C’è un asset particolare che ha iniziato il 2023 sulla cresta dell’onda: l’oro. Come si può vedere dal grafico in basso, il prezzo dell’oro si muove sopra i 1900 dollari l’oncia contro i poco più di 1600 dollari di inizio novembre. La dinamica descritta dal prezzo del gold è molto netta: nel giro di appena due mesi e mezzo, il valore del più prezioso dei metalli ha segnato una crescita di ben 300 dollari l’oncia. Inutile dire che chi ha deciso di comprare oro quando esso era ai minimi di novembre, ora si ritrova con un profitto molto consistente.
Ma perchè la quotazione oro è cresciuta? Quali sono i fattori che stanno spingendo al rialzo la materia prima? E perchè i trader sembrano quasi essersi messi in fila per comprare oro?
In altri articoli abbiamo sottolineato il ruolo svolto dall’inflazione e in effetti nei momenti di rialzo dei prezzi al consumo è ovvio che gli investitori difendano il loro capitale rifugiandosi in asset sicuri di cui proprio l’oro è un classico esempio. C’è però un aspetto molto singolare di questa vicenda. Il rally dell’inflazione non è iniziato a novembre ma molto prima. Diciamo che, a parte la fiammata estiva di agosto, prima di novembre a quotazione oro non ha brillato poi così tanto nonostante anche allora l’inflazione fosse in crescita.
E allora come possiamo spiegare questa anomalia? Sicuramente alla base dell’attuale rally delle valutazioni dell’oro c’è la debolezza del dollaro. Tra i due asset vige una correlazione inversa e infatti questa estate era il dollaro ad imporre la sua legge (come ricorderanno i trader più sul pezzo, infatti, il cambio Eur/Usd si era attestato sulla parità). Da alcuni mesi, però, il Dollaro è tornato ad indebolirsi e quindi l’oro ha avuto campo libero per risalire. Tutto questo è vero ma da solo non è sufficiente per spiegare un apprezzamento di 300 dollari l’oncia in due mesi e mezzo. C’è dell’altro e questo altro conduce direttamente alla questione delle banche centrali su cui ora focalizzeremo la nostra attenzione.
Prima di scendere nel dettaglio, ricordiamo ai nostri lettori interessati che oggi per trarre profitto dal movimento del prezzo del gold non è necessario acquistare oro fisico. In realtà, infatti, si può speculare attraverso i Contratti per Differenza. Si tratta di uno strumento di tipo derivato che permette di fare trading sulle differenze di prezzo senza il possesso dell’asset sottostante. Uno dei migliori broker con cui fare trading di CFD sull’oro è eToro. Puoi iniziare ad usare questa piattaforma effettuando un deposito minimo iniziale di 50 dollari oppure puoi usare la demo gratuita da 100 mila euro virtuali per fare pratica.
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Banche centrali hanno ripreso a comprare oro in modo massiccio
Come abbiamo anticipato in precedenza, dietro al rally dell’oro ci sono gli acquisti massicci di gold che le banche centrali stanno effettuando. Stando ai dati del World Gold Council nei primi mesi del 2022 le banche centrali hanno comprato 673 tonnellate d’oro, un quantitativo record dal lontano 1967. La corsa a comprare oro non va letta come un evento estemporaneo visto che ultimi mesi del 2022 si è registrato un ulteriore incremento che ha portato le tonnellate di oro acquistate totali a 750.
A livello geografico, al primo posto per l’acquisto di oro ci sono gli Stati Uniti che avrebbero 8000 tonnellate di metallo giallo nelle loro casseforti. A seguire in questa speciale classifica troviamo la Germania e quindi l’Italia che nei suoi forzieri ha qualcosa come 2.452 tonnellate di oro, per la maggior parte in lingotti.
Come noto agli addetti ai lavori, le banche centrali, anche storicamente, nel momento in cui si rendono conto di rischiare delle perdite sono solite acquistare in modo massiccio un bene rifugio come l’oro. In altre parole dietro gli acquisti ingenti messi a segno nell’ultimo periodo ci sarebbe un preciso disegno di incremento complessivo delle riserve auree al fine di proteggere i proprio bilanci da possibili conseguenze negative che si potrebbero sviluppare nel caso in cui i governi si dovessero trovare a fronteggiare una recessione (e noi sappiamo che lo scenario prevalente per il 2023 è appunto quello della recessione).
Ricapitolando: le banche centrali comprano oro per fortificare i loro bilanci, il prezzo dell’oro tende a salire e i trader puntano su un ulteriore apprezzamento che, a sua volta, fa ulteriormente crescere il valore del gold.
Ecco quello che sta avvenendo in questi ultimi giorni al metallo prezioso. La domanda che in tanti ora si pongono è fin dove il prezzo dell’oro si potrà spingere. Parliamo quindi di previsioni oro 2023 riportando i dati più aggiornati. Un argomento fondamentale per chi vuole passare all’operatività. A tal riguardo ricordiamo che tutti i migliori broker CFD consentono di fare trading sull’oro. Tra le proposte più interessanti c’è quella di Avatrade, broker che consente di iniziare ad operare con un deposito minimo di partenza di soli 100 euro e in più offre una vasta selezione di strumenti di analisi che possono essere molto utili.
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Comprare oro conviene ancora? Ecco i target dei prezzi
Cosa attendersi dal prezzo dell’oro nei prossimi mesi? Prima di parlare di numeri è fondamentale essere consapevoli che l’andamento dell’oro è legato allo stato di salute dell’economia. Se oggi il gold cresce è perchè sui mercati cresca la consapevolezza che, i prossimi mesi, potrebbero essere molto duri anche se alla fine tutto dipenderà dall’entità reale della recessione (che non sarà uguale in tutte le aree geografiche).
Ciò premesso l’ipotesi prevalente, sostenuta dal recente movimento al rialzo, è che il prezzo del gold possa salire fino a oltre i 2100 dollari l’oncia nel corso del 2023. Aspetto molto significativo di questa proiezione è che dietro al rally ci sarebbero non tanto gli investitori (questi vengono dopo) ma le banche centrali.
Insomma gli acquisti di lingotti dovrebbero proseguire e già potrebbe tenere alto il prezzo del gold anche nei prossimi mesi. Una prospettiva interessate per chi decide di investire in oro che quindi può beneficiare di prezzi ancora bassi. Una strategia che scaturisce da queste previsioni è infatti quella di sfruttare le quotazioni attuali per puntare su un ulteriore rialzo e quindi trarre profitto dalla differenza di prezzo.
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