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Report di UBS sulle azioni Tesla: "sono sopravvalutate" - BorsaInside

Dall’elezione di Trump le azioni Tesla sono sulla cresta dell’onda. Il valore del colosso dell’auto elettrica è schizzato sopra ai 350 dollari con una progressione del 30 per cento in un mese e addirittura del 47 per cento da inizio anno. Parallelamente si sono intensificati i report bullish sul titolo con la maggior parte degli analisti che tesse le lodi della crescita da record che attenderebbe Tesla nel 2025. Insomma tutto sembra deporre a favore del migliore degli scenari possibili con gli investitori che hanno già acquistato azioni Tesla su valori più bassi e che ora si godono il loro profitto e quelli che ancora non lo hanno fatto che possono tranquillamente andare lunghi visto che il potenziale margine di crescita è bello ampio.

Ma siamo sicuri che sia tutto così perfetto? Davvero non c’è una singola voce fuori dal coro che magari mette in guardia dall’eccesso di euforia su Tesla? In realtà le voci non allineate ci sono eccome come ci sono anche i primi alert su prezzi cha appaiono sempre più ingiustificati e come ci sono pure le prime operazioni di vendita che però sembrano passare inosservate.

A lanciare un chiaro allarme su Tesla sono stati gli esperti di UBS. A rompere invece gli indugi decidendo di vendere azioni Tesla prima che i prezzi tornino ad abbassarsi è stata l’Ark Invest di Cathie Wood che appena la scorsa settimana ha preferito cedere 11.205 azioni della casa automobilistica incassando circa 3,8 milioni di dollari. La mossa della Wood è stata palesemente adottata per passare all’incasso dei profitti incamerati grazie a quello che è oramai noto come Trump Trade ossia il rally causato dall’elezione di Trump. Inutile però dire che ai trader più accorti la decisione di Ark Invest ha lasciato qualche perplessità.

E se la stessa Wood non si fidasse delle attuali alte quotazioni di Tesla? La numero uno di Ark Invest fa il suo gioco e quindi è altamente probabile che la sua decisione di vendere possa essere scaturita da una precisa strategia. UBS invece è sinonimo di analisi e se lancia un allarme c’è quantomeno da prenderlo in considerazione. Che poi adottare un approccio prudente non significa stare alla larga dalle azioni Tesla anche perchè, attualmente, ricorrendo a strumenti di tipo derivato come i CFD è sempre possibile speculare anche sul ribasso del valore di un asset (short trading).

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I prezzi delle azioni Tesla non sono sostenuti dai fondamentali

In un recente report dedicato proprio alle azioni Tesla c’è un passaggio che la dice lunga sul livello di diffidenza degli analisti svizzeri nei confronti della quotata di Musk. Per gli esperti il recente boom del titolo sembra essere guidato più dall’istinto (“spiriti animali” è l’espressione precisa usata da UBS) che dai fondamentali. Il punto è che l’istinto nel giro di poco tempo lascia poi il posto alla ragione e allora quei trader che avessero la sventura di continuare a ragionare con la pancia si potrebbero ritrovare con un pericoloso cerino in mano. Spesso, infatti, chi non coglie il passaggio dalla reazione emotiva ad un approccio razionale finisce con il ritrovarsi in portafoglio azioni che valgono molto meno di quanto si è pagato per comprarle.

Cosa è questo se non un preciso alert sulle prospettive di Tesla?

E allora vediamo i motivi per cui, stando sempre alla prospettiva di UBS, oggi molti trader sono in fase abbaglio su Tesla.

Tutto nasce da un equivoco. Le azioni Tesla sono schizzate di oltre il 40 per cento dopo l’affermazione di Trump perchè lo stretto rapporto tra il futuro nuovo presidente americano e Musk viene visto come garanzia di futuro lasciapassare legislativo alla guida autonoma, settore in cui Tesla si ritiene che Tesla sia attiva. In realtà, affermano da UBS, se anche la nuova amministrazione Usa dovesse introdurre regole più elastiche sulla guida autonoma rispetto alle attuali più stringenti, Tesla ne potrebbe approfittare fino ad un certo punto vista che non ha un robotaxi pronto a cavalcare quest’onda. Ad ogni modo anche se riuscisse ad approfittare delle nuove norme, il vantaggio che Tesla avrebbe sarebbe ben poca cosa rispetto al grande svantaggio che riceverebbe dall’eliminazione dei sussidi all’auto elettrica che Trump, con tutta probabilità, è pronto ad attuare.

La questione auto elettrica è il secondo grande equivoco che nutre i trader che da settimane comprano azioni Tesla e ne gonfiano il valore. Chi sta operando in questo modo, hanno avvertito da UBS, dovrebbe ricordare che Trump già si è espresso sulla necessità di rimuovere i crediti d’imposta sull’acquisto delle auto elettriche e che tale misura danneggerebbe la stessa Tesla visto che si troverebbe costretta ad abbassare ancora i prezzi e quindi i margini.

Insomma tutto questo idillio tra Musk e Trump sicuramente può andare a vantaggio di Musk e dei suoi mille diversi interessi, ma quasi certamente non andrà a vantaggio di Tesla. La questione non è di poco conto.

Quale è il prezzo più giusto per le azioni Tesla?

E allora quale è il prezzo più corretto per le azioni Tesla? Non di certo quello attuale che appare sempre più gonfiato dal Trump Trade. Nel report sulla casa automobilistica, gli analisti di UBS hanno rivisto al rialzo il target price da 197 a 226 dollari confermando la loro indicazione di vendita. Per UBS, quindi, le azioni Tesla sono un sell. L’upgrade di target price, dal canto suo, non deve ingannare perchè comunque anche il nuovo prezzo obiettivo è decisamente più basso rispetto a quello precedente. Tra le due valutazioni c’è infatti un distacco di ben il 36 per cento. Questa è l’entità del ribasso che le azioni Tesla potrebbero segnare nei prossimi mesi.

Insomma la view di UBS su Tesla è particolarmente negativa. Per dovere di cronaca precisiamo che, comunque, la stragrande maggioranza degli analisti è invece bullish su Tesla.

Ricordiamo che a prescindere dall’orientamento, con i CFD sulle azioni Tesla si può sempre speculare in entrambe le direzioni.

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