
Impensabile che gli sconvolgimenti in atto sui mercati non impattassero sulle indicazioni di investimento delle banche d’affari. Troppo ampio il ribasso registrato dagli indici e troppo forti le implicazioni derivati dalla guerra commerciale in atto oramai a livello globale, per lasciare tutto come era. E così, ad appena poche settimane dal grande sell-off di Wall Street, ecco che è arrivata la dura reazione degli analisti di Citi con il declassamento delle azioni americane e la promozione di quelle giapponesi e di quelle inglesi. Ma andiamo con ordine in quella che, dal nostro punto di vista, può essere considerata un’analisi che dimostra come i mercati globali siamo davvero arrivati ad una fase storica di cambio.
Citi ha reso noto di aver tagliato il rating sulle azioni statunitensi dal precedente Overweight a Neutral. La decisione, hanno spiegato gli esperti della banca d’affari Usa, riflette la crescente prudenza nei confronti delle prospettive macroeconomiche globali. Secondo Citi il mix che si è venuto a creare tra valutazioni azionarie eccessivamente alte, un contesto oramai molto incerto a causa delle tensioni sui dazi e le crescenti pressioni al ribasso sugli utili aziendali rende insostenibile il posizionamento bullish sulle azioni di Wall Street. Quindi se fino a poche settimane fa l’indicazione della banca d’affari Usa era di aumentare il peso in portafoglio delle azioni americane, adesso non si va oltre un neutral.
Riviste le prospettive di crescita sulle azioni Usa
Nel report di Citi si può leggere che i dazi, in quella che è l’attuale loro struttura, potrebbero avere un impatto negativo maggiore sugli utili per azione (EPS) americani visto che Wall Street continua a trattare a un multiplo di valutazione che si colloca nell’80° percentile rispetto a quelli che sono i dati storici. Tra l’altro (e questo è un dato molto preoccupante) l’indice di Citi sulle revisioni degli utili ha raggiunto, proprio in scia al sell-off della borsa Usa, un livello pari al -40 per cento che può essere considerato dato da recessione. Morale: c’è il rischio significativo di ulteriori tagli alle stime sugli utili delle grandi compagnie americane.
Allargando lo scenario, Citi prevede una crescita degli utili globali del 4 per cento su base annua, una stima decisamente più cauta rispetto al 10 per cento previsto dal consenso bottom-up del mercato.
I titoli di Wall Street non sono stati i soli ad essere declassati da Citi. Giù il rating anche delle azioni dei mercati emergenti che passano da neutral a underweight. Il downgrade è stato motivato alla luce dell’esposizione diretta della Cina ai dazi e della possibilità che le tensioni commerciali possano persistere, nonostante i più recenti segnali di distensione.
Prima di procedere con l’analisi del report di Citi, ricordiamo che il peggioramento della valutazione non significa che da questi mercati siamo meglio stare alla larga. Con strumenti derivati come i CFD, infatti, si può sempre speculare al ribasso (short trading). Tra i broker specializzati c’è IQ Option che consente di iniziare ad operare con un deposito minimo di soli 50€.
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Riallocazione globale: promosse le azioni di Giappone, Europa e Regno Unito
Ma se le azioni americane non sono più da sovra-pesare nel portafoglio e quelle dei mercati emergenti sono addirittura da sotto-pesare, su quali titoli conviene allora posizionarsi?
Sempre nell’ambito della revisione strategica, Citi ha rialzato il Giappone a Overweight, mettendo in evidenza la presenza di valutazioni storicamente attraenti e una minore esposizione a conflitti commerciali con gli Stati Uniti. Allo stato attuale dei fatti, i titoli giapponesi sono al 15° percentile dei multipli di valutazione degli ultimi 25 anni. Tra l’altro, e questo è un elemento a ulteriore loro favore, molti scenari negativi sembrano essere stati già scontati nei prezzi attuali.
Nel loro report gli esperti hanno posto l’accento sul fatto che il Giappone può essere considerato tra i mercati più probabili a ottenere una tregua dai dazi Usa attraverso negoziati bilaterali.
Rating overweight anche sulle azioni del Regno Unito che possono far leva su valutazioni interessanti e su una natura difensiva che potrebbe rappresentare una occasione di protezione in un contesto di alta volatilità.
Per finire, gli analisti di Citi si sono espressi positivamente anche sull’Europa continentale che è sostenuta dagli stimoli fiscali e dalle attese di ulteriori taglio ai tassi BCE (per la cronaca il board di domani dell’EuroTower dovrebbe appunto decidere un ribasso di altri 25 punti base al costo del denaro.
Insomma, declassando azioni Usa e emergenti e promuovendo azioni inglesi e giapponesi, da Citi arriva una vera e propria riallocazione globale che non può non modificare le scelte di investimento. Un segnale chiaro per gli investitori che hanno azioni nel loro portafoglio.
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Cosa attendersi dai mercati azionari globali nel 2025?
Nonostante tutta la sua analisi sia incentrata sulla prudenza, Citi non esclude che possa essere possibile un rimbalzo significativo nei mercati entro la fine dell’anno, soprattutto se i colloqui commerciali tra Stati Uniti e Cina dovessero portare a risultati concreti.
L’ obiettivo della banca per l’indice MSCI All-Country World Index è di 1.050, il che implica un potenziale rialzo del 12 per cento con quelle che sono le quotazioni attuali.
In termini di strategia settoriale, la banca d’affari Usa non rinuncia al suo bilanciamento con il settore tecnologico che continua ad essere ritenuto il principale motore di crescita e i titoli finanziari che rappresentano la componente ciclica preferita. In caso di persistente incertezza, gli esperti consigliano di incrementare il tratto difensivo del portafoglio puntando sui titoli della sanità.
Tirando quindi le somme, con l’incertezza globale che resta elevata, l’indicazione operativa di Citi è quella di restare flessibili concentrandosi su mercati meno esposti alle guerre commerciali e su settori con fondamentali solidi e caratteristiche difensive.
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