un paio di scarpe Nike e un grafico ribassista
Non basta il dividendo alle azioni Nike per evitare il crollo - BorsaInside

La seduta di venerdì è stata semplicemente orribile per le azioni Nike. Il noto brand dell’abbigliamento è andato letteralmente a picco precipitando di ben il 20 per cento e cancellando qualcosa come 28,41 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato. Il tracollo delle azioni Nike è stato il risultato della profonda delusione del mercato per i conti del quarto trimestre fiscale 2024.

Come si può vedere dal grafico in basso, il sell-off che si è abbattuto su Nike ha determinato un aggravamento della già debole prestazione del titolo nell’ultimo mese e da inizio anno. Le percentuali non lasciano spazio ad interpretazioni: nell’ultimo mese il titolo Nike si è deprezzato del 18 per cento mentre da inizio anno la performance evidenzia in rosso del 27 per cento. A completare il quadro è poi la variazione annuale anche essa negativa per il 27 per cento. Le azioni del noto brand di abbigliamento sportivo sono in tensione da tempo e i massimi sono oramai visibili sono con il binocolo.

Dinanzi ad una situazione simile qualche investitore, magari da tempo in attesa del momento giusto per entrare sullo quotata, potrebbe pensare di comprare azioni Nike a prezzi che, fondamentalmente, sono a sconto. La domanda che ci poniamo è se farebbe bene ad adottare un approccio simile o se, al contrario, sarebbe meglio un approccio più prudente.

La prima cosa da fare per rispondere a questo interrogativo è sviscerare i motivi alla base del crollo delle azioni Nike e provare a capire se, dopo la grande paura, oggi ci possa essere lo spazio per un rimbalzo.

Venerdì nero delle azioni Nike: perchè il titolo è crollato?

Una trimestrale deludente è alla base della forte flessione di Nike. In particolare a penalizzare il titolo scatenando le vendite sono stati i dati dei ricavi più bassi di quelle che erano le attese. Il management ha imputato la prestazione negativa dei ricavi al calo della domanda da parte dei clienti. Il punto è che la stessa situazione per il futuro non è poi tanto brillante se i vertici della quotata hanno anche deciso di ridurre le prospettive per il prossimo anno fiscale.

Ma vediamo quali sono stati i numeri di questa caporetto. I ricavi al 31 maggio 2024 sono ammontati a 12,61 miliardi di dollari con una flessione del 2 per cento rispetto ai 12,83 miliardi di dollari dello stesso periodo dello scorso anno. Il punto è che gli analisti si attendevano ricavi pari a 12,89 miliardi di dollari e che quindi Nike ha deluso sia per quello che riguarda il confronto anno su anno che per quanto concerne quello con le stime di consensus.

A determinare la prestazione negativa del fatturato sono stati i ricavi messi a segno da Nike nell’are della cosiddetta Grande Cina. In questo settore, infatti, il volume d’affari ha registrato una flessione a doppia cifra. Altro fattore alla base della prestazione deludente è il calo del 18 per cento delle vendite del marchio Converse. In relazione a tutto l’anno fiscale 2024, le vendite hanno segnato un leggero rialzo rispetto al 2023, passando da 51,22 miliardi di dollari a 51,36 miliardi di dollari.

Per quello che riguarda le altre voci di bilancio, l’utile netto ha registrato un balzo del 45% a quota 1,5 miliardi di dollari. Tale valore corrisponde ad un utile per azione pari a 0,99 dollari, il 20 per cento in più rispetto alle attese degli analisti. Su tutto l’esercizio chiuso al 31 maggio, i profitti netti di Nike hanno messo a segno una crescita del 12 per cento salendo a quota 5,7 miliardi di dollari.

Segnali negativi anche dalla guidance 2024 di Nike

Come abbiamo già accennato nella premessa, non è solo la trimestrale di Nike ad essere stata negativa ma lo sono anche le stime sul futuro. Parliamo di guidance allora. Il management della quotata si attende una flessione del 10 per cento del fatturato nel prossimo trimestre. Si tratta di una stima di molto più bassa rispetto al -3,2 per cento previsto dagli analisti.

Le cattive notizie non si fermano qui. Nike prevede infatti che le vendite nel primo semestre registrino un calo a una singola cifra alta. Il punto è che nella precedente previsione rilasciata dalla stessa quotata si parlava di calo a una singola cifra bassa. Quindi anche su questo punto c’è un peggioramento drastico.

Una buona notizia: il dividendi Nike continua a salire in modo costante

In un contesto per nulla edificante caratterizzato da una trimestrale negativa e peggiore delle attese della vigilia e da una guidance peggiore delle stime degli esperti, l’ultima nota positiva che arriva dal colosso dell’abbigliamento riguarda la remunerazione degli azionisti. Per il 22esimo anno consecutivo i dividendi Nike sono aumentati. Sull’esercizio 2024 i dividendi sono ammontati a 1,45 dollari per azione, in crescita del 9,5 per cento rispetto a 1,325 dollari del 2023. Complessivamente la società ha restituito agli azionisti qualcosa come 6,5 miliardi di dollari così divisi: 2,2 miliardi a titoli di dividendi 4,3 miliardi come riacquisti di azioni proprie alla luce del piano di buyback da 18 miliardi approvato dal consiglio di amministrazione della quotata nell’oramai lontano giugno 2022.

Il punto è che dividendi e riacquisto di azioni proprie sono argomenti che sicuramente hanno potenziale impatto positivo ma che, nella situazione attuale della quotata, sembrano passare in secondo piano.

Una cosa è certa: dopo il crollo di ieri, le azioni Nike potrebbero registrare una discreta volatilità. Chi è interessato a speculare sul titolo può farlo ad esempio ricorrendo a strumenti derivati come i CFD che hanno il vantaggio di consentire sia il long trading che lo short trading. I contratti per differenza si possono trovare sia su piattaforme di broker come eToro che su quelle di banche come Fineco.

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