trader al lavoro e dietro logo di Wall Street
Sell-off sui titoli tech fa sprofondare Wall Street - BorsaInside

Il crollo della borsa di Wall Street avvenuto ieri impensierisce non poco gli investitori che adesso sono alla ricerca di segnali utili per capire se dopo il sell-off ci sarà subito un recupero oppure se la pressione ribassista è destinata a restare alta anche oggi.

Che ci sia una forte apprensione è evidente anche dagli effetti generati dal tracollo del mercato azionario Usa sulle borse europee. Tutte le piazze del Vecchio Continente sono in ribasso con la borsa di Milano che cede oltre il 2,5 per cento anche a causa del forte ribasso di STM e Stellantis in scia alla delusione per le rispettive trimestrali. Il condizionamento della borsa americana è comunque evidente e non potrebbe essere diversamente vista l’ampiezza del sell-off di ieri. Senza tirarla tanto per le lunghe, quella di ieri per molti indici Usa è stata la seduta peggiore dal 2022 con l’S&P 500 che ha perso il 2,2 per cento e il Nasdaq che ha chiuso in calo del 3,6 per cento.

Questi due dati sono sufficiente per capire c’è ieri c’è stato un problema proprio per i colossi tech. Le big del Nasdaq sono andate rovinosamente a picco trascinando con loro tutti i listini.

L’aspetto più interessante del violento ribasso di ieri è che esso era quasi in programma. Nei giorni scorsi, infatti, tantissimi report avevano posto l’accento sul fatto che la borsa Usa era cresciuta troppo e per mano di una manciata di titoli. Di valutazioni eccessive avevano parlato molti analisti puntando il titolo proprio sui tecnologici. Evidentemente i segnali in chiaro-scuro presenti nei conti trimestrali di molte quotate tech rese note negli ultimi giorni sono stati subito cavalcati in ottica ribassista dal mercato.

E allora vediamo rapidamente cosa è successo ai colossi tech del mercato americano.

Crollano i titoli tech e Wall Street va a picco

I ribassi messi a segno dai titoli tecnologici certificano tutte la paure del mercato. Alphabet ha registrato un ribasso del 5 per cento mettendo a segno la prestazione peggiore dallo scorso 5 gennaio nonostante una trimestrale positiva sul fronte ricavi ma zavorrata dall’annuncio sui forti investimenti che saranno necessari nei prossimi anni; Tesla ha perso il 12,3 per cento in scia a conti trimestrali inferiori alle attese e soprattutto a causa del forte ribasso dei ricavi automobilistici; Nvida ha lasciato sul parterre il 6,8 per cento e Meta il 5,6 per cento. In questo contesto sembra quasi poca cosa il -3,6 per cento di Microsoft e il -3 per cento di Apple (quest’ultima ha pagato le notizie sull’avvio di una maxi indagine in Spagna da parte della Comision Nacional de los Mercados y la Competencia).

Una lunghissima sequenza di segni rossi più o meno ampi ha praticamente contraddistinto proprio quel pugno di titoli a grandissima capitalizzazione di mercato che in questi mesi ha spinto in alto Wall Street.

Attenzione a far passare il messaggio che tutte le quotate Usa alle prese con la pubblicazione dei conti trimestrali sono state travolte dalle vendite perchè, in realtà, i segni verdi non sono mancati. Le azioni Mattel hanno chiuso avanti di quasi il 10 per cento grazie ad una trimestrale contraddistinta da un utile per azione in aumento dai 0,09 dollari di un anno fa a ben 0,17 dollari. Segno verde anche per il gruppo delle telecomunicazioni AT&T che ha messo in cassaforte il 5,2 per cento dopo avere chiuso il secondo trimestre con un leggero calo del fatturato che però non ha impedito al management del gruppo di confermare la guidance per il 2024 (e questo passaggio è stato interpretato positivamente dal mercato).

Come investire sulla borsa Usa dopo il crollo di ieri

Il posizionamento da assumere sul mercato americano varia a seconda di quelle che sono le previsioni sull’andamento odierno. Se la stima è per una ripresa, allora conviene andare long ma se le aspettative sono per un calo allora meglio lo short. I prezzi dei titoli tech ieri crollati sono ora più a portata di mano (si fa per dire) ma è difficile capire se ci sarà o no una ripresa nel breve.

Per questo motivo tanti analisti raccomandano una view più prudente in attesa di capire se si è dinanzi ad un vero ritracciamento del mercato azionario Usa. Non c’è da quindi da stupirsi se da giorni è in atto uno spostamento degli operatori di mercato dalle big tech verso le small cap. Queste ultime potrebbero infatti prendere slancio dalle prossime mosse di politica monetaria della FED mentre i titoli tech a maggiore capitalizzazione è come se avessero già detto tutto. Il punto è che la FED taglierà i tassi nel board di settembre (è questa l’ipotesi prevalente ad oggi) e sull’azionario Usa sembra già iniziato il riposizionamento.

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