![auto ford con grafico al ribasso](https://www.borsainside.com/content/uploads/2025/02/azioni-Ford-sell.jpg)
Per le azioni automotive non è un bel periodo quello in corso. I titoli di molte case automobilistiche, a causa della crisi del settore, si sono fortemente deprezzati nell’ultimo anno. Certo ci sono situazioni e situazioni e non tutti i colossi dell’auto sono messi malissimo. Tuttavia, dall’Europa agli Stati Uniti, il trend è quello. In questo contesto fa un certo effetto vedere colossi del settore come l’americana Ford essere diventati dalle occasioni di acquisto. Titoli a sconto che hanno perso talmente tanto del loro valore medio da poter essere comprati a condizioni molto vantaggiose.
In effetti, come si può anche vedere dal grafico in basso, le azioni Ford scambiano a 9,24 dollari con un calo del 5 per cento nell’ultimo mese e un rosso del 24 per cento anno su anno. Non è la situazione di Stellantis che rispetto a un anno fa ha perso il 44 per cento, tuttavia vedere un colosso mondiale come Ford con questo rosso fa un di certo effetto.
E allora cosa conviene fare con il titolo? Davvero le valutazioni sono così basse da rendere molto conveniente l’acquisto a sconto?
Prima di vedere quello che dicono gli analisti a riguardo, ricordiamo che proprio nelle situazioni come quella della casa automobilistica americana, l’approccio speculativo è quello che potrebbe convenire di più. Quindi non acquisto di azioni reali ma trading con strumenti derivati come ad esempio i CFD.
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Il segnale preoccupante che arriva dagli analisti
C’è un segnale poco rassicurante sulle prospettive delle azioni Ford che arriva direttamente dagli analisti che coprono il titolo. Stando a quanto raccolto da Bloomberg, ben il 27 per cento dei giudizi è sell ossia vendere. Siamo praticamente ad oltre uno su quattro. Mai così tante valutazioni negative sulla quotata automotive dal lontano 2010!
Un così cupo pessimismo si spiega in un solo modo: dati finanziari deboli e prospettive ancora più fosche. In particolare è ovvio che l’outlook che indica un crollo del 18 per cento dell’utile per azione rettificato e ribasso dei ricavi dello 0,8 per cento non possa che destabilizzare gli investitori e mettere sull’allerta gli analisti.
Ma cosa c’è alla base della crisi di Ford? I problemi vengono da molto lontano, tuttavia è solo adesso che i nodi stanno venendo al pettine uno dopo l’altro.
Tanto per iniziare c’è la concorrenza serrata delle case automobilistiche elettriche ma soprattutto delle società che stanno sviluppando la guida autonoma. Troppi concorrenti e un mercato che sta cambiando i suoi connotati ad une velocità impressionante non è certo la migliore situazione per una casa auto tradizionale come è Ford.
Ma non si tratta solo di questo. Il reale motivo destabilizzante è da ricercare nella guerra commerciale globale che si sta andando a profilare.
La decisione degli Stati Uniti di introdurre dazi a Cina, Messico e Canada (con immediata rappresaglia) è un problema grosso non solo per l’industria auto ma anche per quella dei componenti. D’ora in poi produrre auto potrebbe costare molto di più con conseguenti ricadute sugli stessi prezzi e quindi sulle vendite. Stando alle proiezioni di Bloomberg produrre un’auto potrebbe arrivare a costare ben 3500 dollari in più.
Non bisogna dimenticare che Ford non solo produce tanto in Messico per poi vendere in Usa ma è anche molto legata agli approvvigionamenti di componenti dalla Cina. La posizione della casa automobilistica di Detroit, quindi, non solo non è facile (e questo è palese) ma potrebbe essere anche difficilmente sostenibile nel lungo termine visto che il rialzo dei costi riguarda tutta la catena.
Ford rischia davvero una trappola di valore?
Quando le quotazioni di un titolo si sono fortemente deprezzate, quella di comprare a sconto diventa sempre la prima opzione sul tavolo. Teoricamente tutto corretto anche perchè acquistare quando i prezzi sono bassi e vendere quando il margine di rialzo si è contratto è alla base di tante strategie trading. Il punto è che non sta scritto da nessuna parte che un titolo a sconto sia destinato per forza a salire. In atre parole non è sufficiente che sia a buon prezzo per avere la patente rialzista. Serve altro a partire dal riscontro dei fondamentali. Ed è su questo punto che sorgono i primi problemi.
I fondamentali di Ford non sono brillanti (prima abbiamo fatto un rapido cenno alle previsioni sui conti e se a ciò si aggiunge che tutta la catena automotive è in crisi, ecco che sorge il dubbio che Ford non sia una trappola di valore. Con l’azienda che ha prospettive di margini sempre più bassi e con la confusione che si profila all’orizzonte nelle relazioni commerciali degli Usa (è palese che ci sarà un lungo braccio di ferro tra gli Stati Uniti e i paesi contro con sono state introdotte o sono minacciate sanzioni) non sarà possibile avere un quadro chiaro e definito su quello che potrebbe accadere.
Insomma l’assenza di chiarezza e le prospettive piuttosto deboli potrebbero non far altro che alimentare la volatilità sul titolo (ma il discorso, con le diverse sfumature, vale per tutto il settore automotive globale). Una situazione incerta che induce a pensare che l’approccio speculativo possa essere il solo cavallo in questa partita visto che, come lasciano intendere gli stessi analisti, non è detto che i prezzi a sconto possano essere propedeutici al rimbalzo. Serve altro.
Uno scenario che può essere cavalcano con i broker CFD. Vista l’importanza di Ford, tutti i migliori broker offrono la possibilità di negoziare azioni di questa quotata con i contratti per differenza.
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