Anche i più ottimisti cominciano ad ammettere che i mercati azionari e il credito negli Stati Uniti siano attualmente sopravvalutati. Sebbene molti analisti ritengano che il positivo contesto macroeconomico possa prolungare il rally fino al prossimo anno, cresce la consapevolezza che una correzione sia inevitabile, anche se potrebbe essere posticipata di qualche mese.
La scorsa settimana, i principali indici di Wall Street hanno toccato nuovi massimi storici, continuando una crescita spettacolare iniziata oltre un anno fa.
Da quando la Federal Reserve ha invertito la rotta rispetto all’aumento dei tassi di interesse nell’ottobre scorso, il Nasdaq ha guadagnato oltre il 50%, mentre il titolo Nvidia, leader nel settore dei semiconduttori, ha visto un’impennata del 250%. Incredibilmente, l’S&P 500 si avvia a chiudere uno dei migliori anni in termini di performance dal 1928.
Parallelamente, gli spread sui rendimenti delle obbligazioni corporate, sia investment-grade che high-yield, rispetto ai Treasury si sono ridotti a livelli storicamente bassi. In alcuni casi, sono ai minimi di sempre, segnalando un mercato caratterizzato da una forte assunzione di rischio.
Tuttavia, anche senza una metodologia infallibile per misurare l’eccessiva valutazione di un mercato, i segnali d’allarme appaiono sempre più evidenti.
Una “Reverse Goldilocks” all’Orizzonte?
Gli analisti di Morgan Stanley raccomandano ancora di investire in azioni e credito statunitensi rispetto ai mercati internazionali, ma sottolineano che il margine tra scenari ottimistici e pessimistici per il 2025 è insolitamente ampio. La grande incertezza dipende dalle politiche fiscali, commerciali e migratorie attese nei prossimi mesi.
Morgan Stanley prevede un obiettivo base per l’S&P 500 di 6.500 punti, circa il 10% sopra il livello attuale. Tuttavia, il loro scenario ottimistico vede un potenziale rialzo del 24%, mentre quello pessimistico indica un possibile calo del 23%. Questo divario riflette una volatilità potenziale elevata.
Anche HSBC rimane “costruttiva” sugli asset di rischio, prevedendo ulteriori rialzi per Wall Street, soprattutto nella prima metà del 2025. Tuttavia, avverte che i mercati statunitensi si trovano sul limite della cosiddetta “Danger Zone”.
Secondo un modello basato sugli swap sui tassi di interesse, un aumento dei rendimenti dei Treasury a 10 anni sopra il 4,5% potrebbe innescare una correzione significativa. Questo livello, attualmente appena raggiunto, rappresenta il punto critico.
Se i rendimenti dovessero mantenersi sopra questa soglia, potrebbe scatenarsi un effetto “reverse Goldilocks” (ovvero né troppo caldo né troppo freddo, ma sfavorevole), causando turbolenze per azioni, obbligazioni e debiti dei mercati emergenti. “Un superamento sostenibile del 4,5% creerebbe quasi certamente caos nei principali asset finanziari”, hanno scritto gli analisti.
Quanto durerà il sentiment rialzista degli investitori?
Nonostante le cautele espresse dagli analisti, molti investitori sembrano adottare una posizione fortemente rialzista. Secondo l’ultimo sondaggio della American Association of Individual Investors (AAII), il sentiment rialzista ha raggiunto un livello “insolitamente alto” del 49,8%. In oltre tre decenni di storia del sondaggio, questo indicatore ha superato la soglia del 50% solo nel 10% delle occasioni.
Gli asset manager, pur consapevoli dei rischi di una correzione, potrebbero essere riluttanti a frenare questo entusiasmo. Anche se le previsioni di un ribasso si rivelassero corrette, individuare il momento giusto per uscire dal mercato è una sfida spesso attribuibile più alla fortuna che all’analisi tecnica o fondamentale.
Il timore di perdere opportunità – la famosa “FOMO” (Fear of Missing Out) – spinge molti a rimanere nel mercato, mantenendo vivo il ciclo di ottimismo. Tuttavia, come disse l’ex CEO di Citi, Chuck Prince, nel luglio 2007, quando i segnali di stress finanziario cominciavano a manifestarsi: “Finché la musica suona, bisogna continuare a ballare”.
Oggi, la melodia del mercato potrebbe iniziare a diventare stonata, ma gli investitori sembrano ancora disposti a cantare e ballare. La domanda chiave è: chi saprà uscire di scena prima che il ritmo cambi?
Considerazioni per i Potenziali Investitori
- Opportunità e rischi: I mercati azionari statunitensi continuano a offrire opportunità di crescita nel breve termine, ma il livello di rischio è in aumento.
- Diversificazione: Esplorare alternative internazionali o asset più difensivi potrebbe ridurre l’esposizione a un possibile crollo.
- Monitoraggio attivo: È cruciale seguire da vicino i rendimenti obbligazionari e i segnali macroeconomici per adattare tempestivamente la strategia di investimento.
Agire con consapevolezza e lungimiranza potrebbe fare la differenza tra cavalcare il rialzo e restare bloccati nella “zona di pericolo”.
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