Il crollo delle azioni Intel ha fatto accendere la solita lampadina a quegli investitori che sono permanentemente a caccia di titoli in saldo. Il forte deprezzamento registrato in una sola seduta dal colosso dei chip ha ora reso disponibili a sconto le azioni della quotata.
Il fatto, però, che il titolo possa essere acquistato su valutazioni molto più contenute rispetto a quelle di un paio di settimane fa, però, non significa, automaticamente, che convenga farlo. Teoricamente, infatti, non si può escludere che il crollo di Intel sia solo all’inizio. Se così dovesse essere, comprare a questi prezzi non sarebbe un affare perchè le quotazioni sono destinate ancora a scendere.
A dispetto di quello che possono pensare gli investitori più ottimisti, infatti, la situazione grafica ma soprattutto fondamentale del colosso Usa dei chip è alquanto difficile. A prescindere da come si intenda investire (long o short) è quindi fondamentale mantenere un approccio prudente.
Azioni Intel hanno perso il 34 per cento in un solo mese
Il venerdì nero della borsa di Wall Street si è chiuso con l’indice Nasdaq in ribasso di ben il Nasdaq 2,43 per cento a quota 16.776 punti. Il paniere dei titoli tech Usa è stato il peggiore nel raffronto con gli altri indici. Il crollo del Nasdaq è stato un effetto diretto del sell-off che ha travolto Intel finendo poi con il procurare il classico effetto domino su tutte le altre quotate del settore. Le azioni Intel in una sola seduta hanno lasciato sul parterre il 26,1 per cento risultando una dei peggiori titoli in assoluto.
A causa del violento ribasso, la prestazione della quotata su base mensile e su base annua si è aggravata. Rispetto ad un mese fa, la flessione è ora del 34 per cento mentre anno su anno spicca un rosso del 41 per cento. Insomma per Intel è buio completo.
Dicevamo dell’effetto domino innescato dal tracollo di Intel. Ebbene proprio il boom delle vendite sulle quotata dei chip, ha fatto naufragare anche Amazon che ha perso l’8 per cento (il colosso e-commerce ha comunque fatto i conti anche con una trimestrale leggermente deludente soprattutto per quello che riguarda il fatturato). Nessun impatto, invece, sulle azioni Apple che hanno tenuto la posizione chiudendo poco sotto ai 220 dollari.
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Cosa fare sulle azioni Intel?
I problemi di Intel riguardano i fondamentali (le conseguenze dal punto di vista tecnico sono appunto solo un effetto secondario). Riguardando i conti e le prospettive non possono essere presi sottogamba neppure per un attimo.
Tutte le criticità di Intel sono state messe a fuoco dai conti del secondo trimestre 2024.
Iniziamo ad fatturato netto totale che ha segnato un ribasso dell’1 per cento a quota 12,8 miliardi di dollari. A pesare più del calo è il fatto che il dato finale sia stato più basso delle stime della vigilia. Gli analisti di LSEG, infatti, puntavano su un fatturato pari a 12,94 miliardi di dollari.
Molto male anche l’utile per azione che alla fine del trimestre era fermo a 2 centesimi contro i 10 cent attesi dagli analisti. Un utile per azione EPS così basso si spiega alla luce della forte perdita trimestrale che è emersa. Il trimestre, infatti, si è chiuso con un rosso di 1,61 miliardi di dollari mentre un anno fa svettava un verde di 1,48 miliardi di dollari. Nel giro di un anno, quindi, Intel è passata da un utile netto a una perdita. Questa è una notizia molto negativa per la quotata e infatti Pat Gelsinger, CEO della quotata ha detto chiaramente che i risultati finanziari del secondo trimestre sono stati deludenti.
Ancora più esplicito David Zinsner, direttore finanziario di Intel, che ha affermato che i risultati deludenti sono da imputare alla accelerazione dell’offerta di chip per PC con intelligenza artificiale che ha praticamente danneggiato la linea di fondo del colosso americano.
Maxi licenziamenti in arrivo per contenere i costi
Come sempre accade quando c’è un netto peggioramento dei risultati e le stesse prospettive sono negative (le stime del management sulla seconda metà del 2024 sono più negative di quanto indicato in precedenza) ecco che il rilancio passa dal taglio dei costi che, a sua volta, comprende anche la riduzione della forza lavoro.
Intel procederà con il licenziamento di circa 15.000 lavoratori per supportare quella che il management ha definito come la strategia di trasformazione pluriennale che il gruppo è chiamato ad eseguire per restare sul mercato. 15.000 posti di lavoro in meno significano il taglio del 15 per cento della forza lavoro di Intel.
La riduzione della forza lavoro avverrà attraverso un programma di partenze volontarie ma anche con l lancio di una offerta di pensionamento avanzata. I numeri dei tagli sono però così ampi da lasciar ipotizzare che una buona fetta dei tagli al costo del personale sarà ottenuta mediante licenziamenti.
Stando alle proiezioni della quotata, tagliando di 15.000 i posti di lavoro, ci sarà una flessione dei costi di ben 10 miliardi di dollari nel 2025.
Insomma Intel sembra essere proprio sprofondata e se ci sarà in vero rilancio esso lo si potrà cogliere solo nei prossimi mesi. Fin ad allora la view resta negativa e questo il mercato lo ha capito molto bene (e da qui il sell-off sul titolo).
Ad ogni modo chi volesse sfruttare la situazione attuale in ottica speculativa (facendosi carico di un rischio molto alto) può operare con i CFD sulle azioni Intel che consentono di andare long e short a seconda di quelle che sono le prospettive dei prezzi. Con i CFD si può anche investire intraday e questo, unito alla possibilità di usare la leva, è un vantaggio.
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