persone con bandierine degli Stati Uniti
Elezioni Usa e rendimenti azionari nella storia - Borsainside

Quale sarà l’impatto delle elezioni presidenziali Usa sul mercato azionario americano? E’ questa la domanda che tanti trader attivi a Wall Street stanno iniziando a porsi in vista della prossima sfida tra il democratico Joe Biden e il repubblicano Donald Trump. Rispondere ad un interrogativo simile non è semplice anche perchè il contesto in cui si terranno le elezioni presidenziali Usa 2024 è molto diverso da quello del 2020. Anche allora la sfida fu tra Biden e Trump ma la situazione geopolitica era completamente diversa e di certo non erano in corso ben due guerre (quella a Gaza e quella tra Russia e Ucraina con quest’ultima che rischia di allargarsi ancora di più).

E allora il solo modo per provare a capire come le elezioni Usa condizioneranno le prestazioni di Wall Street è quello di guardare ai precedenti storici. L’operazione da fare è simile a ciò che avviene quando si prova a tracciare il possibile andamento di un titolo o di un indice di borsa: prestare attenzione alle performance passate per provare a tracciare quelle future nella consapevolezza che comunque le prime non sono mai garanzia delle seconde.

L’importanza dell’analisi è centrale perchè a prescindere da quelli che sono i trend, è innegabile che le elezioni presidenziali Usa siano da sempre un grande assist per investire sugli indici americani, su singole azioni e sugli ETF esposti al mercato Usa. Tre asset class molto diverse tra loro su cui è possibile fare trading a condizioni molto interessanti anche con Fineco.

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L’influenza delle elezioni Usa sul mercato azionario nel corso della storia

Thomas Poullaouec Head of Multi-Asset Solutions, Asia-Pacific, T. Rowe Price, è l’analista che ha provato a spiegare in che modo le elezioni Usa influenzano le performance dell’azionario prendendo come modello lo storico.

Ebbene dal 1927 ad oggi ci sono state 24 elezioni presidenziali. Il campione non è così vasto come può sembrare anche perchè spesso il voto si è svolto in anni molto particolari e passati alla storia per gli eventi che li hanno caratterizzati e non certo per l’esito del voto. Ad esempio la Grande Depressione del 1932, la Seconda Guerra Mondiale (1940 e 1944), lo scoppio della bolla tecnologica (2000), la crisi finanziaria globale del 2008 e la pandemia di Covid nel 2020 sono tutti eventi avvenuti in anno in cui si è votato che hanno fatto passare in secondo piano le stesse elezioni.

Elezioni presidenziali Usa e rendimenti azionari: quale rapporto?

Alla luce di quanto detto nel precedente paragrafo, la tempistica delle elezioni presidenziali americane è davvero così importante per i rendimenti azionari?

Anche in questo caso il dato storico va prese con le pinze. I rendimenti complessivi, medi e mediani, dell’indice S&P 500 sono stati più bassi negli anni delle elezioni presidenziali rispetto agli anni in cui non si è votato ma anche alla media di lungo periodo degli ultimi 96 anni. Viceversa i rendimenti sono stati più alti nei periodi precedenti alle elezioni presidenziali rispetto agli anni in cui invece non si è votato. Non è però possibile passare in automatico da questo trend ad una vera e propria regola perchè dopo il giorno delle elezioni i rendimenti azionari a 1,6 e 12 mesi sono stati inferiori rispetto a quelli degli anni non cui non ci sono state elezioni presidenziali.

Quindi il timing delle elezioni presidenziali Usa è sicuramente un fattore di cui tenere conto in ottica di rendimento azionario ma non va assolutizzato.

Il ruolo dei presidenti eletti sui rendimenti azionari

Dall’esito del voto scaturisce l’elezione del neo-presidente. Si sviluppa una nuova fase e sorge una domanda speculare a quella precedente: quale è l’impatto dei neo-presidenti sui rendimenti di Wall Street? Secondo Thomas Poullaouec spesso il mercato tende a dare per già realizzate molte delle promesse fatte in campagna elettorale ed è per questo motivo che resta deluso per tutto l’anno successivo al voto stesso. I precedenti storici sono abbastanza chiari su questo punto: i rendimenti tendono ad abbassarsi nei 12 mesi successivi ad una elezione presidenziale Usa.

Il rapporto tra elezioni presidenziali la volatilità dei mercati

Escludendo l’anno precedente e il mese successivo al voto, l’S&P 500 ha sempre evidenziato una minore volatilità negli anni in cui si è votato rispetto a quelli non elettorali. Questo trend storico sulla volatilità potrebbe anche sorprendere anche perchè negli anni successivi ad una elezione, l’economia Usa si è sempre mostrata più incline verso la recessione.

Tuttavia sia negli anni in cui si è votato che in quelli in cui non ci sono state elezioni, la volatilità è stata più alta nel periodo precedente il primo martedì di novembre (data delle elezioni presidenziali) rispetto ai periodi successivi al voto. Non solo ma negli anni in cui si è votato il livello medio di volatilità dei mercati ha raggiunto il suo picco nel mese e nei tre mesi che precedono l’elezione.

Impatto della vittoria o della sconfitta del presidente uscente sulle azioni Usa

L’ultima questione esaminata dall’analista di T. Rowe Price riguarda gli effetti su Wall Street derivati dalla vittoria o dalla sconfitta del presidente in carica.

Analizzando i rendimenti medi dell’S&P 500 si può notare come sia prima che dopo le passate elezioni presidenziali, sia sempre emerso un trend preciso: debolezza nel periodo che precede le elezioni presidenziali che il presidente in carica ha perso e maggiore eterogeneità nei periodi successivi al voto.

Se il presidente non è riuscito a restare Casa Bianca, l’S&P 500 ha evidenziato livelli di volatilità più alti prima delle elezioni e nei mesi successivi a causa dell’incertezza dovuta ai probabili cambiamenti politici. In una situazione simile, il picco massimo della volatilità sempre stato raggiunto un mese prima del voto.

Ci sono poi altre due tendenze abbastanza definite: quando il partito in carica ha mantenuto la presidenza, la volatilità di Wall Street è calata prima delle elezioni per poi risalire nel mese successivi al voto. Inoltre nelle elezioni perse dal partito in carica, la volatilità ha registrato un aumento nei periodi precedenti al voto per poi calare.

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Prevedere gli effetti delle elezioni presidenziali Usa sui mercati azionari: conclusioni

E’ opinione diffusa tra gli analisti che ci siano delle correlazioni tra i risultati delle elezioni presidenziali statunitensi e l’andamento dei mercati azionari.

Dall’analisi di T. Rowe Price è emerso come i rendimenti medi dell’S&P 500 siano stati leggermente più bassi negli anni delle presidenziali Usa rispetto agli altri anni. Lo stesso discorso vale per la volatilità dei mercati più bassa nei periodi in cui si è votato rispetto agli atri. Per finire, la conferma del partito in carica è tendenzialmente stata una delle cause alla base dell’andamento della volatilità sui mercati.

Come investire sulla borsa americana in vista delle elezioni presidenziali Usa

Investire sulla borsa americana è un’espressione generica che ingloba varie opzioni. C’è ovviamente la possibilità di comprare azioni Usa ma anche ETF esposti a settori azionari americani. In più c’è anche l’ipotesi di trading CFD sugli indici azionari e fondi che investono sugli indici. Insomma il ventaglio di opzioni è ampio e per questo motivo è bene scegliere una piattaforma che consenta di operare con strumenti diversi e asset class differenti.

La banca italiana Fineco può essere la soluzione ideale.

Fineco permette di comprare azioni reali e di fare trading sia attraverso i CFD che con l’esclusivo strumento dei Super CFD su tantissimi sottostanti tra cui gli indici di borsa. Inoltre è presente anche una vastissima selezione di ETF sull’azionario Usa tra cui molti ETF senza commissioni.

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