bolla titoli tech

I titoli del settore tech sono in crisi oramai da mesi. Venuta meno la spinta creata dai vari lockdown anti-covid, i tecnologici hanno prima rallentato la loro crescita per poi invertire la rotta. I ribassi (in alcuni casi veri e propri crolli) che molte quotate del Nasdaq hanno messo a segno negli ultimi mesi sono l’assist per le ipotesi più pessimistiche. Lo scenario peggiore, di cui si vocifera sempre più spesso, è quello della bolla dei tecnologici.

Vero è che di questa ipotesi si parla da anni anche alla luce del ritmo di crescita del comparto. Fino a che però andava tutto bene (buoni fondamentali e apprezzamenti in borsa), l’ipotesi bolla veniva giudicata come inutile speculazione. Adesso che il contesto di fondo è invece mutato, la bolla tech 2.0 non rappresenta più un rumors speculativo ma un’evoluzione possibile e concreta.

L’ipotesi bolla dei tecnologici è uno scenario supportato da tutta una serie di indizi. Tanto per iniziare c’è da dire che a soffrire non sono solo i colossi tech (ne parleremo diffusamente dopo citando numeri e percentuali) ma anche tantissime start-up ultra-innovative che non riescono più a sbarcare in borsa. Chi mastica finanza sa perfettamente che quando un settore tutto proiettato al futuro non riesce più ad approdare in borsa (perlomeno non con i ritmi di prima) è perchè il mercato inizia a non credere più che il futuro possa essere di quel comparto.

Altro indizi sul possibile scoppio della bolla tech 2.0 è rappresentato dai piani di ridimensionamento che molti players del settore sono stati costretti ad attuare. Tagli dei costi e riduzione del personale sono oramai all’ordine del giorno mentre i maxi piani di assunzione, annunciati sulle prime pagine di molti media appena pochi mesi, sono ora sperduti in qualche cassetto.

Insomma tutto lascia presagire che il settore tech sia quantomeno destinato ad una pausa di riflessione dopo una lunga corsa che si era tradotta in valutazioni record. Il problema del trader è capire se questa pausa di riflessione sia solo una partentesi oppure sia l’incipit allo scoppio di una bolla.

Azioni tech crollano a Wall Street: i numeri

Nel precedente paragrafo abbiamo fatto riferimento ai violenti ribassi che stanno caratterizzando le big del Nasdaq oramai da mesi. E vediamolo allora questi numeri. Tanto per iniziare ad inizio anno ad oggi il paniere Nasdaq ha registrato un ribasso monstre del 22 per cento. Un dato pesantissimo che ha spinto non pochi analisti a parlare di bear market a proposito dell’indice dei tecnologici di Wall Street. Sono però le singole società ad offrire la prova più concreta del vento negativo.

Il prezzo delle azioni Meta Platforms da inizio anno ad oggi ha lasciato sul parterre il 40 per cento. Il guaio è che quello dell’ex Facebook non è un caso isolato visto che Apple nei primi mesi del 2022 ha perso il 17 per cento. E che dire poi di Amazon le cui quotazioni hanno registrato un calo del 25 per cento!

Insomma senza dilungarci più di tanto (anche perchè riteniamo di aver dato un’idea del trend in atto), è evidente che ci sia qualcosa che non va.

Guardiamo però il lato positivo. Il ribasso in atto ha reso più accessibili titoli che fino a pochi mesi si potevano guardare solo con il binocolo. Chi da tempo pensava di comprare, ora può farlo a sconto. Tra l’altro oggi è anche possibile fare trading online sulle azioni grazie a broker come eToro.

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Se teoricamente la strategia di acquisto nei momenti di ribasso è sempre valida, praticamente è però necessario verificare l’esistenza di fattori di supporto.

Ebbene, l’impressione è che i motivi per essere ottimisti sul futuro siano molto pochi. Tutta una serie di segnali invitano alla prudenza. Netflix ha iniziato a licenziare, Snap ha deciso di ridurre le assunzioni e Meta ha tagliato gli investimenti. Insomma il presente non è positivo ma anche lo scenario futuro non è dei migliori. Proprio per questo molti investitori stanno ripiegando sui titoli value, lasciando i tech a momenti migliori. La speranza è che si tratti solo di un momento (lungo ma comunque circoscritto) e non di una bolla.

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