C’è tutto un settore che a seguito dell’elezione di Trump è letteralmente andato a picco. Stiamo parlando del comparto farmaceutico e, più precisamente, del sotto-settore che include le aziende produttrici di vaccini. I nomi sono decisamente noti: Pfizer, Moderna, Novavax in Usa e BioNTech e GSK in Europa. Si tratta di società che devono gran parte della notorietà alla produzione di vaccini contro il Covid. E sempre alla scorsa pandemia queste stesse società devono anche il loro successo in borsa (da tempo oramai cessato).
Tutti questi titoli hanno chiuso la sessione di venerdì con un pesante ribasso dopo che già nelle precedenti sedute di borsa avevano registrato un forte nervosismo. Possiamo dire che è dal giorno dell’elezione di Trump che le varie Pfizer, Moderna etc sembravano essere timorose di qualcosa che era nell’aria. Questo “qualcosa” è poi puntualmente avvenuto. Di cosa stiamo parlando? Ovviamente della nomina di Robert F. Kennedy Jr. alla guida del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani. Il nuovo numero uno della Salute americana è da sempre molto scettico sui vaccini. Proprio questo spiega il sell off che si è abbattuto sulle azioni Pfizer & Co.
Crollano le azioni Pfizer e Moderna
L’impatto negativo dall’annuncio sulla nomina di Robert F. Kennedy Jr. a capo del dipartimento Usa della salute è stato immediato. Il giorno stesso della comunicazione le azioni Moderna hanno perso il 5 per cento, Pfizer il 2,6 per cento e Novovax il 7 per cento. In rosso anche le azioni BioNTech in calo del 6 per cento mentre quelle di GSK hanno lasciato sul parterre il 3 per cento. Insomma un vero e proprio bollettino di guerra che si può spiegare solo alla luce del curriculum di Robert F. Kennedy Jr. L’uomo politico si è sempre distinto per le sue posizioni molto scettiche sui vaccini anti-covid. Non si tratta solo di formalità ma di sostanza. Kennedy è infatti il fondatore dell’ente no-profit Children’s Health Defense, la più finanziata tra le organizzazione anti-vaccini degli Stati Uniti.
Insomma non è necessario essere dei grandi esperti di finanza per intuire quello che potrebbe accadere se Trump dovesse passare dagli annunci ai fatti ossia se, una volta entrato in carica, il neo-presidente americano dovesse nominare davvero Robert F. Kennedy Jr. alla guida del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani. Secondo gli esperti, se tale ipotesi di dovesse concretizzare, la retorica no-vax potrebbe essere istituzionalizzata con il risultato di un ulteriore calo della domanda di vaccini. Insomma Kennedy è una “minaccia” al business stesso dei vaccini. Poichè gli investitori tendono sempre ad anticipare quello che avviene sul mercato, ecco che i titoli dei vaccino sono andati a picco ancora prima dell’insediamento di Trump.
Del resto, almeno per adesso, sembra essere molto difficile che Trump possa fare dei passi indietro. Il neo-presidente americano, infatti, ha confermato sul suo social (Truth Social) le indiscrezioni che danno Kennedy Jr. in pole position per la nomina.
Cosa fare con le azioni dei produttori di vaccini?
Ci sono comparti favoriti dalla definizione di un certo contesto politico e comparti che, al contrario, sono decisamente sfavoriti. Con Trump presidente il settore dei vaccini è uno di questi. Cosa fare allora? Tutte le società farmaceutiche coinvolte nella produzione di vaccini anti-covid già da anni hanno perso la brillantezza del periodo covid. Dal punto di vista finanziario, i profitti delle varie Pfizer e Moderna hanno segnato una erosione proprio a causa del crollo dei tassi di vaccinazione in Usa. Le prospettive sono poco entusiasmanti e con Trump presidente e Kennedy Jr. alla sanità potrebbero esserlo ancora di meno.
Detto questo, le strade che si possono percorrere dal punto di vista operativo sono due: se la percezione è quella di un rimbalzo dei titoli dai livelli attuali, allora si può anche pensare di comprare sfruttando le valutazioni più basse. Se invece la previsione è quella di un ulteriore calo a causa proprio dalla nomina di Kennedy Jr. alla sanità allora è preferibile stare alla larga dal settore oppure speculare al ribasso con i CFD. I contratti per differenza sono strumenti di tipo derivato che permettono di fare trading a leva senza possesso del sottostante.
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Ad esempio le azioni Pfizer, considerate le maggiori beneficiarie della campagna di vaccinazione di massa, nell’ultimo mese hanno perso il 12 per certo e anche anno su anno la loro prestazione è negativa. Molto peggio è andata alle azioni Moderna che hanno perso il 27 per cento nell’ultimo mese e ben il 65 per cento anno su anno.
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