venire. L’evoluzione di questi fattori sarà decisiva per capire se l’indice riuscirà a mantenere il trend positivo o se si troverà ad affrontare una maggiore volatilità nel prossimo futuro.
A prescindere dalla direzione che Wall Street prenderà, è altamente probabile che gli indici resteranno volatili e ciò non farà altro che accrescere le occasioni di trading.
💡 Trump detterà il ritmo della borsa di Wall Street?
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