Con l’indice S&P 500 ai massimi storici ha ancora senso una strategia long trading oppure è il momento di cambiare approccio e iniziare a vendere in vista di un ribasso sia pure fisiologico? E’ più o meno questa la questa la domanda che agita i traders esposti sulla borsa Usa. In effetti con un S&P 500 ai massimi storici può accadere di tutto: ci può essere un ritracciamento che comunque sarebbe più che normale visto il passo fin qui tenuto ma non è neppure da escludere che possa verificarsi una bull-run simile a quella che si vide nel 2020.
Tutto le strade sono possibili me questa, tutto sommato, è una notizia positiva per i traders. Questi ultimi, infatti, possono sfruttare le situazioni poco definite e quindi potenzialmente volatili per investire in entrambe le direzioni: long (se la previsioni sono per una prosecuzione del rialzo) oppure short (se invece le stime sono per un ribasso). I broker CFD come eToro permettono di sfruttare fino in fondo tutti i movimenti degli indici di borsa senza possesso fisico del sottostante.
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S&P 500 sale ai massimi storici
La scorsa settimana ha visto l‘indice S&P 500 di Wall Street agganciare i nuovi massimi storici. Grazie ad un rialzo settimanale di un punto percentuale e mezzo, l’importante indice americano è arrivato a 5026 punti. Il paniere ha toccato livelli tecnici che non erano neppure pensabili fino a pochi mesi fa. Il fatto stesso che sia stato abbattuto il muro dei 5.000 punti e che il paniere sia anche riuscito ad avere una buona stabilizzazione sopra questo livello potrebbe implicare che ci sia una certa forza in grado di fare la differenza più sul lungo termine. Insomma sembra esserci ottimismo sulla prosecuzione del trend al rialzo e questo nonostante l’indice rispetto ad un anno fa sia cresciuto del 21 per cento.
Il timing del rialzo dell’S&P 500 ai nuovi massimi storici è anche esso molto interessante. La zampata sopra al muro dei 5000 punti non è avvenuta in un momento qualsiasi ma in un contesto molto movimentato per la borsa di Wall Street. Da un lato, infatti, ci sono le pubblicazione dei risultati societari che già alcune settimane si stanno seguendo mantenendo alto l’appeal sui titoli Usa mentre dall’altro ci sono le attese per quello che potrebbe avvenire sul fronte del taglio dei tassi FED. Proprio in merito alla politica monetaria americana, la scorsa settimana sono arrivate una serie di dichiarazioni da parte di autorevoli membri della banca centrale Usa.
Long o short trading sull’S&P 500: cosa dicono gli analisti
Alla luce di quello che abbiamo detto in precedenza sembrerebbe che la scelta operativa migliore sia quella rialzista.
In realtà le cose stanno in modo molto più complesso e quindi il fatto che l’S&P 500 abbia raggiunto un nuovo record dovrebbe essere letto con più attenzione anche per evitare passi in avanti imprudenti.
Molti analisti analizzando il rally dell’S&P 500 hanno posto l’accento su quella che è stata definita come l’ampiezza del mercato alla base del balzo ad oltre 5000 punti dell’indice Usa.
Ebbene vale sempre un discorso che abbiamo fatto tante volte anche su questo sito: il numero dei titoli che hanno preso parte al rally dell’S&P500 è molto contenuto e questo non può che essere un motivo di preoccupazione visto che è facile prevedere cosa potrebbe accadere a tutto il paniere se questi titoli dovessero invertire la rotta. Nel 2023 la stragrande maggioranza di quel 23 per cento di rialzo dell’S&P 500 è da attribuire al gruppo dei cosiddetti Magnifici Sette che, tra le altre comprende, le azioni Meta, Microsoft, Alphabet, Apple e Amazon. L’ampiezza dei titoli alla base del rally dell’indice Usa è migliorata a fine 2023, tuttavia molte analisi affermano che nel corso del 2024 la consistenza di questa base sia destinata a ridursi ancora. E quanto avvenuto alla fine della scorsa settimana sembra proprio dare sostegno a questa ipotesi: mentre l’S&P 500 da inizio anno è salito del 5,4 per cento la media a 10 giorni dei titoli della Borsa di New York e del Nasdaq che hanno toccato nuovi massimi si è attestata al livello più basso da luglio.
Parallelamente almeno il 62 per cento dei titoli a grande capitalizzazione è sopra la media mobile a 50 giorni, in ribasso rispetto all’87 per cento di dicembre, secondo i dati di Thrasher Analytics.
Insomma se la base del rally dell’S&P 500 ai nuovi massimi fosse stata più ampia, si poteva essere più tranquilli ma la dipendenza dai magnifici sette e soprattutto il fatto che questa legame non accenna a spezzarsi inducono una certa preoccupazione.
Sulle prospettive dell’S&P 500 e della borsa Usa si possono leggere queste guide:
- Previsioni borsa americana 2024: le migliori occasioni di Wall Street
- Investire sull’indice S&P 500: previsioni 2023/2024
- I 5 settori azionari che batteranno l’S&P 500 nel 2024
- Nasdaq 100 previsioni 2024: ancora rialzo? 3 azioni da comprare
Come investire sull’S&P 500 con i broker CFD
Come abbiamo già segnalato in precedenza, il modo più agevole per investire sull’S&P 500 è attraverso i Contratti per Differenza. Si tratta di strumenti derivati che riflettono il sottostante e che quindi permettono di speculare sia al rialzo (long trading) che al ribasso (short trading). I CFD si basano sulle leva finanziaria che amplifica la portata dell’investimento (ma sale anche il livello di rischio).
Tra i migliori broker CFD per investire sull’S&P 500 segnaliamo:
- eToro: permette di fare trading sui CFD S&P500 a leva e senza il possesso fisico dell’asset sottostante. Molto interessante lo strumento del copy trading con cui replicare le strategie dei traders più bravi sull’S&P 500. Con eToro investire è accessibile a tutti visto che il deposito minimo di partenza è di soli 50 dollari.
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