Dopo giorni pesantissimi sul settore bancario sembra essere tornata un pò di luce se non altro grazie al clima di attesa per le decisioni di politica monetaria della FED in uscita domani. Tuttavia il passivo che le banche hanno rimediato nelle ultime 10 sedute resta pesantissimo. Il fallimento della Silicon Valley Bank prima e poi, a cascata, la crisi di altre importanti banche Usa come First Republic e, lato Europa, il salvataggio del Credit Suisse ad opera di UBS, hanno profondamente negativizzato il sentiment.

In questo contesto, però, non tutte le asset class si sono mosse in ribasso. Se c’è una lezione chiara che il crollo delle banche ha trasmesso è senza dubbio la riscoperta dei beni rifugio. Questa volta, lo possiamo tranquillamente dire, tutto si è svolto secondo i copioni.

Alla fuga dalle azioni delle banche (anche se, e questo è molto visibile a Piazza Affari, qualcuno ha approfittato per comprare titoli bancari a buon prezzo), è corrisposto un apprezzamento dei beni rifugio tradizionali come l’oro e l’argento. Il primo soprattutto è risalito a livelli che non si vedevano da aprile 2022. Fin qui tutto normale. C’è però una novità: accanto ai beni rifugio tradizionali, il crollo delle banche ha premiato anche il Bitcoin. Questa è la vera sorpresa delle ultime settimane. Il concetto del Bitcoin come bene rifugio (cosiddetto oro digitale) non è nuovo ma, lo scorso anno, a causa del crollo delle criptovalute, era finito in sordina. Con la crisi delle banche, l’oro digitale è tornato a fare la sua parte. A dirlo non siamo noi della redazione ma i numeri di cui parleremo nei prossimi paragrafi.

Tirando quindi le somme possiamo dire che in un contesto caratterizzato da un sentiment reso negativo della preoccupazione che possano esserci fallimenti a catena tra le banche americane e quindi dalla prospettiva che le azioni del settore bancario possano performare negativamente, oro, argento e Bitcoin hanno messo a segno forti apprezzamenti intercettando l’interesse degli investitori in fuga dalle banche.

Prima di analizzare la performance di questi tre asset premiati dalla crisi delle banche, ricordiamo ai nostri lettori che è possibile speculare sia sui metalli che sulle criptovalute usando una sola piattaforma. Quello che intendiamo è che non serve utilizzare un broker per le commodities e un exchange per le materie prime quando c’è una piattaforma affidabile come eToro che permette di fare trading su tantissimi mercati diversi attraverso i CFD. Si tratta di uno strumento di tipo derivato grazie al quale si può speculare sia al rialzo (long trading) che al ribasso (short trading). Su questo sito citiamo spesso eToro poichè ha il vantaggio di offrire un conto demo gratuito da 100 mila euro virtuali per esercitarsi senza rischi.

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Oro e argento in forte rialzo con crollo titoli bancari

La nuova crisi delle banche ha permesso di riscoprire i beni rifugio classici come l’oro e l’argento.

Come si può vedere dal grafico quotazione oro, i prezzi del metallo giallo sono arrivati in area 1980 dollari l’oncia registrando una progressione di oltre 8 per cento nel corso delle ultime sedute. Forte rialzo anche per il prezzo dell’argento che, la scorsa settimana, è cresciuto del 10 per cento in appena 4 sedute.

Dal punto di vista tecnico, l’oro partiva fortemente sottovalutato avendo chiuso il mese di febbraio con un calo del 7,5 per cento a quota 1815 dollari l’oncia. Il crollo delle azioni del settore bancario e i conseguenti timori di una crisi finanziaria globale (che, anche alla luce dell’inflazione e della recessione, sarebbe una tragedia) hanno creato il terreno ideale per una brusca virata al rialzo dei prezzi.

E così il gold a partire dalla seduta del 10 marzo scorso (quindi tutto si è svolto in meno di 10 giorni), ha prima stracciato la resistenza collocabile in area 1850 dollari l’oncia / 1870 per poi mettere nel mirino e superare anche la resistenza a 1900 dollari. Successivamente è avvenuto un consolidamento attorno ai 1920/1930 dollari l’oncia e poi una nuova accelerazione ad oltre 1950 dollari l’oncia. A questo punto non sarebbe improprio vedere l’oro anche alle prese con la resistenza psicologica a 2000 dollari l’oncia.

Questo target può essere tenuto in considerazione nelle strategie di tipo rialzista sul prezzo dell’oro. Viceversa un’analisi tecnica con prospettiva al ribasso vedrebbe i più importanti livelli di supporto a 1900 dollari l’oncia prima e a 1870 dollari l’oncia dopo con una involuzione al ribasso in caso di discesa fino a 1850 dollari l’oncia (ma una prospettiva simile significherebbe peggioramento del sentiment).

Per sfruttare queste indicazioni, si può operare con il broker eToro che, come detto prima, offre sempre la demo gratuita da 100mila euro per imparare a fare pratica senza rischi.

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Tra l’altro (e questo è un particolare che la dice lunga sulla situazione in corso), mentre gli investitori che hanno rivolto la loro attenzione ai beni rifugio fin dalla prime battute della crisi bancaria sono riusciti a cavalcare l’onda, gli hedge fund che nei mesi scorsi avevano ridotto la loro esposizione sul gold sono stati costretti a correre ai ripari in poco tempo. Il guaio è che questi fondi speculativi avevano effettuato taglio molto forti in scia allo short sell di inizio febbraio.

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Bitcoin torna ad essere l’oro digitale

Come dicevamo prima, c’è poi la sorpresa del Bitcoin che, in un lasso di tempo molto breve, è passato da 19560 dollari ad oltre 28mila dollari. L’andamento del prezzo del Bitcoin nelle fasi di questa crisi è molto significativo. Infatti nell’immediatezza del fallimento della Silicon Valley Bank, il valore del Bitcoin ha prima ritracciato ma poi, nei giorni seguenti e nonostante i contagi anche su altre banche Usa, ha preso il largo fino ad arrivare ai valoro attuali.

Dal punto di vista tecnico, fondamentale è stato il superamento di quota 25200 dollari (livello di resistenza). Saltando questo prezzo, BTC ha messo nel mirino i 28mila dollari. Stiamo parlando di numeri molto importanti visto che proprio questo livello non veniva raggiunto da giugno dell’anno scorso.

Adesso tutte le opzioni sono possibili compreso un allungo fino a 30mila dollari. Al ribasso, invece, è interessante evidenziare che l’asticella dei supporti è salita a 20mila dollari.

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A prescindere da quella che sarà la direzione dei prezzi, ciò che è fondamentale evidenziare è che il Bitcoin è tornato ad essere considerato un oro digitale e come tale adatto per ripiegare nelle fasi di incertezza. Ciò significa che oggi abbiamo un asset più maturo e meno legato alla sola speculazione.

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Ma come spiegare l’andamento che sta tenendo Bitcoin mentre le banche crollano? In realtà non c’è una spiegazione univoca. Secondo alcuni analisti, però, BTC beneficia soprattutto dell’attesa svolta monetaria che la FED potrebbe presto attuare.

Tutti sanno che la crisi delle banche americane è frutto dei troppi e consecutivi rialzi dei tassi decisi della Federal Reserve. A questo punto è ovvio che su questa strada non si possa proseguire e da qui il ritorno di appeal proprio su Bitcoin. Per la cronaca domani 22 marzo ci saranno le decisioni sui tassi FED.

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