Le azioni GameStop sono tornare protagoniste a Wall Street. La quotata ha infatti chiuso la seduta di ieri con un balzo del 25,2 per cento a quota 23,78 dollari consolidando il suo leggero rialzo emerso da inizio anno. Il titolo, dopo mesi in ombra, era tornato protagonista della cronaca finanziaria circa due settimane fa (sedute del 13 e 14 maggio) quando aveva raggiunto un massimo intraday a quota 64 dollari in scia a fortissimi movimenti speculativi innescati dal ritorno sui social di Keith Gill, alias Roaring Kitty.
L’anonimo analista divenne famoso nel lontano 2021 per aver coordinato gli acquisti di azioni GameStop da parte di investitori retail, organizzati nelle community di Reddit, lanciati per contrastare i fondi speculativi che invece avevano scommesso contro il rivenditore di gaming. Il ritorno di Keith Gill su X e i soliti tweet a doppio senso “tipici” delle meme-stock, avevano riacceso la speranza che si potesse rivedere qualcosa simile a quanto accaduto nel 2021.
E invece, come abbiamo avuto modo di evidenziare nel nostro approfondimento, il contesto è oramai completamente diverso rispetto a quello di appena tre anni (a partire dalla radicale trasformazione della politica monetaria con ovvie conseguenza sul livello di liquidità disponibile) e infatti il rally delle azioni GameStop di due settimane fa è durato il tempo di una fiammata. Dalla chiusura di borsa del 14 maggio (giorno del picco a 64 dollari), il titolo del rivenditore di videogiochi ha perso ben il 61 per cento!
E allora come inquadrare l’exploit avvenuto nella seduta di borsa di ieri? Fondamentalmente si è trattato solo di momenti fisiologici causati dal completamento della vendita sul mercato di 45 milioni di azioni, operazione che ha portato alla raccolta di 933,4 milioni di dollari.
Ma cerchiamo di capire se questo driver è sufficiente per attivare un trend al rialzo, oppure se è preferibile procedere con la solita prudenza che sempre raccomandiamo quando si tratta di meme stock.
GameStop e l’offerta di azioni at-the-market
Lo scorso venerdì al termine della sessione di borsa, il management di GameStop aveva reso noto di aver completato l’offerta di azioni at-the-market nell’ambito della quale sono state vendute 45 milioni di azioni e sono stati raccolti 933 milioni di dollari. Lunedì la borsa di Wall Street è rimasta chiusa per festività e quindi il mercato non ha potuto reagire a questa notizia. L’impatto dell’operazione si è quindi avuto nella seduta di ieri con i prezzi che sono arrivati a guadagnare il 25 per cento.
Dal management di GameStop hanno fatto sapere che è intenzione usare i proventi derivati dall’operazione, assieme ad un altro miliardo di liquidità presente in cassa, per scopi aziendali diversi tra cui anche investimenti e potenziali acquisizioni.
Questo è ciò che il comunicato si è limitato ad evidenziare. Ovviamente quando parliamo di meme-stock basta una scintilla per far partire l’euforia e così è stato. Il fatto che i proventi derivanti dall’operazione possano essere usati anche per eventuali investimenti e operazioni di M&A sembra lanciare un segnale di tranquillità sulle prospettive del rivenditore di videogiochi alimentando possibili view rialziste. Ma c’è da davvero da stare tranquilli oppure la realtà è ben diversa? Questa è la domanda che un investitore sul pezzo si dovrebbe porre senza lasciarsi troppo condizionare dai movimenti repentini di borsa che, al massimo, possono essere utili in ottica speculativa e con un orizzonte temporale di brevissimo termine.
Attenzione al business model di GameStop
Quando parliamo di azioni GameStop sono tante le criticità potenziali a cui prestare attenta valutazione prima di decidere se comprare o meno. Probabilmente quella più importante riguarda la tenuta del modello di business del rivenditore di videogiochi che potrebbe essere addirittura a rischio.
Caratteristica peculiare del modello GameStop sono da sempre stati i negozi fisici. Il problema è che negli ultimi anni c’è stato un boom di clienti ma unicamente nel segmento online. Oramai è l’e-commerce di videogiochi e oggetti da collezione il principale vettore di GameStop. Questo è un grosso problema per il modello di business come anche evidenziato dai più recenti conti. Nell’ultimo trimestre, infatti, il fatturato è stato più basso delle attese degli analisti tanto da spingere i vertici della quotata a rivedere al ribasso le stime per il nuovo trimestre.
Il taglio dell’outlook è avvenuto ad inizio maggio ossia proprio nel mese della fiammata di GameStop causata unicamente da fattori speculativi. Questo è un elemento fondamentale da considerare perchè il titolo è resuscitato a causa del messaggio di Keith Gill mentre le stime sui conti andavano a ridimensionarsi. I numeri dicono tutto: i vertici si attendono per il trimestre in corso ricavi nel range 872-882 miliardi di dollari, in ribasso rispetto alla precedente stima e addirittura in caduta libera nel confronto con i 1,24 miliardi di dollari di un anno fa.
Insomma quantomeno sarebbe il caso di fare attenzione a questi elementi prima di comprare azioni GameStop lasciandosi guidare solo dall’euforia.
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