Dando uno sguardo ai titoli più dinamici nel pre-market di Wall Street è impossibile non far cadere l’occhio su Google. Le azioni Alphabet, quando mancano poche ore all’apertura degli scambi sui listini americani, stanno segnando un ribasso monstre di oltre il 7 per cento. Un dato che va a pesare come una zavorra e che potrebbe significare una sola cosa: Google rischia di essere travolta dal sell-off fin dal primo minuto di negoziazione. Ma cosa spiega una simile situazione?
Per provare a capire quello che sta avvenendo e che peggio ancora potrebbe avvenire una volta aperte le contrattazioni regolari, è necessario fare un passo indietro. Alphabet ha infatti pubblicato la trimestrale che, contrariamente a quelle che erano le stime della vigilia, evidentemente non ha convinto il mercato. C’è qualcosa o qualche aspetto dei conti nel loro insieme che non è andata nel verso giusto.
Vediamo quindi nel dettaglio.
La trimestrale di Google non è piaciuta al mercato?
Senza perderci in tanti discorsi, potrebbe essere stato l’indebolimento della crescita dei ricavi in molte divisioni di Alphabet a non essere andato giù ai trader che hanno immediatamente reagito a modo loro ossia vendendo il titolo tech in modo massiccio. Un singolo aspetto ma allo stesso tempo molto pesante potrebbe aver destabilizzato i mercato.
Il fatturato di Google a fine trimestre è risultato pari a 96,47 mld di dollari, leggermente sotto i 96,56 miliardi che erano attesi dagli analisti. Già questo dato potrebbe avere reso più nervosi i trader. A compensazione del calo frazionale del fatturato c’è comunque stato il leggero aumento dell’utile per azione EPS che a fine periodo di riferimento era pari a 2,15 dollari contro i 2,13 dollari attesi dal consensus.
Per quello che riguarda le singole divisioni, a calare è stato il trend dei ricavi di YouTube con le entrate pubblicitarie che sono risultate pari a 10,47 miliardi di dollari, sopra i 10,23 miliardi attesi ma in rialzo di “solo” il 13,8 per cento rispetto al trimestre precedente contro il +15,5 per cento di rialzo nel quarto trimestre 2023.
Anche la crescita delle entrate pubblicitarie di Google è stata comunque meno tonica attestandosi al +10,6 per cento contro il +11 per cento dell’anno prima.
Ancora a proposito di ricavi, quelli della divisione servizi sono saliti del 10,2 per cento contro il +12,4 per cento di un anno fa. E per finire i ricavi della divisione di Google Cloud sono stati pari a m11,96 miliardi di dollari non riuscendo in questo caso a centrare neppure le stime di consensus che erano pari a 12,19 miliardi di dollari.
Per quello che riguarda le altre voci dei conti, il reddito operativo ha segnato una forte progressione passando da 23,70 a 30,97 miliardi di dollari (32,1 per cento del fatturato) mentre l’utile netto si è attestato a quota 26,54 miliardi di dollari con una progressione del 28,27 per cento rispetto ai 20,69 miliardi di dollari messi a segno un anno fa. Alphabet ha registrato al 31 dicembre 2024 un free cash flow trimestrale pari a 24,84 miliardi di dollari.
Insomma, come si può facilmente intuire da queste voci, ci sono tutta una serie di asterischi nel paragrafo dedicato ai ricavi della trimestrale di Alphabet. Da qui la bocciatura da parte del mercato.
Interessante evidenziare che le rassicurazioni arrivate direttamente dall’Amministratore delegato Sundar Pichai, non hanno sortito alcun effetto sull’umore degli investitori. Il manager, commentando proprio i conti trimestrali, ha parlato di un trimestre forte, trainato dalla leadership nell’intelligenza artificiale e dallo slancio di tutta la company. Pichai ha poi aggiunto che Google sta testando e lanciando prodotti e modelli più velocemente compiendo progressi significativi nel calcolo e nell’aumento dell’efficienza.
In merito alla situazione della divisione Google Cloud, il CEO ha affermato che il portafoglio sta registrando una maggiore domanda da parte dei clienti. Per finire dal manager è arrivata una anticipazione sugli investimenti del nuovo anno: saranno pari a circa 75 miliardi di dollari in spese in conto capitale.
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Come investire sulle azioni Alphabet
Con un ribasso come quello in atto nel pre-market di Google c’è da farsi poche illusioni su quello che potrebbe accadere una volta aperte le contrattazioni. Lo scenario più plausibile è quello di una spiccata volatilità che i trader possono sempre sfruttare per fare trading con strumenti derivati come i CFD che non prevedono il possesso del sottostante ma che danno la possibilità di operare sia al rialzo che al ribasso. Tutti i broker che propongono questo prodotto di investimento, coprono le azioni Alphabet. Nella tabella in basso i più importanti testati dai nostri esperti.
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Premesso questo può essere utile sapere che proprio a seguito della pubblicazione dei conti trimestrali, JP Morgan ha modificato il target di prezzo per le azioni di Alphabet portandolo a 220 dollari dal precedente 232 dollari. Immutato invece il rating che è rimasto a overweight. A pesare nella decisione degli analisti di tagliare il prezzo obiettivo sono statti i ricavi e il reddito operativo leggermente inferiori alle aspettative del mercato. Dal punto di vista operativo il taglio del prezzo obiettivo si traduce in un minore potenziale di upside per il titolo tech.
Nulla di catastrofico anche perchè va tenuto in considerazione che le azioni Alphabet rispetto a un anno fa si sono apprezzate del 39 per cento nonostante la performance del solo ultimo mese abbia risentito del sentiment più neutrale che ha caratterizzato tutta la borsa Usa.
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